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14 gen 2011GOVERNO: Berlusconi indagato per il caso Ruby dalla Procura di Milano

Avviso di garanzia per il Premier dopo il verdetto della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, i giudici lo vogliono processare con rito immediato, per i difensori  l’accusa è “assurda e infondata”,  il Pdl parla di “operazione destabilizzante”,  gongola l’opposizione con Di Pietro
di Alfonso Maffettone
ROMA, 14 GENN (Italia Estera) –  Un altro rompicapo per Silvio Berlusconi ventiquattro ore dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato parzialmente la legge sul legittimo impedimento. Spiazzando mass media e politici, la Procura della Repubblica di Milano ha fatto sapere che in dicembre  ha iscritto il premier nel registro degli indagati con le accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.  I procuratori aggiunti Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Piero Forno sostengono che sarebbero stati numerosi gli incontri a sfondo sessuale tra Silvio Berlusconi e Ruby, nomignolo  della giovane marocchina  Karima El Mahroug   che partecipò, ancora minorenne (adesso ha 18 anni), ad alcune feste nella villa del presidente del Consiglio.  A giudizio dei tre Pm sarebbe stato illegale  l’intervento telefonico che il premier fece alla questura di Milano, abusando delle sue funzioni, per ottenere il rilascio della ragazza che era stata fermata dalla polizia. Indagati per favoreggiamento della prostituzione   anche la consigliera regionale di Milano Nicole Minetti che  prese in consegna Ruby, il direttore del Tg4 Emilio Fede e l’agente di spettacolo Lele Mora. Diverse  le perquisizioni compiute.
La notizia della nuova inchiesta è scoppiata con la forza dirompente di una bomba mentre  ci si chiedeva  se il verdetto  dei giudici supremi dovesse essere interpretato come un bicchiere semipieno o semivuoto dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi ad Unomattina  di  Canale 5 sulla sentenza della Consulta. "La Corte non ha demolito l’impianto della legge ed ha riconosciuto che il legittimo impedimento esiste ed è necessario per chi svolge attività di governo, ma dovranno essere i giudici a valutare di volta in volta se un legittimo impedimento è valido o meno. E’ impensabile andare a nuove elezioni.  ” ha detto il premier che ha assicurato ogni sforzo per l’allargamento della  maggioranza a sostegno del governo e non ha nascosto, ancora una volta, di sentirsi un “perseguitato”.

  La vicenda di Ruby, nota  anche come “Rubygate” era accaduta  qualche mese e sembrava ormai dimenticata. La Procura di Milano aveva detto di averla archiviata ma evidentemente non era così. I giudici hanno condotto un supplemento di indagini giudiziarie - intercettazioni telefoniche,  foto e video nel Pc della ragazza - ed avrebbero acquisito nuove risultanze.  Senza entrare nel merito dei fatti per i quali Berlusconi si è dichiarato sempre estraneo e Ruby  ha sempre detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con lui, la notizia della nuova inchiesta ha contribuito a confondere ulteriormente il panorama politico italiano da tempo sottoposto ad effetti cortocircuitali con i giudici milanesi. C’è da chiedersi che cosa succederà adesso? Sarà la giustizia a dare il colpo di grazia ad un governo traballante ?.
 
I guai di Berlusconi ,come gli esami, non finiscono mai  ma va anche riconosciuto che il premier ha una volontà che lo tiene sempre in sella.  Quando tutti lo danno per spacciato lui risorge come è accaduto il 14 dicembre con il voto di fiducia alla Camera dopo un logorante ed infuocato braccio di ferro con il cofondatore del Popolo delle Libertà, Gianfranco Fini, presidente della Camera.  Già gli avvocati di Berlusconi, Longo e Ghedini,  definiscono l’indagine sul caso Ruby “assurda e infondata”  e contestano la competenza giurisdizionale dei giudici di Milano. In una nota i due legali accusano la Procura di palese interferenza. “Si tratta in realtà di una gravissima intromissione nella vita privata del Presidente del Consiglio che non ha precedenti nella storia giudiziaria del Paese e che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura”. Ma i giudici sono determinati ad agire in fretta. I pm vogliono chiedere il processo con rito immediato ed  hanno convocato Berlusconi in Procura  nei prossimi giorni dando date alternative in caso di “legittimo impedimento”.  

Il Pdl scuda Berlusconi e per bocca del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto parla apertamente di azione destabilizzante.  ''La procura di Milano finge di dimenticare che Berlusconi e' il Presidente del Consiglio e quindi la competenza e' del tribunale dei Ministri. E' evidente che la richiesta di processo con rito immediato - aggiunge Cicchitto - ha l'obiettivo di bruciare tutti i tempi sequestrando indebitamente il processo in una sede arbitraria nel quadro di un'operazione di destabilizzazione''. Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone avverte :“Se ancora c'è qualcuno nella politica e non solo, che pensa di sconfiggere Silvio Berlusconi per via giudiziaria, avrà ancora una volta cocenti delusioni”.
Gongola, invece,  l’opposizione. Il leader dell'Italia del Valori Antonio Di Pietro ritiene che “non è colpa della Procura di Milano se deve accertare i fatti rispetto ad un fatto grave: il presidente del Consiglio nel ruolo e nella funzione che svolge telefona al Questore di Milano per dire che una minorenne è la nipote di Mubarak quando non è vero; e tutto ciò per coprire comportamenti non legittimi da lui commessi in precedenza”. l'ex PM, quindi, si domanda: «È la Procura di Milano che lo perseguita o lui che perseguita se stesso?”. 
Il leader Pd Pier Luigi Bersani chiede di risparmiare ulteriori mesi di avvitamento dell'Italia sui problemi di Berlusconi. “ Abbiamo un premier in fuga dal Paese e da se stesso, in fuga dal Paese perché il governo cosa sta facendo? E da se stesso perché costretto ad aggirare cose vere o presunte. Non possiamo permettercelo” ha detto Bersani.
 Dunque niente di nuovo sotto il sole. Il caos continua nel Paese. Chissà quanto si dovrà aspettare per avere un’Italia senza gossip, senza beghe giudiziarie e con un governo che governi.
Alfonso Maffettone/ItaliaEstera



 
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