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02 gen 2007Ban Ki Moon da ieri è il nuovo Segretario Generale: "Darò una scossa all'Onu"

Servizio di Attilio Pisani
 
NEW YORK, DAL PALAZZO DI VETRO 2 GEN (Italia Estera) -   Da ieri all’ONU c’è il nuovo Segretario Generale, Ban Ki Moon. 62enne sudcoreano, Ban Ki Moon si è insediato al 38° piano del Palazzo di Vetro nelle vesti di successore di Kofi Annan. E’ stato eletto dai 192 Paesi dell'Assemblea generale per acclamazione su raccomandazione unanime del Consiglio di Sicurezza. E’ l'ottavo segretario generale dell'Onu. In precedenza l'incarico è stato ricoperto da Trygve Lie (Norvegia) fra il 1946 e il 1952; Dag Hammarskjbld (Svezia) fra il 1953 e il 1961, morto in un incidente aereo in Africa; fra il 1961 e il 1971 da U Thant (Birmania); dal 1972 al 1981 Kurt Waldheim (Austria); dal 1982 al 1991 Javier Perez de Cuèllar (Peru); dal 1992 al 1996 Boutros Boutros-Ghali (Egitto) e, ovviamente, Kofi Annan (Ghana), dal 1997 al 2006.
 
CHI E’
Tutti parlano bene di Ban Ki Moon, l’ex ministro degli Esteri sudcoreano, che da oggi è il nuovo segretario generale dell'Onu.
Gli Stati Uniti lo elogiano per la sua affidabilità, l'Italia per la convergenza sulla riforma del Consiglio di Sicurezza, il Vaticano per l'attenzione dimostrata negli anni, e i paesi in via di sviluppo per gli aiuti ricevuti da Seul.

“La riforma del segretariato, la ricostruzione della fiducia tra i Paesi membri e un maggiore coordinamento nel lavoro saranno le mie priorità”, ha detto Ban, aggiungendo di sentire “un grande senso di responsabilità” per l'incarico che ha assunto.
 
Il sottosegretario italiano agli Esteri Gianni Vernetti, che per la sua delega a seguire l'Asia ha già avuto tre incontri bilaterali diretti con Ban Ki Moon, dice che “La verità è che il ministro coreano sarà un ottimo segretario generale dell'Onu, sotto tutti i punti di vista. Abbiamo avuto modo di verificare la convergenza su temi come la riforma generale dell'Onu, il forte impegno a favore della democrazia e dei diritti umani, e la lotta al terrorismo. Ha la grande dote di risultare gradito tanto ai paesi ricchi, quanto a quelli in via di sviluppo, e questo conterà per l'efficacia della sua azione».
 
Non si è ancora insediato, si può dire, e già è stato definito “lo stakhanovista di Seul”, proprio come è noto in patria. 
 
L’ex ministro degli Esteri della Corea del Sud per il momento avrà per casa una camera d’albergo per l’inagibilità della residenza di Sutton Place che per almeno otto mesi sarà oggetto di una ristrutturazione del valore di 4,9 milioni di dollari .
 
Studente liceale in America negli anni ‘60, venne premiato dal presidente John F. Kennedy, negli anni ‘70 diventò lo sherpa della nuova costituzione sudcoreana e dopo aver bruciato le tappe della diplomazia a New Delhi e Washington è tornato a Seul prima come ministro degli Esteri e poi nelle vesti di consigliere per la sicurezza del presidente Roo Mun-Hyun.
 
Ban Ki Moon nel  momento del giuramento, il 13 dicembre scorso, preannunciando impegni che suggeriscono la volontà di risollevare la credibilità dell’Onu non solo negli Stati Uniti ma nel mondo intero, affermò: “Il mio obiettivo è contribuire a creare un mondo più pacifico, più prospero e più giusto per le nuove generazioni”. “La mia prima priorità sarà di ripristinare la fiducia nell’Onu e tenterò di agire per armonizzare, superare le differenze, rendendomi accessibile e pronto ad ascoltare».
 
Ed ha mantenuto fede alle sue dichiarazioni già con le prime nomine avvenute ieri stesso: a diventare capo di gabinetto è Vijay Nambiar, ex consulente particolare di Annan e diplomatico indiano molto stimato per saper coniugare tatto e determinazione, mentre Michelle Montas, giornalista haitiana protagonista con il marito Jean Dominique di una battaglia per la democrazia, guiderà l'ufficio stampa al posto del francese Stephane Dujarric.
 
La scelta di Nambiar è un chiaro segno di voler ristrutturare energicamente dall’interno l’elefantiaca struttura del Palazzo di Vetro; mentre la scelta della Montas  significa forte attenzione sul fronte della democrazia, e sta ad indicare il cammino che il nuovo Segretario Generale  vuole intraprendere.
 
Fonti Onu riferiscono inoltre che la messicana Alicia Barcena dovrebbe essere nominata sottosegretario generale per l'amministrazione e il management, un posto precedentemente occupato dagli Usa, che ora vogliono gli affari politici o il peacekeeping. Barcena era il capo dello staff di Annan.
 
Ma non si sa ancora chi sarà al dipartimento degli affari politici, ora in mano al nigeriano Ibrahim Gambari, e voluto sia da Gran Bretagna che da Stati Uniti.
Il peacekeeping è gestito dal francese Jean-Marie Guehenno, che potrebbe restare al suo posto ancora per diversi mesi.
 
Per dare un posto importate a Usa e Gb, entrambi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, alcuni funzionari hanno suggerito di dividere il dipartimento di peacekeeping in due.
 
La scossa al Palazzo di Vetro è già iniziata. Lo fa capire la portavoce del nuovo Segretario Generale Choi Soung-Ah: Rivolgendosi al personale  ha detto che d’ora in poi si lavorerà sodo: “Il nuovo segretario generale lavorerà duro, forse tornerà in albergo solo a mezzanotte”.  E nelle ore che hanno preceduto l’inizio del suo incarico “lo stakhanovista di Seul” ha già incontrato gli ambasciatori dei 15 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza e quindi anche quello italiano Marcello Spatafora con il quale ha discusso il tema della riforma del massimo organo dell’Onu, soffermandosi anche con interesse sull’impegno del governo di Roma per la stabilità del Medio Oriente.
 
Attilio Pisani/Italia Estera
 



 
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