di Alfonso Maffettone
ROMA 11 APR , (Italia Estera) - Intesa San Paolo e Mediobanca sono interessate all’acquisto di Telecom Italia per la quale esiste già un’ offerta dell’ americana At&t e della messicana America Movil . I due gruppi bancari lo hanno fatto sapere oggi su richiesta della Consob ma il mercato ha reagito innescando la retromarcia. Telecom Italia ha chiuso in Borsa a – 1,4%, nonostante fosse l’ultimo giorno utile per l’ acquisto dei titoli prima della riunione del Consiglio di Amministrazione convocato il 15 e 16 aprile.
Gli investitori si sono concessi una pausa di riflessione dopo l’ininterrotta serie di sedute positive ed hanno preferito realizzare le prime prese di beneficio. E’ comunque una settimana cruciale per il futuro assetto azionario di Telecom Italia.. La partita appare sempre in mano ad At&t e a America Movil, le due società intenzionate ad acquistare ciascuno il 33,3% di Olimpia, la holding di Telecom controllata all’80% da Pirelli ed al 20% da Sintonia (Benetton), al prezzo di 2,82% euro per azione entro il 30 aprile. Fino ad oggi questa è l’unica offerta chiara. A Milano sono al lavoro delegazioni al gran completo delle due società candidatesi all’acquisizione del colosso telefonico.
Esponenti della maggioranza politica nei giorni scorsi avevano espresso timori per l’eventuale caduta di Telecom in mani straniere. Intesa San Paolo, su richiesta della Consob, ha diramato oggi un comunicato nel quale conferma di essere interessata a Telecom Italia ma non annuncia nè cordate ne’ il coinvolgimento di gruppi industriali come sembrava dovesse accadere dopo le dichiarazioni dell’ amministratore delegato Corrado Passera.. ‘’ Contatti sono in corso con più parti a vario titolo interessate all’eventuale operazioni. Sulla base dell’attuale stato interlocutorio di tali contatti non è possibile formulare indicazioni in merito al loro possibile esito”, afferma la nota. Intesa San Paolo assicura che eventuali sviluppi verranno debitamente comunicati al mercato.
Anche Mediobanca, che detiene ad oggi l’ 1,54% del capitale di Telecom, , sempre su richiesta della Consob, si è pronunciata per il si ma senza sbilanciarsi sul merito dei negoziati. Piazzetta Cuccia si è limitata a comunicare di avere in corso “contatti preliminari e generici ’’ con ‘’potenziali investitori “ per la quota di maggioranza di Olimpia.
Gli altri potenziali aspiranti alla scalata di Telecom si sono defilati. Sempre su richiesta della Consob, Unicredit ha ribadito di essere fuori della partita e di non far parte di alcuna cordata, Capitalia ha fatto sapere di non essere interessata a quote di maggioranza di Olimpia,. Assicurazioni Generali ha dato un’analoga risposta.
Sia il leone di Trieste che Mediobanca sono legati da un patto di sindacato su Olimpia e possono esercitare il loro diritto di prelazione entro 15 giorni dalla chiusura dell’accordo di cessione fissata per il 30 aprile da Telecom con At&t e American Movil. Lo faranno? Secondo alcune ipotesi, dietro all’apparente disimpegno di Generali e al fumoso interessamento di Mediobanca ci sarebbero contatti stretti con Deutsche Telecom per una eventuale scalata a Telecom. Tale ipotesi, se si verificasse, piacerebbe al presidente del Consiglio Romano Prodi il quale si è dimostrato molto preoccupato per un eventuale ingresso degli americani nel settore delle telecomunicazioni italiane e sarebbe anche contrariato per il defenestramento di Guido Rossi dalla presidenza di Telecom.
Ill prof. Rossi, che nella riunione del consiglio di amministrazione del 16 aprile verrà sostituito con Pasquale Pistorio (Confindustria), andando via ha messo in forse gli impegni da lui assunti, primo fra tutti uno studio sulla possibilità di una societarizzazione della rete di accesso, un progetto a cuore dell’attuale governo.
Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, in una intervista al Corriere della Sera, sostiene che l’Italia deve approvare una legge che rafforzi all’ autorità delle comunicazioni i poteri regolatori sulla rete secondo il modello britannico di Ofcom. ‘’La rete resta di proprietà Telecom, chiunque siano gli azionisti, ma con una sovranità delle regole sul suo funzionamento’’, dice Gentiloni aggiungendo che così nessuno può accusare il governo di interventismo.
Bisogna adesso vedere quale provvedimento legislativo si intende impiegare. Il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, entrato anche lui nel dibattito sulle telecomunicazioni indica il “ decreto ” per fare presto. Ma un esponente dell’opposizione Stefano Saglia (An) l’ ha definito ‘pura follia’’ mentre Benedetto Della Vedova (FI) ha dichiarato che l’ intervento, qualunque sia, comporta ‘un esproprio ai danni di Telecom e dei suoi potenziali acquirenti”.
Alfonso Maffettone/Italia Estera