La Federal Reserve preannuncia un taglio dei tassi di interesse in Usa
NEW YORK, 27 FEB (Italia Estera) – Giornata record : l’euro batte la barriera di 1,50 e raggiunge 1,5107 contro il dollaro, il prezzo del petrolio vola alla vetta di 102,08 dollari al barile, l’oro è al massimo di tutti i tempi con 967,70 dollari all’oncia. Sul mercato delle materie prime agricole il grano raggiunge il primato storico di 30 centesimi di euro al chilo.
Alla base di tutti i record c’è la debolezza del dollaro sprofondato in zona shocking
in seguito all’annuncio che gli ordini di beni durevoli hanno avuto un calo del 5,3%, peggiore delle attese e che le vendite di nuove case sono scese nello stesso mese a 588 mila.
A questi dati si è aggiunta la preoccupazione dei vertici della Federal Reserve che, per il secondo giorno consecutivo, hanno enfatizzato i rischi di una recessione con una minore crescita dell’economia ed un incremento della disoccupazione americana. Seguendo le dichiarazioni ieri del vice Donald Kohn, il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha detto, davanti alla commissione servizi finanziari della Camera, di essere pronti ad “agire tempestivamente per sostenere l’economia”. Queste parole sono state interpretate dai mercati come il preavviso di un ulteriore taglio dei tassi di interesse in occasione della riunione il 18 marzo del Fomc, l’organo esecutivo della Fed.
“Siamo in un nuovo regime per il dollaro” ha detto Bilal Hafeez, analista capo della Deutsche Bank AG di Londra secondo il quale “ il biglietto verde scenderà ad 1.55 per il 31 marzo contro l’euro perchè l’economia americana soffre più di quella europea”.
Il crollo del dollaro ha avuto un effetto domino sulle quotazioni delle materie prime, a partire dal petrolio, un effetto che porta ad un aumento del costo della vita sia per i consumi energetici che per quelli alimentari. Secondo le organizzazioni in difesa dei consumatori gli aumenti incidereanno per 920 euro all’anno sulle famiglie italiane.
Il greggio ha toccato il nuovo record storico di 102,08 dollari , un prezzo mai raggiunto neppure nel 1980 dopo il secondo shock petrolifero. A fare da calmiere è stata la pubblicazione delle scorte di petrolio da parte del dipartimento di energia degli Stati Uniti che ha indicato un aumento del 9.1% nelle ultime sette settimane, così i prezzi sono scesi a 100,61 dollari al barile.
Sul fronte dell’oro, il metallo prezioso si è posto come bene di rifugio e si è assestato sulla cifra record di 967.70 dollari all’oncia. “Tutti riconoscono che c’è preoccupazione per l’economia americana e che l’inflazione aumenta la sua minaccia. Di conseguenza la gente si rivolge all’oro ed all’argento come investimenti alternativi”, dicono gli economisti.
Intanto il prezzo del grano è di circa 30 centesimi di euro al chilo alla chiusura del mercato al Chicago Board of Trade, punto di riferimento del commercio internazionale delle materie prime agricole. In una nota la Coldiretti da Roma riferisce che l’aumento è stato provocato dalla notizia che le scorte di grano statunitensi hanno raggiunto il livello minimo degli ultimi 50 anni e dagli effetti negativi del maltempo sulle potenzialità produttive in diverse parti del mondo, dal Canada all'Argentina fino all'India che hanno innescato comportamenti speculativi. Altro fattore che incide sull’aumento del prezzo del grano è il boom economico di Cina ed India che fanno richieste senza precedenti di prodotti agricoli. (A.M./Italia Estera)