Servizio di Fabrizio Piccolo
ROMA, 11 DIC (Italia Estera) - Senza rivali. L’Inter cannibale che azzanna l’ottava vittoria consecutiva ad Empoli (come Herrera
e Trap, entrambi scudettati poi a fine stagione) gioca ormai solo contro se stessa. Un mese e mezzo di vittorie oggettivamente indiscusse e indiscutibili danno la corona a Mancini e stavolta senza spine. Nessuna squadra ha la rosa dell’Inter, nessuno può permettersi i ricambi dei nerazzurri che con la squadra delle riserve lotterebbero probabilmente per un posto in Europa. Si è schiantata infatti l’unica rivale possibile, la Roma, umiliata nel derby da una Lazio da record. Mai nella sua storia i biancocelesti avevano battuto i cugini con tre gol di scarto. L’impresa è arrivata nella stracittadina n.127 ed è una ferita che brucia per la Roma e non solo perché ora si trova a sette punti dalla vetta. Brucia per il nervosismo di Totti, sorpreso dalle telecamere a scalciare un avversario all’infinito, brucia perchè arriva nel momento in cui sembrava che la squadra di Spalletti avesse spalle solide e convinzioni profonde. Ora è tutto in discussione e la partita di domenica contro il Palermo assume i contorni dello scontro diretto per la seconda piazza. Non era quello che stava sognando la Roma. Proprio il Palermo nell’anticipo con il Livorno ha ritrovato gol (due di Simplicio ed uno di Amauri) e brillantezza. Il momento buio sembra superato, ora ci sarà da divertirsi. Dietro le tre ‘grandi’ c’è un’altra conferma: il Catania di Marino è quarto, con pieno merito. Battuta l’Udinese con un gol di Spinesi, la zona Champions è lì. E l’impressione è che a giocarsi il quarto posto saranno in tre: oltre agli etnei c’è l’Atalanta bella e pazza di Colantuono che prima dilaga e poi soffre con il Messina ma la spunta (3-2) e consacra una volta di più il ritorno di Doni, autore di un gol in rovesciata alla Ronaldinho. La terza pretendente è chiaramente la Lazio. Intanto continua la maledizione-Milan, che resta in zona retrocessione. Il gol è diventato ormai un incubo per i rossoneri che hanno sbagliato anche un rigore con Gilardino: solo zero a zero contro il Torino e tanta soddisfazione per Zaccheroni che contro la sua ex squadra porta via da San Siro un punto importante per cementare la rinascita del suo Toro, ora nella parte destra del tabellone della classifica. In coda ancora applausi per la Reggina (che senza penalizzazione – va detto – sarebbe in zona Champions League): battuto l’Ascoli due a uno, l’impresa della salvezza è sempre più un sogno possibile. Importante anche la vittoria della Fiorentina a Verona con il Chievo grazie ad un gol di Mutu. Ultimo pensiero per Alberto D’Aguanno (nella foto), l’inviato di Mediaset morto nella notte di venerdì per un malore improvviso a soli 42 anni. Raramente nel commemorare un collega scomparso si riscontra la stessa sintonia da parte di tutti. Unanime il cordoglio nel ricordare un giornalista serio, scrupoloso, sempre informato, sempre preciso, mai accondiscendente. Giusto l’applauso di tutti, addetti ai lavori e tifosi, giusto ricordarlo per insegnare i punti fermi di una professione che di esempi simili ha sempre bisogno per credere in se stessa.
Fabrizio Piccolo/Italia Estera