09 set 2007 | Il commosso omaggio di Prodi a Pavarotti. "La politica, a nome dell'Italia, lo saluta fiera" |
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MODENA, 9 SET. (Italia Estera) - L'ultimo saluto della politica al Maestro Pavarotti, alla sua voce incantevole, non è un saluto solo istituzionale. Giorgio Napolitano il giorno prima delle esequie e ieri Romano Prodi, Francesco Rutelli, Arturo Parisi, Giulio Santagata, seduti nelle prime file del duomo di Modena di fronte alla bara di acero di Luciano Pavarotti, sanno di essere qui come simboli. Come rappresentanti di tutti quegli italiani - e ce ne sono tanti anche nei vicoli intorno al Duomo, che in mille dialetti commentano la cerimonia, non avendo avuto il privilegio di entrare in chiesa, che hanno amato e continueranno ad amare Pavarotti.
"E' per me un onore rendere omaggio al suo genio a nome di tutta l Italia - prende la parola Prodi per una orazione funebre, con l'emozione nella voce - Pavarotti è stato messaggero di pace e fratellanza, nei luoghi dove più intenso e il dolore dell'umanità . Ha fatto della musica uno strumento per la vita e contro la guerra. Rendiamo omaggio anche alla sua grande umanità. Grazie ad essa, Pavarotti rappresenterà sempre non solo la musica, ma l'Italia intera". Un'Italia che oggi è "triste ma orgogliosa di lui" e che "con l'ultimo commosso saluto gli esprime la sua profonda gratitudine".
Il presidente del Consiglio era arrivato , tra gli applausi e i fischi. Lascia Modena commosso, dopo un abbraccio con Kofi Annan, mentre le frecce tricolori sfrecciano nel cielo: "Oggi qui c'era tutta l Italia".
Anche Giorgio Napolitano era venuto venerdì. Si era inchinato davanti alla bara del Maestro. "Luciano Pavarotti ha fatto onore all Italia, l'Italia rende onore a Luciano Pavarotti", si era emozionato il Capo dello Stato, spiegando di "portare personalmente la commozione e la riconoscenza di tutti gli italiani".
Tra imponenti misure di sicurezza, tra star mondiali e modenesi semplici, anche il vicepremier Francesco Rutelli entra tra gli applausi dalla porta dei principi del duomo di Modena, per dire grazie al tenore famoso nel mondo, che non sapeva leggere il pentagramma ed aveva studiato da maestro elementare. "I teatri erano troppi piccoli per Pavarotti commenta e questa folla dimostra che lui e riuscito a fare incontrare la musica colta e la musica popolare". "Questo vuol dire che anche la sua memoria e la sua voce non moriranno mai", aggiunge orgoglioso di aver onorato Pavarotti di un premio per l'eccellenza nella cultura (vedi servizio Italia Estera), sebbene solo poche ore prima della sua scomparsa.
"E stato commovente, come tutti gli arrivederci", saluta andandosene il ministro della Difesa Arturo Parisi, che lascia la piazza del Duomo con lo sguardo rivolto al cielo di Modena, dove per sua disposizione sfrecciano le frecce tricolori, in omaggio al re dei tenori italiani.
"Uno degli italiani piu grandi lo ricorda il ministro che io saluto come cittadino e come rappresentante delle forze armate".
E ieri, nel giorno dell'ultimo saluto a Pavarotti, in tutte le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari italiani su suggerimento di Mirko Tremaglia il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha voluto che fossero aperti registri di condoglianze per il tenore scomparso. (Italia Estera) -
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