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17 mar 2011UNITA' D'ITALIA, NAPOLITANO A MONTECITORIO PER LA CERIMONIA CELEBRATIVA DEL 150° ANNIVERSARIO

Giovedì 17 marzo 2011 - (Italia Estera) - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Camere riunite  ha celebrato  alla Camera dei deputati il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il Capo dello Stato, salutato da un picchetto d’onore, è stato accolto all’ingresso di Montecitorio, dai Presidenti della Camera e del Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani.
In Aula la Banda militare Interforze ha eseguito l’Inno d’Italia e, subito dopo, hanno preso la parola, per svolgere il loro intervento, il Presidente della Camera, il Presidente del Senato e il Presidente della Repubblica alla presenza di deputati, senatori, dei membri italiani del Parlamento europeo, di rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali, del corpo diplomatico, di altre autorità e alte cariche dello Stato nonché di una rappresentanza di studenti delle scuole di ogni ordine e grado. 
"Sento di dover rivolgere un riconoscente saluto ai tanti che hanno raccolto l'appello a festeggiare e celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, a tutti i cittadini che mi hanno rivolto pensieri sinceri; a istituzioni, Regioni e Province, e innanzitutto municipalità, sindaci anche e in particolare di piccoli Comuni, a conferma che quella è la nostra istituzione di più antica e radicata tradizione storica, fulcro dell'autogoverno democratico e di ogni assetto autonomistico". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla Camera per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
In un passaggio il capo dello Stato ha sottolineato che nonostante l'Italia fosse divisa, con gli italiani che venivano descritti 'come stranieri gli uni agli altri', per Giuseppe Mazzini era "indubitabile" che una nazione italiana esistesse "e che non vi fossero 'cinque, quattro, tre Italie, ma una Italia'".
"Fu dunque la consapevolezza di basilari interessi e pressanti esigenze comuni, e fu, insieme, una possente aspirazione alla libertà e all'indipendenza - ha aggiunto - che condussero all'impegno di schiere di patrioti nelle battaglie per l'unificazione".
Napolitano ha concluso il suo discorso sottolineando che unificazione è stata una impresa storica .  Viva la Repubblica! Viva  L’Italia unita!
 
 
Prima della seduta solenne a Montecitorio per i 150 anni dell'Unità d'Italia, il presidente della Camera Gianfranco Fini mostra al capo dello Stato, Giorgio Napolitano gli atti del primo Parlamento italiano (compreso il testo originale della Carta costituzionale) in mostra nel Transatlantico. Una volta in Aula, Fini nel suo intervento ha fatto osservare che "vivere il 17 marzo come festa nazionale, è un dovere civile per tutti gli italiani" sottolineando tra l'altro che "l'dea di patria è affermata nella coscienza degli italiani" e quanto sia opportuno dire no a ogni "strisciante egoismo di parte".
 
"Il Risorgimento non fu soltanto un fenomeno culturale ed ideale espressione della borghesia più illuminata, sostanzialmente estraneo al sentimento popolare", ha detto il presidente della Camera, "il Risorgimento fu la prima esperienza, per citare un'efficace espressione di Federico Chabod, 'di un vivere civile degli italiani, finalmente sottratti a governi e a istituzioni, quelle dell'ancien regime, fondati sulle separazioni giuridiche e sociali e sulla continua negazione dei diritti dei cittadini".
 
Per Fini, "è questa la ragione per la quale celebrare solennemente il 150° dell'Unità" oggi "un preciso dovere civile per tutti gli italiani, dalla vetta d'Italia a Lampedusa", è un "dovere civile perché la nostra democrazia ha radici profonde, perché la nostra coesione nazionale si nutre ancora dei valori che guidarono l'azione dei patrioti risorgimentali". Secondo Fini, "in questi 150 anni, l'idea di Patria si è affermata nella coscienza degli italiani come democratica e solidale. E' l'ideale mazziniano della tutela e della promozione della dignità e della libertà della persona, nella dimensione nazionale e nella prospettiva della pace e della cooperazione tra i popoli".
 
Poi il pensiero di Fini è andato anche ai militari in missione di pace nel mondo: "Testimoni valorosi e simbolo dell'Italia generosa sono oggi le donne e gli uomini, militari e civili, impegnati all'estero in difficili missioni di pace. Ad essi giunga da questa Assemblea un messaggio alto e forte di gratitudine e di fiducia".
 
