16 dic 2007 | La Croazia protesta presso il Governo italiano e chiede di sospendere la distribuzione del francobollo su Fiume |
|
|
Lacota: “Si tratta di richieste irricevibili ed oltraggiose, il Governo italiano non è in grado di reggere l’arroganza croata”
TRIESTE,14 DIC. Continua la polemica sul francobollo di Fiume, anche dopo la sua emissione lo scorso 10 dicembre, avvenuta a quaranta giorni dallo “stop” imposto dal Governo italiano (vedi Italia Estera) a seguito delle pressioni croate che avevano indotto Roma a posticiparne l’uscita, inizialmente prevista per il 30 ottobre.
Allora la causa dello slittamento, come riferito dalla stessa Farnesina a seguito delle violente polemiche divampate in tutta Italia, doveva riferirsi alle elezioni in Croazia ed al clima incandescente di quel Paese alla vigilia della tornata elettorale.
E’ invece di qualche giorno fa la notizia che Zagabria, tramite il Ministero degli Esteri e delle Integrazioni Europee, ha consegnato una dura nota di protesta al Governo italiano, chiedendo esplicitamente “misure corrispondenti al fine di evitare l’ulteriore diffusione del francobollo” che – prosegue la nota della Croazia – “aggraverebbe in caso contrario un gesto dell’Italia già contrario allo spirito di amicizia e buon vicinato”.
Molto dura la reazione del presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, che già in occasione dello stop di ottobre aveva criticato il Governo italiano per l’umiliazione e la sfacciata disinvoltura a danno degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
“E’ davvero vergognosa ed oltraggiosa questa ennesima richiesta della Croazia che dimostra una volta di più l’arroganza di un Paese che non solo non ha acquisito la necessaria maturità per entrare in Europa, ma non ha neppure assimilato quelle verità storiche che stanno alla base di una crescita culturale e morale di qualsiasi Stato democratico ” ha dichiarato il presidente dell’Unione degli Istriani Massimiliano Lacota.
“Lo sappiamo bene noi esuli qual è il grado di libertà e democraticità di un Paese come la Croazia” tuona ancora Lacota “che non ha mai riconosciuto la pulizia etnica degli italiani dai territori ceduti nel dopoguerra, e che si rifiuta persino di accettare precise responsabilità e gravi violazione dei diritti che centinaia di migliaia di cittadini vantano da sessant’anni”.
Lacota conclude: “Un Governo italiano rispettoso degli esuli, già bistrattati in casa e tratatti da pezze da piedi, dovrebbe respingere al mittente queste provocazioni e chiedere formali scuse, ma abbiamo testato purtroppo sulla nostra pelle l’ arrendevolezza e la docilità dell’Italia nei confronti di chiunque alzi la voce”.
Per il momento dunque - informa una nota dell’Unione degli Istriani - niente Tricolore su Palazzo Tonello; tornerà, come segnala la Segretria Generale, “quando vi sarà la certezza di una adeguata risposta di Roma alle prevaricazioni croate”.
|
|
|
| |
|