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30 giu 2006Afghanistan, il Consiglio dei Ministri vara il decreto legge sul rifinanziamento delle missioni. La sinistra critica del Prc: ''Il nostro dissenso rimane netto''

Nella foto militari italiani in Afghanistan
ROMA, 30 giu – Il Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente del Consiglio, Prodi, del Ministro degli affari esteri, D’Alema, del Ministro della difesa, Parisi, del Ministro dell interno, Amato, del Ministro della giustizia, Mastella, e del Ministro dell economia e delle finanze, Padoa Schioppa sono stati approvati: - un decreto-legge ed un disegno di legge per l’adozione di misure connesse al rientro, entro l’autunno 2006, del contingente militare italiano che partecipa alla missione internazionale in Iraq; vengono nel contempo confermate, fino al 31 dicembre, le finalità umanitarie, di stabilizzazione e di ricostruzione della presenza civile italiana in Iraq, nonché le altre missioni internazionali attualmente operative nel mondo.
Tra le ''importanti novità'' previste dal decreto, l'aumento degli stanziamenti per gli interventi umanitari in Iraq che passano da 22,9 a 33,5 milioni di euro. Altri 2 milioni sono stati stanziati come contributo intestati a fondi fiduciari Nato per l'assistenza e il reinserimento nella vita civile del personale militare in esubero in Bosnia e in Serbia.

Previsto inoltre l'invio di personale dell'Aeronautica militare in Congo per il sostegno degli osservatori dell'Onu ''in vista delle elezioni amministrative e politiche del prossimo luglio'', e l'invio di ''unità di carabinieri in Kosovo e di polizia in Palestina per le missioni Ue''.

Come annunciato la sinistra critica del Partito di rifondazione comunista  polemizza con il provvedimento. ''Come avevamo temuto l'intervento in Afghanistan avviene all'insegna della continuità e nel solco delle missioni precedenti - dicono il deputato Salvatore Cannavò e i senatori Gigi Malabarba e Franco Turigliatto -. E' il ministro della Difesa Parisi ad ammetterlo a conclusione del Cdm che ha approvato il decreto e il ddl sulle missioni all'estero che, per come sono configurate, non ci consente di approvarlo''.

''E' certamente positiva la definitiva deliberazione circa il ritiro dall'Iraq anche se la data non è ancora chiara - aggiungono gli esponenti di Rifondazione -. Ritiro che avviene grazie al contributo che in questi anni ha dato il movimento per la pace. Positivo anche lo stanziamento di fondi per la cooperazione sia in Afghanistan che in Darfur anche se attendiamo di capire come saranno impiegati e a quali finalità. Resta la delusione e l'avversione per un impianto complessivo del decreto in forte continuità con le politiche adottate dal governo Berlusconi''.

''Il nostro dissenso rimane dunque netto e nulla ha a che vedere con i destini di questo governo. Ci sembrano quindi particolarmente fuori luogo, oltre che inaccettabili, i ripetuti ricatti, come quello avanzato ieri dal ministro Parisi, o le intimidazioni mediatiche cui sono fatti oggetto quei parlamentari che hanno annunciato il loro no alla missione in Afghanistan. Resta comunque da vedere quale sarà il dibattito in Parlamento e quali saranno le reali possibilità di mutare l'impianto del provvedimento in direzione di una effettiva 'exit strategy' dall'avventura afghana. E contestualmente ci impegneremo per un reale coinvolgimento dei movimenti pacifisti con i quali intendiamo avviare un ampio confronto per individuare le modalità migliori per contrastare la guerra 'senza se e senza ma'''.



 
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