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05 ago 2006MIGRAZIONI, Uno studio sull’Italia visto dall’Argentina di Gloria Maria Ricciardi

BUENOS AIRES, LUGLIO  (Italia Estera) -  La preistoria dell’umanità si propone in termini di “migrazioni” le quali hanno giocato un ruolo fondamentale, anzi decisivo nella storia dell’uomo.
Gli studi  che hanno analizzato la dinamica dell’emigrazione italiana sono stati numerosi e l’interesse per il tema si é allargato con il cambio di ruolo svolto dall’Italia all’interno dei flussi migratori internazionali nel passaggio da paese di emigrazione a paese a prevalente immigrazione.
 
Dice Vittorio Foa “L Italia era un paese povero...ai limiti della sopravvivenza soprattutto nel Mezzogiorno. Il nodo di fondo della nostra società era l’occupazione o meglio, la disoccupazione....   La risposta...sociale fu ovviamnte l’emigrazione che riprese con forza nel dopoguerra.
 
Le due grandi esperienze migratorie dell’Italia
Con questa ripresa dell’emigrazione comincia quella eccezionale mobilità sociale che ha connotato la vita della Repubblica.
Più di ogni fattore sociale l’emigrazione ha cambiato, insieme con l’ambiente e i profili del lavoro, anche  le mete della gente.
L’emigrazione all’estero ha fatto parte e ha inciso sulla storia economico sociale e demografica italiana, e ancora oggi in qualche modo influenza. Basti pensare che l’emigrazione ha portato all’estero quasi 27 milioni di italiani tra il 1876 (anno della prima relevazione ufficiale degli espatri) e il 1988 (anno in cui e praticamnte esaurita).
 
L’Italia ha conosciuto due grandi esperienze migratorie verso l’estero: quella transoceanica degli anni a cavallo fra Otto e Novecento, la grande Emigrazione e quella del secondo dopo guerra verso i paesi europei on particolare.
Dal punto di vista strutturale la massa migrante risulta essere a nettisima prevalenza individuale e in particolare, maschile (81 %) caratteristiche che si ritrovano anche negli spostamenti transoceanici.
Si tratta di personale giovane considerando che il 16% ha meno di 14 anni.
L’ attività professionale esercitata al momento della partenza e prevalentemnte collegata al settore agricolo.
 
I quattro milioni di persone fornite di cittadinanza italiana residenti all’estero, legate al paese di origine e di appartenenza sono ancora il risultato evidente di quelle ondate emigratorie presenti ad esempio nel corso multimediale della memoria: Regioni Friuli Venezia Giulia/ www.efase.org.ar/cursos
 
La memoria dell’emigrazione
tra quelli di terza o quarta generazione
 
Con il passare dei decenni in Italia la memoria dell’emigrazione si ritrova tra gli  emigrati di terza o quarta generazione. Un rinnovato interesse per la terra di origine (presente ad esempio nel sito www.piemonteparana.org.ar/foromujeres.
Riguardo alle aree di destinazioni e di provenienza, gli emigrati si ripartiscono nell’insieme in maniera uguale fra le corrente dirette  verso i paesi europei (Francia e Germania) e quelle verso i paesi extraeuropei (principalmente Brasile,Argentina e Stati Uniti) presenti ad esempio nel sito www.anfe.it/italia/campania.
 
Una fantastica pioggia d’oro
Inoltre nell’ immediato dopo guerra erano ancora scarse  e  poco chiare le prospettive di apertura del canale svizzero come di quello tedesco prospettive che invece si sono verificate a partire della seconda meta degli anni cinquanta.
Una fantastica pioggia d’oro. Così nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento gli osservatori del tempo definirono l’afflusso di capitali verso l’Italia generato dalle rimesse dell’emigrazione e distribuitosi capillarmente nelle campagne di tutta la penisola, in particolare nelle zone piu povere, sia dell’arco alpino che dell’appenino meridionale.
Dai quasi 132 milioni di lire al valore corrente nel 1902, le rimesse complessive dell’emigrazione italiana appaiono raggiungere gli oltre 716 milioni nel 1913 media annuale poco inferiore ai 448 milioni.
Per quanto  riguarda il peso relativo delle diverse forme di trasferimento del denaro, possiamo notare come gli invii effettuati per mezzo del Banco di Napoli risultino pari al 15 % dell’ammontare complessivo delle rimesse visibili.
 
