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25 apr 2007Il codice di Michelangelo verra’ presentato in Argentina.

 Lo studioso del Rinascimento che ha scoperto una nuova chiave di lettura delle opere di Michelangelo, e’  invitato dalla comunita’ Sanmarinese d’Argentina.
 
ROMA, 25 APR (Italia Estera) - Angelo Boccardelli, nato a Segni cinquantotto anni fa e residente a Monteporzio Catone, in provincia  di Roma e nella Repubblica di San Marino, e’ stato invitato in Argentina a tenere una conferenza sulla chiave di interpretazione di Michelangelo, da lui scoperta, e recentemente spiegata, per la prima volta, a New York nel corso di una serie di conferenze seguite con molta attenzione da studiosi d’arte, curatori di musei e giornalisti.
Angelo Boccardelli, esperto di arte rinascimentale, diplomatico, pittore e poeta, è presidente della Fondazione intitolata all’ambasciatore Giacomo Maria Ugolini, ente di diritto Sammarinese, finalizzato alla promozione della fraternità e della cultura tra i popoli, con sede nel Castello di Domagnano nella Repubblica di San Marino, una rappresentanza a Roma e presto anche negli Stati Uniti, a New York.
Boccardelli ha portato alla luce verita’scientifiche che aprono a un nuovo sistema di lettura  delle opere di Michelangelo, con quello che chiama “il linguaggio dei segni e delle forme” che negli Stati Uniti  viene gia’ chiamato “Codice Michelangelo”, o il “Codice Boccardelli”.
La scoperta di Boccardelli si basa su dati rigorosamente scientifici secondo i quali si può affermare che Michelangelo realizzò le sue opere perseguendo l’ideale di bellezza e armonia basato sulla filosofia enunciata già da Pitagora, secondo cui i numeri indicano la via della perfezione e, quindi, portano alla comprensione del divino, cioè di Dio, che è appunto l’assoluta perfezione. Un concetto ripreso anche dai padri della Chiesa, i quali affermano che la matematica è un mezzo per accedere alle cose divine.
Lo studio della matematica, definito delle “cinque sorelle” dai Pitagorici, giunse a livelli così elevati da influenzare le generazioni successive. Nel pensiero pitagorico tutta la visione dell’universo, tutto il sistema dottrinario non verrebbe compreso senza la teoria delle proporzioni che configura il mondo come ordine e armonia.
Nella teoria della proporzioni, quella armonica è la più misteriosa e più rispondente alla struttura del mondo. Il suo interesse è legato soprattutto a quella sezione aurea e rettangolo aureo facenti parte della “Divina Proporzione” necessaria allo studio dell’universo. Questa fu uno dei ritrovati pitagorici tanto da diventare il secondo gioiello della “Geometria antica”, e chiave di tutta la filosofia pitagorica, nonché funzione importante nel campo delle applicazioni estetiche “come canone artistico e come organo metrico della struttura del mondo”. Un rettangolo si dice aureo quando il lato maggiore diviso il lato minore sia pari a 1,618 definito “Numero d’Oro”.
Secondo Boccardelli, per realizzare le sue opere, Michelangelo utilizzò un preciso linguaggio segnico-formale tale da permettere l’individuazione dei suoi capolavori senza alcuna possibilità di errore.
“Michelangelo – afferma Boccardelli – inserisce “idealmente” tutte le sue opere all’interno di un cerchio “se trattasi di pittura o disegno” o all’interno di una sfera “se trattasi di una scultura” e per questo motivo ogni opera avrà sempre indeterminati punti di inizio o di fine lettura.
Punti di inizio o di fine che trovano una spiegazione al fatto che Michelangelo attraverso il suo codice realizza sulla superficie della forma finale “scultura” o su tutta la superficie “disegno-pittura” tante immagini, che cambiano con il variare della posizione dello spettatore rispetto all’opera, oppure ruotando l’opera in ogni dove nello spazio rispetto allo spettatore.
Questi dati oggettivi saranno ancor più evidenti quando “in una scultura” l’immagine fotografata ed analizzata non lascia spazi vuoti tra le membra del corpo ed il corpo stesso, poiché noteremo forme evidenti e ben definite che nascono dalla continuità della superficie del corpo e delle membra, mentre per la pittura o il disegno le forme nascono dalla somma “dei vuoti con i pieni” o del segno positivo e negativo contenuti sulla intera superficie.
Secondo Boccardelli, Michelangelo aveva rivelato il suo codice, cioè la chiave di lettura delle sue opere, alla marchesa Vittoria Colonna, sua grande amica. La quale scrisse – sembra proprio riferendosi al crocefisso oggetto di studio del Boccardelli  - “…né si può veder più ben fatta, più viva et finita immagine et io non potrei esplicare quanto sottilmente et mirabilmente è fatta, per il chè ho risoluto di mai volerlo di man d’altri…poiché conoscendo io la difficoltà che ce è di imitarlo, più presto mi resolvo che colui faccia un’altra cosa che questa…io l’ho ben visto al lume et col vetro ed col specchio, et non viddi mai la più finita cosa”.(Italia Estera) -



 
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