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06 gen 2007PAPA, Arrivo del corteo dei re Magi in Piazza San Pietro:"Sono il simbolo di un cristianesimo che non si basa più sulla omogeneità etnica, linguistica e culturale"

CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN (Italia Estera) -  I tre re Magi sono arrivati oggi in piazza San Pietro per la manifestazione 'Viva la Befana', organizzata dal comune di Ronciglione. Centinaia di figuranti in costume hanno sfilato prima dell'Angelus del papa con i loro sontuosi costumi storici attraverso via della Conciliazione, diretti in piazza San Pietro. "I Magi - ha detto tra l'altro il Pontefice- sono il simbolo di un cristianesimo che non si basa più sulla omogeneità etnica, linguistica e culturale, ma solo sulla fede comune in Gesù, Figlio di Dio''. Al termine della cerimonia hanno consegnato alla Casa pontificia alcuni doni per Benedetto XVI: una tovaglia per l' altare della sua cappella privata, un bassorilievo in marmo di Carrara raffigurante la Madonna che presenta Gesù ai popoli della terra e una cornice con la riproduzione in argento della bolla pontificia con cui nel 1728 Benedetto XIII concesse a Ronciglione il titolo di Città.
 
''Cristo è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare'', dice il Pontefice che come il suo ''amato predecessore'' Wojtyla afferma: ''Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio! E se nel corso della storia i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di più che la luce è Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui''.
 
Benedetto XVI ha anche rivolto un monito ai ''capi dei popoli, ai ricercatori e agli scienziati'', perché ''oggi più che mai è necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civiltà, specialmente nelle grandi anime, che hanno contribuito a edificare l'umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù''.
 
Ai Magi del nostro tempo Benedetto XVI chiede dunque di impegnarsi per un nuovo ordine mondiale. E questo anche se il gigantismo dei media, annebbiando le capacità di "sintesi critica", può far perdere di vista la vera sfida della globalizzazione per un assetto politico ed economico basato su un nuovo umanesimo.
 
Celebrando la messa dell'Epifania nella basilica di San Pietro gremita di migliaia di persone e in una atmosfera festosa, Papa Ratzinger mette in guardia sul fatto che ''oggi ci accorgiamo di quanto sia facile perdere di vista i termini di quella stessa sfida, proprio perché si è coinvolti in essa: un rischio - dice il Pontefice - fortemente rafforzato dall'immensa espansione dei mass media, i quali, se da una parte moltiplicano indefinitamente le informazioni, dall'altra sembrano indebolire le nostre capacità di una sintesi critica''.
 
Benedetto XVI cerca una "chiave attuale" per interpretare le "misteriose figure evangeliche" dei Magi. E propone di identificarle in due categorie, governanti e scienziati, alle quali il Concilio rivolse due importanti messaggi conclusivi, e di aggiungere la terza categoria: "le guide spirituali delle grandi religioni non cristiane". I Magi sono dunque "una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell'umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa".
 
Per questo bisogna invitarli "a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa della civiltà, specialmente nelle 'grandi anime' - spiega papa Ratzinger - che hanno contribuito ad edificare l'umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù".
 
Visto che "Cristo è la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare", "nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio, e se - osserva il Papa - nel corso della storia i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancora di più che la luce è Cristo e che la Chiesa riflette solo rimanendo unita a Lui". I re venuti dall'oriente seguirono la stella, ma "la stella non sarebbe bastata - commenta il Pontefice - se i Magi non fossero stati persone intimamente aperte alla verità", "a differenza del re Erode, preso dai suoi interessi di potere e di ricchezza".
 
La riflessione del Papa sui Magi continua anche durante l'Angelus, davanti a una piazza gremita di diverse migliaia di persone, tra cui i figuranti con i loro sontuosi costumi storici che avevano partecipato alla manifestazione "Viva la Befana".
 
I Magi, osserva Benedetto XVI, sono il simbolo di un cristianesimo che non si basa più "sulla omogeneità etnica, linguistica e culturale, ma solo sulla fede comune in Gesù, Figlio di Dio". E se Maria, Giuseppe e i pastori "rappresentano il popolo di Israele che ha accolto il Signore, i Magi sono invece le primizie delle genti, chiamate anch'esse a far parte della Chiesa, nuovo popolo di Dio" al di là delle differenze di razza, lingua, cultura.
 
''L'esempio dei Magi di allora - osserva Benedetto XVI - è un invito anche per i Magi di oggi ad aprire le menti e i cuori a Cristo e ad offrirgli i doni della loro ricerca. Ad essi, a tutti gli uomini del nostro tempo, vorrei quest'oggi ripetere: non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace''.
 
Nel contesto della "missione universale" della Chiesa, Benedetto XVI approfitta per indirizzare "un cordiale saluto agli amati fratelli e sorelle delle Chiese orientali" che celebreranno domani il Natale, visto che seguono il calendario giuliano. Un saluto anche a tutti i bambini cristiani, dei quali oggi è in qualche modo la festa, visto che "vivono con gioia il dono della fede e pregano perché la luce di Gesù arrivi a tutti i fanciulli del mondo".(Italia Estera) -



 
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