Servizio di Carmine Ragucci
BRASILIA, 1 GEN (Italia Estera) - La cerimonia del reinsediamento del presidente Luiz Inacio Lula da Silva è iniziata nel pomeriggio. Accompagnato dalla moglie di origine italiana Marisa, è sfilato a bordo di una Rolls Royce scoperta per le strade della capitale brasiliana. Una cerimonia un po’ dimessa per espresso desiderio di Lula (sono stati invitati solo gli ambasciatori) ed alla quale era presente un solo uomo politico straniero il nostro ministro degli Esteri Massimo D’Alema, ma nella qualità di amico personale del Presidente .
Lula da Silva ha parlato durante la cerimonia del suo reinsediamento alla presidenza del Brasile per altri quattro anni. Si prepara a rilanciare la lotta alla fame e alla miseria durante il suo secondo mandato presidenziale: "Io mai mi dimenticherò da dove vengo: ho mantenuto, mantengo e manterrò il mio compromesso di curare prima coloro che hanno bisogno. Governare per tutti è il mio cammino, ma difendere gli interessi dei più poveri è ciò che mi guida in questa camminata".
Lula, che nei prossimi quattro anni è chiamato a confrontarsi con una fase di depressione dell'economia da un lato - il prodotto interno lordo del gigante latino americano è cresciuto di appena il il 2,3% nel 2005 e per il 2006 si prevede un aumento compreso tra il 2,7 e il 3% - e la lotta all'inflazione dall'altro.
Il secondo mandato, ha sottolineato il presidente, servirà ancora "a difendere gli interessi dei più poveri", che in lui hanno riposto di nuovo fiducia senza ritenerlo coinvolto negli scandali di corruzione che travolsero il Partito dei Lavoratori e gratificati per questo, dopo la tornata elettorale, di un aumento intorno all'8,5% del salario minimo.
"Io credo che Lula sia il leader più significativo della sinistra latinoamericana", ha detto D'Alema parlando con i giornalisti. Lula ha elaborato un'esperienza del tutto originale. Lula viene dal sindacalismo cattolico ed ha una forza politica eterodossa. Quando nessuno più scommetteva su Lula candidato, io mi permisi di dire che si sbagliavano, che non avevano idea delle risorse umane di Lula. Siccome Lula è un uomo che ha generosità e memoria, mi è rimasto particolarmente amico".
"Una parte del sistema dell'informazione ha considerato Lula liquidato: i brasiliani no - ha osservato il ministro degli esteri - Il che significa che in Brasile l'informazione ha molto meno credito del presidente. Quindi quando si parla di caduta di credibilità del presidente, forse bisognerebbe invece fare qualche riflessione autocritica. Perché se questa campagna che c'é stata contro Lula, così violenta, non ha ottenuto nessun risultato, vuol dire che chi la conduce non gode di nessun credito". "C'era una grande paura di Lula - ricorda ancora D'Alema - Io sono stato in Brasile durante la prima campagna per la presidenza quattro anni fa, in quanto vice presidente dell' internazionale socialista e in quanto persona convinta del valore che aveva la candidatura di Lula. C'era grande preoccupazione nel mondo imprenditoriale. Si temevano le nazionalizzazioni, si temeva che il Brasile non avrebbe rispettato gli impegni internazionali con gli organismi finanziari. Noi li riunimmo per dire loro che non dovevano avere paura della sinistra brasiliana, che è una sinistra moderna."
D’Alema, che anche qui è accompagnato dal sottosegretario agli esteri, Donato Di Santo, ha annunciato che per la fine di marzo verrà in Brasile anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi, e che è in Brasile anche per preparare la sua visita, che dovrebbe avere un dossier di iniziative concrete alle quali stiamo lavorando"
Carmine Ragucci/Italia Estera