Da parte sua il presidente del Senato Renato Schifani ha detto, nel suo discorso, che "l'unità d'Italia è la cornice essenziale, la rete ideale che sorregge le autonomie e i territori" e "i progetti di riforma che si stanno realizzando" saranno "duraturi" solo se "accumunano Nord e Sud".
"L'ammodernamento delle strutture, delle amministrazioni, della gestione della cosa pubblica è urgente, non più rinviabile", ha aggiunto Schifani evidenziando che "sarà efficace se verrà realizzato non contro una parte del Paese, ma al fine di rendere ogni realtà territoriale protagonista del rilancio e del riscatto dell'intero sistema Italia".
"Gli steccati ideologici -ha proseguito Schifani- sono stati appianati dalla storia. A ciascuno di noi spetta oggi il compito, che è innanzitutto un dovere, di non ricreare contrapposizioni che impediscono di realizzare la piena unità: unità geografica, istituzionale e, nella distinzione legittima e positiva delle ispirazioni, anche unità della politica".
 
 
La giornata di oggi 17 marzo per il Presidente della Repubblica  si concluderà al teatro dell'Opera con il Nabucco di Giuseppe Verdi diretto dal maestro Riccardo Muti.
A Torino il 18 e il 19 marzo
Il 18 marzo il Capo dello Stato sarà a Torino, prima capitale dell'Italia unita, dove interverrà alla cerimonia ufficiale al Teatro Regio organizzata dal Comitato Italia 150. Successivamente sarà a Palazzo Madama, dove è stata ricreata la struttura dell'Aula del primo Senato italiano, e a Palazzo Carignano per l'inaugurazione del nuovo Museo Nazionale del Risorgimento.

Nel pomeriggio, dopo aver inaugurato "Arco", opera di G. Penone allestita davanti alla GAM (Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea), il Presidente visiterà le Officine Grandi Riparazioni (OGR), complesso ottocentesco nato per la manutenzione di locomotive dove sono ospitate mostre dedicate al passato e al futuro dell'Italia: "Fare gli italiani", mostra multimediale che racconta come, tra differenze e contraddizioni, si è costruita l'identità nazionale; "Stazione Futuro", sul contributo della tecnologia al cambiamento del nostro Paese, grazie alla creatività di scienziati e ricercatori; e "Il futuro nelle mani. Artieri domani", che celebra la tradizione e il futuro dell'artigianato made in Italy.

La sera del 18 marzo il Presidente Napolitano tornerà al Regio per la rappresentazione de "I Vespri Siciliani" con la direzione di Gianandrea Noseda.

Il 19 il Capo dello Stato visiterà il rinnovato Museo Nazionale dell'Automobile. Successivamente si recherà al complesso della Venaria Reale, la Reggia sabauda che ospita la mostra "La bella Italia. Arte e identità delle città capitali" dedicata alle identità delle capitali culturali preunitarie con 360 opere che raccontano le tante Italie che nel 1861 si incontrarono nel nuovo Stato. La sera, il Presidente Napolitano sarà al Teatro Gobetti per la rappresentazione delle Operette Morali di Giacomo Leopardi per la regia di Mario Martone.
A Milano e Varese il 20 e il 21 marzo
Il 20 marzo, il Capo dello Stato si trasferirà a Milano con il "Treno Tricolore". Il primo appuntamento è a Palazzo Marino per partecipare all'incontro di studi su Carlo Cattaneo; quindi l'inaugurazione a Palazzo Reale della mostra "Le grandi battaglie risorgimentali". Nel pomeriggio è prevista una visita alle due sale del Museo del Risorgimento allestite per commemorare le Cinque Giornate di Milano. Successivamente il Capo dello Stato assisterà ad un concerto organizzato dalla Fondazione "LaVerdi".

Il 21 il Presidente Napolitano sarà a Palazzo Lombardia per visitare la nuova sede della Regione. Partirà poi per Varese, dove a Palazzo Estense incontrerà i rappresentanti delle amministrazioni locali. Nel pomeriggio sono in programma le visite all'Università dell'Insubria e alla Camera di Commercio.
Emanuele Filiberto di Savoia ha commentato così l’omaggio alla Tomba del primo Re d’Italia: ''Questa mattina io ero al Pantheon con il capo dello Stato e con Berlusconi, ed e' stato un momento molto solenne. Mi ha fatto un gran piacere che le alte cariche dello Stato abbiano reso omaggio alla tomba di Vittorio Emanuele II. Il fatto che i festeggiamenti siano cosi' sentiti mi rende felice, non in quanto membro di casa Savoia, ma come italiano''. 



 
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