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27 gen 2011Bunga Bunga e primarie paralizzano la politica in Italia

di Alfonso Maffettone

ROMA, 27 GENN, 2011 - (Italia Estera) – Al grido di “dimissioni , dimissioni “ , la vita politica italiana rischia la paralisi ed il caos. Ormai è tutto un frastuono e non si capisce quale possa essere la via d’uscita. La pacificazione o le elezioni anticipate?. Il Pdl (Popolo della Libertà) è in forte tensione ma anche il Pd (Partito democratico) è scosso da fibrillazioni e divisioni dopo le primarie di Napoli per il candidato alle elezioni amministrative in aprile.

La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ,definite “hard”, sul “giro” del Bunga Bunga alimenta di giorno in giorno il fuoco delle polemiche, dei pettegolezzi e delle invettive moralistiche contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi accusato di coinvolgimento nel “caso di Ruby rubacuori”. Il martellamento delle reti televisive e dei mass media è continuo ed assillante. Il Giornale ha accusato di “doppia morale” uno dei titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, ricordando che “nel 1982 la Boccassini venne sorpresa in "atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua e che fu poi assolta dal Csm per essersi fatta paladina della privacy”. Il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati in una nota ha difeso il magistrato ed ha dichiarato di assumere personalmente il coordinamento e la piena responsabilità dell’inchiesta “in considerazione della delicatezza della vicenda” . "Le campagne di denigrazione e l'attacco personale si qualificano da soli": ha scritto Bruti Liberati. L’ Anm (Associazione nazionale magistrati), a sua volta, ha rincarato la dose.
"L’attacco è ancor più grave e inaudito perché non c’è un solo magistrato ma sono tre i titolari dell’inchiesta e tra di loro c’è il procuratore capo la nostra non è quindi la difesa di un magistrato ma dell’intera categoria. Chi pone in essere questi atti sappia che non arretreremo di un millimetro “, ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara.

Il botta e risposta fra un quotidiano e i rappresentanti di una delle più prestigiose Istituzioni dello Stato sarebbe stato impensabile in un’altra epoca. Ma oggi tutto è possibile. Quando vengono resi pubblici documenti che dovrebbero restare coperti dal segreto istruttorio, nessuno resta più al posto suo. Scatta la gara nel circuito mediatico a scavare nel passato delle verità nascoste e degli amori privati. Ed ecco che il clamore diventa assordante mentre lo scontro politico si fa duro e cattivo .Le parti in campo si affrontano senza esclusione di colpi, l’avversario politico diventa nemico da elimare. Siamo al dramma come indica il susseguirsi degli eventi di queste ore.

Le opposizioni di destra e di sinistra chiedono che il premier Silvio Berlusconi se ne vada a casa per il “Rubygate”. Il Popolo della libertà (Pdl) , appena superato l’ostacolo della sfiducia al Ministro della cultura Sandro Bondi , passa al contrattaco ed esibisce in senato nuove “carte” del governo di Santa Lucia per ottenere le dimissioni del Presidente della Camera Gian Franco Fini per la casa di Montecarlo . La Lega con il Pd blocca i lavori del Copisar (Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) per la presenza squilibratice di uno dei componenti, il deputato Fabio Granata, passato dalla maggioranza all’opposizione con il neo gruppo di Futuro e Libertà.

Sul fronte opposto il Partito Democratico , invece di gioire come tutti si aspetterebbero, si avvita sulla questione morale e si fa male da solo. Le primarie a Napoli si trasformano in un boomerang. Sospetti di brogli e irregolarità, veleni ed accuse reciproche falsano l’ elezione di un bassoliniano di ferro Antonio Cozzolino alla candidatura di erede del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, lo stesso che ha lanciato un appello per la raccolta di dieci milioni di firme contro Berlusconi, congela il risultato, annulla la convocazione dell’assemblea nazionale che si sarebbe dovuta svolgere nella città partenopea sabato e nomina un commissario per il partito a Napoli. Lo scrittore Roberto Saviano, autore di Gomorra, non esita ad invadere il campo della politica e lancia il suo anatema contro le primarie di Napoli. Con un intervento giudicato da leader, Saviano propone la candidatura alle prossime elezioni amministrative del giudice Cantone. Bersani sta a guardare.

Se questo non è il caos poco ci manca. Amaramente il direttore de La Stampa nel suo editoriale dopo il discorso sullo stato dell’Unione del Presidente Usa fa un confronto fra “ l’Orizzonte di Obama ed il nostro”. “ La forza del discorso di Obama, che è la forza dell’America e che è esattamente quello che ci manca in Italia, è riuscire a far riemergere una narrativa comune del Paese che alla fine supera sempre le divisioni e punta al risultato comune piuttosto che all’eliminazione dell’avversario o alla difesa sterile di rendite di posizione”, scrive Mario Calabrese.




 
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