05 gen 2007 | Roberto Saviano:'Gomorra' Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra - di Oscar Bartoli |
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ROBERTO SAVIANO Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra
IL REPORTAGE SCANDALO CHE HA COSTRETTO L'AUTORE AD ESSERE SCORTATO, PERCHE' QUOTIDIANAMENTE MINACCIATO. LE SUE VERITA' SULLA CAMORRA. Un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del "Sistema" (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari.
ROMA, 5 GEN. (Italia Estera) Centinaia di migliaia di persone hanno letto ‘Gomorra’ di Roberto Saviano, il caso letterario dell’anno in Italia. Roberto Saviano ha 28 anni, è nato e vive a Napoli. Scrive con una prosa secca e strutturata, motivo di invidia per tanti consumati autori che sfornano uno o più libri all’anno. Il titolo ‘Gomorra’ è un richiamo biblico alla situazione esistente nella Regione Canpania dove la Camorra ha ormai cambiato nome e si identifica nell’appellativo, certo più tecnologico di: ‘Sistema’. Roberto Saviano descrive questa organizzazione criminale dal di dentro o certo da molto vicino. Ed alla fine della lettura del suo libro-denuncia ti chiedi come questo giovane che con la sua Vespina si imbrancava con i ragazzi di vita, apprendisti stregoni della criminalità organizzata, che arrivava tra i primi sui posti dove venivano scoperti i morti ammazzati di camorra, che riusciva ad intrufolarsi nei laboratori gestiti dalla malavita, sia riuscito per alcuni anni a farsi accettare, non dico come uno di loro, ma certo come uno che curiosava. Ma arrivati alla fine di ‘Gomorra’ si rimane con l’animo sospeso ed un vuoto dentro la testa. Perchè Roberto Saviano è riuscito a dare vita e palpito anche ai freddi rapporti di polizia, alle burocratiche inchieste delle Procure. Ha collegato passaggi, Famiglie e nomi ed ha costruito un affresco mirabile e miserrimo di una certa Italia, che è poi, ahinoi la vera Italia. L’impero economico e finanziario costruito dalla Camorra nelle sue varie articolazioni e che secondo Saviano supera di gran lunga in proiezione internazionale Cosa Nostra, dà uno spaccato di Napoli e delle sue città satellite che è come un cazzotto al plesso solare e ti lascia senza fiato. Che il Bel Paese sia da Roma in giù controllato da Camorra, Sacra Corona Unita, Drangheta e Mafia è cosa conosciuta. Purtroppo ci si culla nelle autoassoluzioni, secondo cui stampa e letteratura, film e televisione tendono sempre di più a svaporare nella mitologia dell’eroe dark, imitando malamente il favore che la cultura pop americana dedica alle figure di banditi domestici. E si dimentica che camorra significa dominio economico di intere località, money laundry in attività definite normali, condizionamento ad ogni livello a cominciare da quello politico e religioso, omicidi a catena, vittime innocenti, forze dell’ordine incapaci di fare ordine. E la maledetta rassegnazione che attanaglia milioni di persone, secondo cui se vuoi risolvere un tuo problema personale o sentirti in qualche modo protetto e garantito devi rivolgerti ad un ‘capo bastone’. Ci chiediamo se il Presidente Romano Prodi avrà trovato il tempo di leggere o sfogliare questo libro o magari farselo raccontare da quei ministri che conoscono bene la situazione. E che, quasi sicuramente, gli avranno detto che quel Saviano in fondo non ha fatto altro che scrivere una imponente opera di pubbliche relazioni per il ‘Sistema Camorra’. Ed è il minimo che può capitare a chi si permette di rompere le scatole al manovratore. Nel frattempo la BBC imposta una trasmissione sulle città più pericolose del mondo ed al primo posto pone ovviamente Napoli con il suo stillicidio quotidiano di sangue.
Oscar Bartoli/Italia Estera
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