Il Banco di Napoli per la raccolta dei risparmi
A partire dal 1901 il Banco di Napoli ebbe dal governo l’esclusiva della raccolta dei risparmi degli emigrati. Un altro 15 % appare rappresentato dalle somme depositate nelle casse di risparmio postali. Il canale finanziario di gran lunga più importante per le rimesse ”invisibili” ottenute. Sono queste ultime a risultare le più consistenti e ammontano al 50 % delle rimesse totali. Non bisogna dimenticare che gli italiani avevano l’abitudine di riportare in patria nelle proprie tasche gran parte dei denari guadagnati.
Effetti molto positivi esercitano le rimesse dell’emigrazione anche sulla bilancia dei pagamenti. Una forte eccedenza delle importazioni sulle esportazioni ( 10.230 milioni di lire nei dieci anni compresi tra il 1902e il 1912 sopratutto dovuta alle necessita di approvvigionamento  di materie prime per la nascente industria siderurgica, fu coperta per il 61 % proprio dalle rimesse le quali  determinarono un avanzo nella bilancia dei pagamenti internazionali che consentì il rientro di una parte dei titoli pubblici sottoscritti all'estero.
In questo modo le rimesse dell'emigrazione divenivano una originale forma di trasferimento di risorse dalla agricoltura all’industria mediante la collocazione sul mercato internazionale a prezzi competitivi delle merci italiane piu abbondanti: la forza lavoro.
 
L’Italia si scopre paese di immigrazione
Con la pubblicazione dei dati del XII Censimento Generale della popolazione del 1981 l’Italia si scopre  paese di immigrazione. Risulta infatti che  in Italia torna ovvero  e arrivata più gente di quanta ne sia partita.
I primi arrivi di lavoratori del Terzo mondo (paesi vicini-geograficamente all’ Italia come Marocco e Tunisia ) datano agli anni settanta, costituito da flussi di lavoratori impiegati ad esempio nella  pesca  in Sicilia.
L altro gruppo appartiene alle donne (impiegate sopratutto nel lavoro domestico) proveniente dall’America latina cattolica, dall Asia e dalle ex colonie italiane.
Mentre nell’attualita i Paesi del Magreb e quelli del Europa dell’ Est rappresentano le due componenti piu consistenti dell’emigrazione italiana.
Lo sviluppo delle grandi imprese garantiscono agli immigranti un notevole grado di stabilità che dopo il 1973 é indicato come lo steriotipo industriale fordista e la fase post fordista delle societa industriali che si costituisce con la crescita dell’occupazione terziaria compresa l’area dei servizi alle persone e a volte nel settore informale dell’economia. La natura spesso precaria dell’occupazione stessa sono le caratteristiche della nuova immigrazione che la distinguono dal periodo precedente la grande Emigrazione e la Emigrazione Intraeuropea.
La data 1973 ha un valore simbolico é l’anno del primo shock petrolifero é  l’anno che inaugura in Europa le politiche restrittive dell’immigrazione con l’Answerbenstop  in Germania.
La trasformazione dell’Italia in area di immigrazione ha contribuito ai processi di internazionalizzazione e globalizzazione del mercato del lavoro e della sua economia.
La popolazione immigrata ammonta ormai  ad alcuni milioni di persone, con un fenomeno di ricongiungimento familiare e di nascita in Italia che ha rapidamente ingrossato le file della popolazione straniera residente nel paese.
La libera circolazione dei lavoratoi dei paesi entrati a far parte dell’Unione Europea ha  trasformato una parte degli immigrati in cittadini europei a pieno titolo.
Questo afflusso di popolazione giovane ha contribuito a frenare il declino demografico e il grave invecchiamento della popolazione italiana, e cosi cresce il numero di matrimoni misti.
 
