06 mag 2006 | Le reclute della Guardia svizzera giurano in Piazza San Pietro per i 550 anni della fondazione |
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CITTA' DEL VATICANO, 6 mag – (Italia Estera) - E' stata piazza San Pietro quest'anno, invece del tradizionale cortile di San Damaso, a fare da scenario alla cerimonia del giuramento delle 33 reclute delle guardie svizzere. Come ogni 6 maggio, in ricordo dei 147 "svizzeri" caduti nel 1527 per difendere Clemente VII dai Lanzichenecchi, i nuovi soldati hanno proclamato la loro fedeltà al Papa, se necessario fino alla morte.
Il più piccolo esercito del mondo festeggia i 500 anni della fondazione per questo è stato scelto il suggestivo scenario di Piazza San Pietro. Per la solennità della ricorrenza, erano presenti anche gruppi di altri eserciti ed un gruppo interforze italiano composto da Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza e drappelli di corpi storici britannici e spagnoli.
Il comandante della Guardia Svizzera, il colonnello Elmar Theodor Mader, nella sua imponente alta uniforme ha pronunciato il discorso di saluto e, nella circostanza, ha espresso ai colleghi italiani la partecipazione al "dolore" per i caduti di ieri a Kabul.
Per il giuramento le 33 reclute sono giunte in marcia dalla caserma interna al Vaticano fino al sagrato della basilica, accolte dagli squilli di tre trombettieri e da un grande applauso della folla.
Le reclute, 22 di lingua tedesca, nove francese e due italiana, hanno giurato ognuna, com’è tradizione, con la mano sinistra sulla bandiera e la destra con tre dita aperte, a indicare la Trinità. Il cappellano Alois Jehle ha letto la formula generale del giuramento, e ogni recluta ha pronunciato la parte finale impegnandosi a difendere il Papa, anche fino al sacrificio della propria vita, e ad essere fedeli ai cardinali in caso di sede vacante.
L'intera cerimonia si è svolta in tedesco, francese, italiano e romancio, le quattro lingue della Guardia, e quest’anno non si è sentita la lingua ladina perché non ci sono reclute che la parli.
Ospiti eccezionali anche i partecipanti alla marcia storica delle guardie svizzere in congedo, partiti il 7 aprile dalla Svizzera e giunti il 4 maggio a Roma, percorrendo la stessa strada dei primi "svizzeri" che entrarono a Roma il 22 gennaio del 1506, da piazza del Popolo, assoldati da papa Giulio II della Rovere, che aveva ammirato le capacità militari degli svizzeri, capacità della quale del resto aveva parlato già lo storico romano Tacito. Dopo pochi anni, durante il sacco di Roma del 1527, la Guardia avrebbe dimostrato la propria fedeltà al Papa, con il sacrificio di 147 soldati per difendere Clemente VII.
Nel corso del giuramento degli alabardieri la banda della Guardia Svizzera ha suonato l'inno pontificio. Al termine, un calorosissimo applauso ha accompagnato le reclute che nella bellissima divisa di taglio rinascimentale, gialla e azzurra, tornavano in caserma.
Il giuramento ha richiamato almeno ventimila persone in piazza San Pietro, moltissimi dai cantoni svizzeri, presente anche il presidente della Confederazione elvetica, Mortiz Leunenberger.
Erano presenti diversi cardinali. Il sostituto alla segreteria di Stato mons. Leonardo Sandri rappresentava il papa ed era in compagnia del "ministro degli Esteri" del Papa Giovanni Lajolo.
A.g.P./Italia Estera
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