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27 mag 2007RIFIUTI: Napolitano telefona al sindaco, rientra la protesta a Parapoti

L’EMERGENZA RIFIUTI (a Napoli si reagisce con i fatti e con le parole)
 
Servizio di Luciano Lombardini
 
MONTECORVINO PUGLIANO (SALERNO), 27 MAG –(Italia Estera) -  Il sindaco di Montecorvino Pugliano, Domenico Di Giorgio esulta insieme con i cittadini che protestano contro la riapertura della discarica di Parapoti, dopo il colloquio telefonico avuto questo pomeriggio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano . Nel corso della telefonata, secondo quanto riferisce il sindaco di Montecorvino, il presidente della Repubblica si sarebbe dichiarato sensibile alle richieste dei manifestanti.
 
Questa mattina il primo cittadino aveva rivolto un appello al Capo dello Stato per fornire ai cittadini che protestano contro la riapertura della discarica di Parapoti garanzie "super partes".
 
Nel corso della telefonata, secondo quanto riferisce il sindaco di Montecorvino, il presidente della Repubblica si sarebbe dichiarato sensibile alle richieste dei manifestanti. Il sindaco da parte sua si è rivolto a Napolitano: "Mi perdoni per quello che sta succedendo - ha detto - ci fidiamo di lei". Dopo la telefonata i manifestanti hanno lasciato i binari.
 
E' emozionata Rosetta Sproviero, la 'pasionaria' della protesta contro la riapertura della discarica di Parapoti. “Il Capo dello Stato ci ha chiesto un ennesimo sacrificio, e cioé la riapertura della discarica per venti giorni. Noi lo faremo. Venti giorni, dopo 23 anni di sofferenza, é un sacrificio che si può sostenere".  La ‘pasionaria’ che ha guidato la protesta contro l'apertura di Parapoti anche tre anni fa, la telefonata del Capo dello Stato,  proprio non se l'aspettava.
 
“I binari sono stati  sgombrati, ma il presidio, davanti ai cancelli della discarica continuerà ad esserci” - sottolinea la Sproviero - . "Vogliamo che le nostre richieste, domani, siano formalizzate nero su bianco  Solo allora, solo dopo che ci avranno assicurato che il sito di Parapoti non sarà mai più utilizzato e che la discarica riaprirà solo per venti giorni, il presidio sarà tolto".
 
E’ dovuto intervenire il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per mettere fine alla protesta e, forse, anche ad una storia lunga più di vent'anni come quella della discarica di Parapoti, nel comune di Montecorvino Pugliano in provincia di Salerno.
 
Per quasi tre ore, come tre anni fa nel giugno del 2004, l’Italia è rimasta divisa in due con il blocco della circolazione ferroviaria. Una protesta estrema da parte dei cittadini per affermare il loro “no” alla riapertura.
 
Per affrontare l'emergenza rifiuti in Campania, il commissariato straordinario aveva deciso di riaprirla, dopo che, nel febbraio 2005, un decreto ne aveva disposto la chiusura (la discarica era aperta dal 1996 mentre in un altro sito, Colle Barone, nello stesso comune, sono stati sversati rifiuti dagli anni '80). Una decisione che ai cittadini del Salernitano proprio non e' andata giù. Da qui il blocco, giorni fa, dell'accesso alla discarica con un presidio permanente. Da qui la decisione, oggi, di occupare i binari, poco dopo le ore 12, lungo la linea Tirrenica in località Pagliarone e all'altezza dell'aeroporto di Pontecagnano.
 
Al centro della protesta la "mancanza di fiducia" verso il commissario Bertolaso che "già una volta aveva assicurato che Parapoti non sarebbe stata più utilizzata" e, di conseguenza, la paura che i 20 giorni di riapertura possano essere molti di più. Ecco perché oggi il loro appello i cittadini lo hanno voluto lanciare al Presidente Napolitano, "l'unica persona di cui ci fidiamo".
 
E l’appello è stato davvero raccolto dal Capo dello Stato che, poco prima delle 15, ha telefonato al sindaco. Quando il sindaco di Montecorvino Pugliano ha risposto al telefono, la voce gli tremava e aveva le lacrime agli occhi. "Ci perdoni presidente per quanto sta accadendo - ha esordito il sindaco - ma mi creda è l'unica persona in cui questa gente crede, noi ci fidiamo di lei".
 
"Ci ha detto che le nostre richieste saranno accolte - ha poi detto ai cittadini il sindaco - e che domani saranno formalizzate in un incontro con Bertolaso". La Sproviero, parla della "fine della storia che forse arriva". Ma intanto il presidio resta.
Luciano Lombardini/Italia Estera
 
 
L’EMERGENZA RIFIUTI
(a Napoli si reagisce con i fatti e con le parole)
 
Come si reagisce a Napoli all’emergenza rifiuti? Con i fatti e con le parole.
Con i fatti. A Napoli – ci dicono i giornali – “dilaga la rabbia; i cittadini esasperati svuotano i cassonetti spargendo poi i sacchetti su tutta la carreggiata”. Cercare di risolvere il problema della sporcizia creandone ancora di più dimostra che la frase “rimboccarsi le maniche” è intesa, a Napoli, in un senso molto particolare.
Napoli reagisce con le parole: le parole di Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto italiano di studi filosofici che, come ci dicono i giornali, “ha trasformato il Palazzo Serra di Cassano in uno dei centri culturali  più importanti d’Europa”. Il filosofo napoletano sermoneggia: “Le responsabilità vanno messe nel conto dei governi nazionali che si sono alternati in questi anni: hanno abbandonato la formazione dei giovani e si sono rassegnati ad avere qui una sottoclasse dirigente. Mi sembra inutile adesso cercare capri espiatori tra gli amministratori locali.” Ed ancora: “Siete davvero così ingenui da credere che la camorra si riduca alla sua manovalanza? La vera camorra è la borghesia napoletana.” Ed infine : “In questa città sono nate alcune delle migliori menti d’Italia, nel 1799 una generazione di patrioti ha dato la vita per gli ideali di libertà. E a Napoli, in mezzo alla ‘monnezza’, si deciderà il futuro dell’Italia e dell’Europa intera.” Insomma, la colpa è dello Stato, la borghesia è colpevole, Napoli espanderà in tutta l’Europa la sua filosofia.
Grazie ai due esempi che ho appena dato, non bisogna faticare molto per capire quali sono le cause principali alla base dello sfascio napoletano, di cui il problema della rimozione dei rifiuti è la maleodorante cartina di tornasole. Le cause sono da ravvisarsi in una particolare mentalità incentrata sul culto della scaltrezza che fa scacco alla legalità; su un ipertrofico “senso dello Stato” che va a scapito di un normale senso civico (la responsabilità è attribuita alle istituzioni, raramente agli individui e mai a se stessi); sul senso di classe, anzi di casta; sulla precedenza delle parole (l’oralità incontinente) sui fatti.
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