“La dimensione umana dell’emigrazione”
Un certo numero di calciatori divenuti famosi e di protagonisti olimpici ha reso popolare questo nuovo volto della societa italiana., quale  ad esempio di Mauro Camoranesi, argentino naturalizzato italiano é l’ultimo anello di una storia iniziata dai  suoi compatrioti  Enrique Omar Sivori, negli anni 60 e Raimondo Orsi, tre decade prima. I tre discendenti di migrati italiani in Argentina. vestirono la casacca azzurra  e quella della Juventus
 
Per l’Olimpiade del 2020 ci si aspettano risultati di prestigio in diverse specialità dall’atletica leggera al basket grazie al contributo di questi oriundi alla rovescia.
Questi esempi spingono a pronosticare una maggiore  accettazione al volto multietnico della societa italiana.
Come referisce Vincenzo Todisco nella prefazione “La dimensione umana dell’emigrazione”. Sono nato in Ticino ma cresciuto a Zurigo  tra gli immigrati umanamente, políticamente e professionalmente. I rapporti umani, la política, la professione, su questi tre pilastri é cresciuto questo nuovo libro di Dario Robbiani, un libro che ripercorre piu di quaranta anni d’emigrazione italiana in Svizzera.
“Ed ecco il libro di Dario Robbiani, Cínkali, (Firenze 2005) dal titolo di per se emblemático perché riassume l’irrisolto paradosso della storia degli italiani in Svizzera”.
Ancora un libro sull’emigrazione. Superfluo? Tutto altro. Il lavoro di Robbiani assume un’angolazione del tutto personale e quindi nuova ed originale: la storia dell emigrazione italiana in Svizzera vista e rievocata da un cronista, scritta in modo appassionato e coinvolgente, una storia che Robbiani ha vissuto da vicino e che riporta con grande onestá e senso di respondabilitá.”
“E un libro in cui c’é molta anima, un libro che fa rivivere i drammi dell emigrazione, ma che mette in evidenza anche gli atti di solidarietá, l’impegno político, il senso per la giustizia, l’amore e il rispetto del prossimo, tutti atteggiamenti indispendabili per un lavoro di integrazione che non si riduca a subdolo tentativo di assimilazione.”
 
L'Italia da sempre terra di emigrati é ora paese di accoglienza nelle attuali vicende migratorie si intersecano e si fondono componenti diverse. E la memoria personale troppo spesso represa, la memoria  di percorsi talvolta píeni di successo, che costituisce il terreno su cui cresce e si modella il presente.
 
La cucina cinese e l’arte del cous-cous
E proprio la  mobilità che ci permette l’incontro/scontro di culture, gli italiani che emigrarono nei decenni passati ad esempio portarono nel luogo di arrivo le loro abitudini, i loro prodotti, il loro “saper fare”.
Cosi oggi gli immigrati provenienti da oriente ci propongono la cucina cinese e i magrebini ci insegnano l’arte del cous-cous. Fanno lavori che gli italiani non fanno. Abitano case che gli italiani non abitano. Costruiscono sul vecchio continente nuovi spazi, pur senza alterare quelli precedenti
Chi mai nei momenti di maggior tensione fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento avrebbe pensato che un giorno gli italiani in Francia sarebbero stati considerati a tutti gli effetti francesi.
Gradualmente si incomincia a pensare all’immigrazione in termini di persone, di esigenze e perché no di garanzie.
Cosi lentamente si impara a conoscersi ad accettarsi, a stimarsi nel lungo cammino verso la convivenza civile
 
 
Gloria Maria Ricciardi/Italia Estera
 
 
 
 
Bibliografía
Apportazione della lettura di Abstract dei testi
 “ Emigrazione e inmigrazione nella storia della societá italiana” in Macarrón Vú Cumprá mostra documentaria a cura di Emilio Franzina. Milano Teti Editore.
“Cinkali”, di Dario Robbiani  ABC tipografia s.r.l. Sesto Fiorentino-Firenze-2005
Sitios WEB consultados
Foro permante de mujeres piamontesas en Argentina FAPA
Archivo multimediale de la memoria Region Friuli Venecia Giulia
Asocion nacional familias emigradas ANFE
 
 



 
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