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05 apr 2006 Sensazioni e domande

L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
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BUENOS AIRES 5 APR -Tribuna Italiana/Italia Estera - Viviamo ore di attesa. Mancano poche ore alla chiusura dei seggi della Circoscrizione Estero. Infatti, gli uffici elettorali presso ognuno dei Consolati italiani in tutto il mondo riceveranno fino alle locali ore 16 di domani le buste con i voti dei cittadini italiani residenti nelle rispettive circoscrizioni e dopodomani, con dei voli specialialmente organizzati, partiranno per l’Italia per portarli a Roma, ove saranno scrutinati a partire dal pomeriggio di lunedì 10, quando si saranno concluse le elezioni nel territorio italiano.
Allora conosceremo i risultati e oltre a conoscere i nomi dei nostri deputati e senatori, con i dati alla mano, potremo capire come sono andate le prime elezioni tra gli italiani residenti all’estero.
Intanto però, possiamo ribadire quanto abbiamo scritto la settimana scorsa e cioè, che per alcuni, c’è la sensazione che le cose non sono andate proprio bene e che ci potrebbe essere anche una certa delusione.
I problemi che si sono verificati in questa ripartizione del Sud America, e da quel che sappiamo, più specificamente in Argentina, hanno riguardato specialmente un numero che non conosciamo, ma che abbiamo la sensazione che sia elevato, di connazionali che non hanno potuto votare.
Potremmo elencare nuovi casi da aggiungere a quelli che come esempio, abbiamo citato la settimana scorsa. Come quello della connazionale trentina che vive con il marito e due figli. Quattro cittadini italiani residenti a casa. Due hanno ricevuto il plico e due no. Accompagna la figlia nel Consolato, e trova che non è iscritta all’elenco elettorale, anche se qualche mese fa aveva consultato il Comune e risultava tutto in ordine. Si fanno le carte per trasmettere i dati al Comune perché confermi l’iscrizione o la faccia. In teoria il Comune dovrebbe rispondere entro le 24 ore. Ma non è successo così. Prima la signora ha telefonato al Comune, dove la conoscono, e le hanno assicurato che non avevano ricevuto il fax dal Consolato, documento indispensabile per procedere. Alla fine, al Consolato - da dove non le hanno telefonato per avvisarla, come invece avevano assicurato che avrebbero fatto -  hanno detto che la risposta era arrivata solo nel fine di settimana. Cosa sarà successo?
O il caso del dirigente di una associazione regionale che è andato alla sede consolare ed ha capito, perché l’ha provato di persona, il senso di quell’espressione usata dal candidato di Forza Italia Giovanni Di Raimondo nell’intervista alla TRIBUNA ITALIANA: “man mano che ci si allontana da Roma, per l’amministrazione dello Stato siamo sempre meno cittadini e sempre più sudditi e le strutture dello Stato meno efficienti, meno trasparenti e meno efficaci”.
Ci sono altri casi, ma non ci dilunghiamo sulla casistica. Come dicevamo la settimana scorsa però, pur se si presupponeva che l’organizzazione delle elezioni all’estero avrebbe rappresentato una sfida per l’amministrazione dello Stato, non priva di difficoltà e di insidie, sembra - questa è la sensazione - che la realtà sia stata ancora più complessa di quanto si prevedeva alla vigilia.
Ripetiamo ancora che parliamo di “sensazioni”. Non ci sono ancora dati, che sono in definitiva quelli che contano. Ma l’impressione che si ha è che il numero di plichi da distribuire e di quelli effettivamante consegnati sia stato inferiore a quello dei distribuiti in occasione dei referendum e delle elezioni dei Comites. A cominciare dall’elenco elettorale che ha ridotto, invece di aumentarlo, il numero dei cittadini che avrebbero potuto votare. Da quello che si sa, solo in Argentina più di 30mila elettori sono stati depennati dall’elenco utilizzato nelle precedenti consultazioni. La famosa “operazione mailing”, che avrebbe dovuto rendere più certa e più completa la schiera dei cittadini che avrebbero potuto votare, è diventata invece uno strumento per renderla ancora più incerta. Infatti, non pochi cittadini che finora avevano sempre ricevuto tutti i plichi, tutte le comunicazioni, che  avevano potuto sempre votare, questa volta non hanno ricevuto niente e non hanno potuto votare. Anche perché un conto è recarsi al Consolato, anche con le difficoltà e costi che richiede a una persona che abita a Buenos Aires o nei dintorni e un conto è per esempo per chi vive nelle province del Nord o del Sud,  fare cinquecento, seicento, mille chilometri per andare a votare a Cordoba, a Rosario o a Bahía Banca.
Poi c’è la sensazione, l’impressione, che questa volta la consegna delle  buste elettorali da parte del Correo Andreani è stata (ancora?) meno efficiente che nelle occasioni precedenti. Ci sono dubbi, ci sono inadempienze, insufficienze. Non tutti quelli che non hanno ricevuto la busta elettorale, sono stati visitati tre volte dai postini di Andreani. Non tutti i postini hanno consegnato le buste ai titolari o ai loro parenti. Non tutti quelli che si sono rivolti a Andreani in cerca della propria busta, hanno avuto risposte soddisfacenti. Su altre denunce, preferiamo non farci eco perché non abbiamo elementi concreti per parlarne. Perché c’è anche il rischio che qualcuno stia cercando di ingigantire i problemi per poter poi dire: “Avete visto che non si dovevano fare elezioni all’estero?“ Perché alcuni tra quelli che maggiormente protestano, rappresentano settori politici che, anche dopo l’approvazione del voto, hanno continuato a mettere in dubbio la convenienza di far votare gli italiani residenti all’estero e sono, oltretutto, settori politici che hanno poche chances di vincere all’estero.
Ci sono comunque alcuni dati certi, che testimoniano che non tutto è andato liscio. Lo conferma la decisione di prolungare fino a domani, l’attenzione presso le sedi consolari, per consentire ai cittadini che non avevano ricevuto il plico elettorale di reclamarlo nei Consolati. E purtroppo in alcune sedi consolari, l’attenzione ha lasciato molto a desiderare, facendo ricordare le parole del ministro Tremaglia durante la sua visita a Buenos Aires nel 2004, quando disse che l’attenzione ai connazionali, in alcuni consolati italiani in Argentina, non era degna di un Paese civile.
Alle ore 16 di domani si chiuderano gli uffici elettorali dei Consolati. Lunedì sera o martedì, dovremmo conoscere i dati di queste prime elezioni all’estero. Se la “sensazione” di questi giorni sarà confermata dallo scrutinio, sarebbe bene cercare risposte ad alcune domande che oggi vengono prepotentemente fuori. Le inadempienze sono state il frutto di una insufficiente organizzazione delle diverse tappe elettorali all’estero o della mancanza di previsione o della volontà di dimostrare l’inopportunità del voto all’estero? Le eventuali insufficienze hanno avuto come scopo affondare il nostro voto o forse favorire determinate liste?
La “sensazione” che abbiamo è che ci sono stati problemi, ma solo lo scrutinio potrà confermare o smentire tale sensazione e la gravità degli eventuali problemi.
Intanto attendiamo. E auguriamoci che si sia trattato solo di una sensazione, che i fatti potrebbero (ma è possibile?) smentire.
 
MARCO BASTI Tribuna Italiana/Italia Estera
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