22 mar 2006 | Confronti elettorali, Casini e Rutelli su tasse e riforme |
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Il presidente della Camera: ''Non dico bugie agli italiani''. E sulle famiglie: ''Sì a un patto''. Non si é parlato delle tasse che pagano gli italiani all'estero
ROMA, 22 mar. (Italia Estera) - Tasse, famiglia, riforme. Sono alcuni dei temi toccati questa sera dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il leader della Margherita Francesco Rutelli nel corso del faccia a faccia in onda sul TG1, moderato da Mimun e con due giornalisti di eccezione Ferruccio De Bartoli direttore del Sole 24 ore e da Pierluigi Magnaschi il direttore dell'ANSA.
''E' sbagliato non dare abbastanza spazio alle donne ed è importante farlo con le quote rosa, visto che la autoregolamentazione non ha funzionato'' ha detto il presidente dei dielle il quale, al presidente del Consiglio che nei giorni scorsi era tornato sul tema, ha replicato: ''Una promessa, cioè un terzo di donne ministro forse avrebbe potuto dimostrarla già nei fatti. Se non sbaglio erano solo due su una trentina, i ministri donna di questo governo. Quindi - ha aggiunto - è sempre meglio dimostrare di averlo fatto che non prometterlo''.
''Non sono un piazzista, non mi piacciono le promesse elettorali, non dico bugie agli italiani. Non so quante donne sarei nelle condizione di immettere, non mi impicco né al 50% né al 30%. Non è modo di fare politica'', è stata la replica dell’esponente dell’Udc a una domanda sull’argomento. Quanto alla famiglia, secondo Casini una politica in questo senso ''è stata la grande assente negli ultimi 20-25 anni. Nessuno l'ha fatta''. ''Naturalmente - ha aggiunto immediatamente dopo - parlo di famiglia così come è prevista nella Costituzione, non parlo di unioni civili parificate alla famiglia in fatto di diritti''.
''Tanta retorica e poche politiche'': questa l'opinione di Rutelli per quanto riguarda la politica della Cdl su questo tema. ''Serve una svolta - sottolinea allora - e per questo noi abbiamo ci siamo posti obiettivi concreti e non retorica perché la famiglia è la pietra angolare della nostra società''. In ogni caso, non vi è ''nessunissima parificazione tra le unioni civili e la famiglia'' fondata, come prevede la Costituzione, sul diritto naturale. ''Da questo punto di vista è stata una prova di disattenzione del centro destra ignorare le tante convivenze - e non parlo delle unioni omosessuali - tra persone anziane che decidono di stare insieme, di stipulare un accordo tra loro, che decidono di acquistare una casa e così via'', ha continuato il dille.''Casi umani, giusti'', ha sottolineato, che non vanno tuttavia confusi con la famiglia.
Sulla legge elettorale, la terza carica dello Stato ha detto: ''Sono destinato ad avere ragione il giorno dopo'', riferendosi alla mancanza delle preferenze. Quando il presidente della Margherita si lamenta perché ''questa legge ci sottrae la possibilità di scegliere i candidati, ha ragione al 101%''. ''Bastava però - ha ricordato il presidente della Camera - che votasse l'emendamento presentato dal nostro partito'' proprio per introdurre le preferenze. E invece ''siamo rimasti isolati nella maggioranza e nell'opposizione''. Dopo averla voluta, ora ''tende a sconfessare una legge elettorale che ha voluto in prima persona'', ribatte l’ex sindaco di Roma che ammonisce: ''Se a questa legge fossero state aggiunte le preferenze sarebbe stato un vero disastro, perché avremmo avuto delle circoscrizioni enormi come Roma o Milano, con una lievitazione altissima dei costi e campagne elettorali multimiliardarie''.
Quanto alle tasse, ''quando Prodi dice di voler armonizzare la tassazione dice di voler alzare la tassazione rispetto a oggi'', ha affermato Casini aggiungendo: ''Anche sulla tassa di successione, Prodi dovrà spiegare quali sono grandi patrimoni che vuole colpire. C'è preoccupazione, perché temiamo che alle fine vogliono tassare Bot e Cct''. ''Noi siamo seri: se prendiamo un impegno lo manteniamo. Abbiamo parlato di taglio delle tasse e non di aumento, come tenta di dire confusamente il centrodestra'', assicura dal canto suo Rutelli.
Durante l'appello finale Francesco Rutelli ha detto:"Noi ci crediamo. L'Italia è una grande nazione, gli italiani sono un grande popolo. Ce la possiamo fare, dobbiamo rimboccarci le maniche, ma possiamo tornare a crescere". Il leader dei Dl critica "l'ottimismo sparso a piene mani da Berlusconi, le cifre vuote, che non corrispondono alla consapevolezza degli italiani e delle famiglie" perché oggi, per la prima volta dal dopoguerra, "i giovani temono di tornare indietro" e hanno meno speranza nel futuro. "Aiutateci - conclude Rutelli rivolto agli elettori - a ridare all'Italia più dignità, più unità e più forza. Insieme ce la possiamo fare".
Nei fermo immagni del TG1, dall'alto: Casini, Rutelli, Mimun, De Bortoli, Bagnasco
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