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11 set 2006Simona Ventura: ''A 'Quelli che il calcio' non si fanno processi''

Nella foto Simona Ventura (Infophoto)ROMA, 11 SET. (Italia Estera) - E' polemica sullo spazio dato nel programma a Luciano Moggi. L'ex dg bianconero: ''Non capisco perché in Italia non ci si può difendere''. Il giorno dopo la bufera televisiva scatenatasi con l'apparizione di Luciano Moggi a 'Quelli che il calcio' non accenna a placarsi. Comincia Matarrese su Radio Anch'io (vedi servizio di Italia Estera)     Ma Simona Ventura difende la sua intervista e, a margine della presentazione de 'L'isola dei famosi', tiene a precisare: ''Il mio punto di riferimento è solo il direttore di Rai2''. Poi aggiunge: '''Quelli che il calcio' è solo una trasmissione di intrattenimento, un varietà televisivo dove non si fanno processi ma dove sono previsti interventi, 'cazzeggio', collegamenti e dove chi interviene dice ciò che sente sotto la sua responsabilità''.

''Ieri - spiega la Ventura - in trasmissione avevamo il top, un personaggio certo scomodo che non è però venuto a fare un monologo ma a confrontarsi con un contraddittorio con quattro giornalisti di testate straniere e al quale vi era pure Andrea Vianello che non è certo l'ultimo dei conigli bagnati. Noi - prosegue la presentatrice - diamo sempre spazio a tutti tant'è che sono tre settimane che cerchiamo di avere Guido Rossi, Demetrio Albertini e tutti quelli della Federazione perché vogliamo la verità e la chiarezza su questa vicenda''.

''Le polemiche mi sembrano più che altro strumentali - afferma - perché io non parteggio né per l'una né per l'altra parte. Vorrei spiegare, ad esempio, a Sandro Curzi che il nostro è un varietà d'intrattenimento e scopro solo ora che in un varietà come questo ci dovrebbe essere un contraddittorio. Questo è la prima volta che lo sento ma comunque il contraddittorio c'è stato''.

La Ventura dice di essere ''sempre stata onesta, equidistante e autonoma. Ieri è stato nostro ospite Clemente Mastella, che è stato anche divertente, domenica ci sarà Alessandra Mussolini. Io equidistante lo sono dentro e non ho certo bisogno che me lo dica qualcuno. Sono stata accusata di essere pro-Moggi ma io sono pro-Moggi come sarei pro-Rossi se lui venisse da noi. La cosa che però mi ha fatto più orrore è che, in questo Paese, prima s'incensa qualcuno, molti mi leccano i piedi, e il giorno dopo lo vogliono appendere a un balcone''.

Poi spiega che ogni decisione circa la presenza di ospiti in trasmissione viene preventivamente concordata con il direttore e con l'azienda che, sottolinea, ''sapevano che ieri sarebbe venuto Moggi. Il vero problema è che tutti lo avrebbero voluto ma - conclude - lui è venuto, gratis, da noi e da qui è scattata l'invidia''.

Sulla vicenda oggi è intervenuto lo stesso Moggi. ''Io ho risposto a delle domande, tra l'altro scherzando anche con Gene Gnocchi, e poi ho espresso il mio parere. Non capisco perché in Italia non ci si può difendere'' ha detto l'ex dg bianconero.

''Mi dispiace aver creato tutto questo can can, ho voluto solo difendermi. Tra l'altro - aggiunge - ricordo che anche Diego Della Valle (presidente onorario della Fiorentina) ha partecipato a questa trasmissione ed ha espresso le sue idee, com'è giusto che sia e come avviene in un Paese civile. Non vedo perché la mia partecipazione deve scatenare tutte queste ire. Non vedo perché non posso esprimere la mia versione visto che finora non ho avuto modo di farlo. Chiedo scusa per aver suscitato tutto questo - conclude Moggi - ma non ci vedo niente di particolare''.

Il Moggi show ha scatenato anche la vibrante presa di posizione del ministro Giovanna Melandri che non ha esitato a bacchettare anche il ministro Mastella che in 'Quelli che il calcio' ha vestito i panni del ''tifoso''.

Per il titolare delle Politiche Giovanili e le Attività Sportive, lo spazio che ieri la Rai ha concesso a Luciano Moggi è stato ''eccessivo e inopportuno'' e rappresenta ''una falsa partenza'' per la programmazione sportiva del servizio pubblico.
In un'intervista rilasciata a 'la Repubblica' la Melandri ha definito ''non accettabile'' il fatto che l'ex direttore generale della Juventus, inibito per 5 anni dalla giustizia sportiva per lo scandalo di Calciopoli, nel corso della trasmissione abbia ''potuto continuare a lanciare, come ha fatto ultimamente, i suoi messaggi sinistri senza circostanziarli''. ''Non c'è stato assolutamente contraddittorio'', ha detto la Melandri, che ha definito ''pessimo'' il servizio fornito ieri dalla Rai: ''Ha un ruolo fondamentale per dare giusto risalto ai valori dello sport. Stavolta non lo ha fatto. C'è un altro modo per raccontare lo sport''.

Quanto al Guardasigilli, ha replicato alla Melandri rivendicando il suo diritto a esprimere le proprie opinioni, ''che saranno in controtendenza, ma che non sono sottoposte a nessuna censura di sorta. Se esprimessi un giudizio sulle sentenze della giustizia sarebbe inopportuno, ma esprimere opinioni come tifoso sui fatti del calcio me lo sono consentito prima, me lo consento e me lo consentirò. Se alla Melandri non va ne prendesse atto''.

''Mi dispiace che la Melandri eccepisca. Ho detto le cose nelle quali credo, non mi pare ci debba essere censura nei miei confronti. Se poi qualcuno ritiene che debba togliere il disturbo, io lo tolgo. Ma credo che la Melandri, a questo punto, non so se rimane dove rimane. Quindi bisogna essere chiari'', ha sottolineato il leader dell'Udeur. E insiste: ''Non mi pare abbia espresso opinioni eretiche perché non mi pare vi siano verità consacrate sul piano sportivo. Il mio giudizio ha riguardato opinioni''.

Intanto l'intervista a Moggi è all'attenzione della Procura della Repubblica di Roma. Non è escluso che i pubblici ministeri Luca Palamara e Cristina Palaia, che da diversi mesi indagano sull'attività della 'Gea', la società procuratrice di diversi calciatori, possano acquisire la registrazione del programma per valutare, appunto, quanto dichiarato da Moggi.  (Italia Estera) -



 
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