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10 gen 2007L’informazione per gli italiani all’estero

L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
 
BUENOS AIRES - 9 GEN. - Tribuna Italiana/Italia Estera - Il governo ha lanciato una consultazione tra gli addetti al settore dell’informazione, ma anche tra il pubblico, con l’intenzione di preparare una nuova legge sull’editoria. La prima legge della Repubblica sull’argomento è del 1946. Da allora molte norme sono state approvate per regolare sia l’editoria che l’emittenza radiofonica e televisiva. Oggi con i nuovi media e lo sviluppo delle nuove tecnologie, sottolinea il governo, si rende necessario aggiornare l’ordinamento del settore.
E’ chiaro che quello dell’editoria è un settore vitale per molti aspetti. In primo luogo per quanto riguarda uno strumento fondamentale della democrazia. L’informazione infatti, la sua libertà, la sua obiettività, la sua pluralità, la sua indipendenza, sono indicatori indispensabili del grado di maturità di una democrazia. Non ci sono democrazie sviluppate se non c’è una informazione robusta di quelle caratteristiche. Il dibattito in Italia a questo riguardo è molto intenso già da anni.
Il governo ha preferito invece di presentare un suo progetto da sottoporre alla discussione dei diversi settori interessati alla questione, proporre un questionario, curato da un gruppo di esperti coordinato dal primo responsabilità dell’Autorità garante delle telecomunicazioni Enzo Cheli.
Nè la lettera che accompagna il questionario, nè lo stesso questionario, fanno neanche il minimo riferimento all’editoria italiana all’estero o ad altre forme di informazione, nè rivolte alle comunità italiane nel mondo, nè fatte in seno a tali comunità.
E’ vero che nel panorama dell’informazione e dell’editoria italiana, la quota che riguarda gli italiani all’estero ha proporzioni modeste. Questo dato in realtà dovrebbe far riflettere i responsabili politici italiani che, ignorandolo, dimostrano - ennesima conferma - che non ci conoscono. Non sono consapevoli dell’importanza delle comunità italiane nel mondo e non conoscono le enormi possibilità di sviluppo per l’Italia che tale presenza può avere. Ma non dovrebbero ignorare che dall’anno scorso gli italiani residenti all’estero votano ed eleggono i propri rappresentanti al Parlamento italiano. Non vogliamo credere a qualche malpensante che sostiene che qualche politico italiano sarebbe tentato di rimettere in discussione il nostro voto, approfittando dell’intenso dibattito che comincia a svilupparsi sulla riforma elettorale.
Esclusa (esclusa?) quella possibilità, bisognerebbe ricordare a Roma che un cittadino meglio informato, è più responsabile del suo voto. Nelle ultime elezioni i periodici italiani all’estero hanno, abbiamo, svolto, con le limitate risorse di cui disponiamo, la principale opera di informazione per i nostri concittadini che dovevano votare. Specificamente per quanto riguarda l’Argentina, c’è stata un’opera di sensibilizzazione e di informazione da parte di tutti i media della collettività, che ha portato a un risultato di eccezionale partecipazione, nonostante le limitazioni del sistema di voto per corrispondenza.
Quest’opera è stata resa possibile grazie al fatto che chi opera nel settore, lo fa generalmente per passione e a un altro fatto, non meno importante, che esiste una rete di media della collettività, di variegata professionalità, ma generalmente fatta per spirito di servizio, che è sostenuta principalmente dalla comunità, che legge i nostri giornali, che ascolta i programmi radiofonici, che segue i programmi televisivi e si collega ai siti internet creati in seno alla nostra comunità. Come per tanti altri settori, gli aiuti dell’Italia sono arrivati dopo che gli italiani qui emigrati avevano creato le basi. Tali aiuti, sono insufficienti, sono tardivi, sono mal distribuiti e sono solo per la carta stampata.
Una legge quadro per l’editoria o meglio, per l’informazione, dovrebbe prevedere fondi per le varie categorie. I programmi radiofonici attendono da anni un sostegno tante volte promesso e mai arrivato. Lo stesso vale per i programmi televisivi fatti localmente. I media telematici vanno sostenuti se fanno opera di informazione.
Specificamente per quanto riguarda la legge per l’Editoria italiana all’estero o per l’estero, c’è da ricordare che ci sono due fondi. Il primo, di due milioni di euro, che viene distribuito tra circa duecento testate, in Italia e all’estero, destinato alla stampa periodica (settimanali, quindicinali, mensili, bimestrali, trimestrali, ecc). Il secondo, di qualche milione in più, è destinato alle testate quotidiane che sono pubblicate almeno cinque volte alla settimana. Ci sono quotidiani italiani in Canada, negli Stati Uniti, in Venezuela e in Australia.
La nuova legge dovrebbe prevedere, oltre a un aumento sostanziale dei fondi, come è stato più volte promesso, anche un riordino dei criteri di assegnazione. Oggi i fondi vengono distribuiti a pioggia e con criteri discutibili. Serietà, professionalità, qualità, dovrebbero essere i criteri principali per assegnare i contributi, tenendo conto anche dei Paesi dove operano le testate e del pubblico al quale si rivolgono. Il controllo della tiratura se verrà fatto attraverso un ente specifico e indipendente può essere benvenuto, a patto che il costo non comporti una riduzione importante dei fondi destinati alla promozione della nostra stampa e che i controlli non arrechino ulteriori aggravi di risorse alle amministrazioni delle nostre testate.
L’anno che è appena cominciato, ha per noi che facciamo la TRIBUNA ITALIANA, un significato speciale. Come ha ricordato il nostro direttore emerito e fondatore Mario Basti, abbiamo iniziato l’anno del nostro 30º anniversario. Trent’anni informando la collettività italiana non sono pochi, senza contare i precedenti 20 anni che il dott.Basti ha dedicato ai connazionali attraverso le pagine del Corriere degli Italiani, insieme ai suoi collaboratori di allora.
Lo spazio è insufficiente per continuare a parlare di questo importante traguardo, raggiunto grazie al sostegno e alla fedeltà di migliaia di connazionali che ci accompagnano da decenni. Torneremo sull’argomento. Ma oggi vogliamo ricordare che senza informazione non c’è vera democrazia. E senza giornali l’informazione non è completa. La nuova legge per l’editoria deve prevedere il sostegno anche all’editoria per gli italiani all’estero.


MARCO BASTI



 
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