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30 gen 2006La grande accozzaglia di Prodi di Salvatore Albelice

BRUXELLES, 30 GEN. (Italia Estera) - L’elettorato italiano è per la maggior parte orientato verso posizioni moderate. È al centro che si decide la competizione elettorale, nella capacità di attrarre tali soggetti verso l’uno o l’altro schieramento. Per lo schieramento di centro destra è ancora più importante far sì che questa ampia porzione di elettorato vada a votare e non si astenga il prossimo 9 aprile.
L’interesse del centro-sinistra è ovviamente opposto: mantenere il barometro dell’umore degli elettori concentrato sul pessimismo, per far sì che questa ampia porzione di elettorato si continui a ritenere “stanca della politica”, disgustato da essa e convinto che il suo voto sia ininfluente sui destini del paese: in breve, non motivato ad andare al voto!
Perché? Perché il centro-sinistra è pienamente consapevole della propria incapacità di attrarre verso di sé tali elettori e, conseguentemente, ne preferisce e ne incentiva l’astensione.
 
Tale incapacità è diretta conseguenza della composizione stessa dell’alleanza stretta dai partiti moderati della coalizione di Prodi con le ali più estremiste della sinistra radicale.
Rutelli, intervistato pochi giorni fa da Fazio a “Che tempo che fa’” ha definito il centro-sinistra come un “grande condominio” dove sono rappresentate tante idee diverse e a volte divergenti e, all’interno del quale, per far funzionare bene il tutto, occorre trovare ragionevoli compromessi.
 
A ben guardare, più che un condominio, l’alleanza con cui Prodi intende guidare il Paese è, in realtà, una “grande accozzaglia” all’interno della quale si confrontano e, molto spesso, si scontrano posizioni che definire differenti è un simpatico eufemismo! La realtà è che questo schieramento è nato e resterà solo un’alleanza anti-berlusconi (in pieno stile da sinistra antagonista), incapace di dare risposta a temi fondamentali per il futuro dell’Italia.Come può un tale groviglio di opinioni ed interessi dare al Paese le risposte di cui esso ha bisogno in questo momento? Il passato, anche recente, ha già fornito esempi e situazioni che sono a dir poco raccapriccianti.
Alcuni esempi.
 
La politica estera: i governi Prodi e D’Alema della precedente legislatura non sarebbero mai stati in grado di approvare scelte fondamentali per la politica estera italiana senza l’appoggio del centro-destra. Tutte le missioni di pace che i nostri contingenti conducono nelle aree più calde del pianeta sotto l’egida ONU o NATO sono state approvate e portate avanti grazie ai voti dei partiti di centro-destra. L’operazione militare a tutela della minoranza albanese in Kosovo è stata permessa dal comportamento responsabile e leale (nei confronti dell’Occidente a cui l’Italia appartiene) dei partiti dell’alleanza guidata da Silvio Berlusconi.
 
Il mondo in cui viviamo presenta, oggi più che mai, sfide e pericoli, il terrorismo in primis, a cui si deve rispondere in modo coerente e autorevole. Solo il centro-destra garantisce tali coerenza e autorevolezza (che in politica estera di traducono in forza e prestigio). Con il centro-sinistra al potere l’Italia sarebbe una banderuola ostaggio di no-global e pseudo-pacifisti.
 
La politica energetica: l’Italia è tra le prime sette potenze industriali del pianeta. Questa posizione garantisce agli Italiani (al di là di tutti proclami e le grida del centro-sinistra) ricchezza e benessere. Oggi si parla molto della perdita di competitività delle nostre industrie a favore delle nascenti potenze economiche dell’est asiatico. Per spiegare tali difficoltà, però, quasi nessuno pone l’accento su un aspetto fondamentale e strategico della politica industriale: l’approvvigionamento di materie prime e risorse energetiche a prezzi competitivi. L’Italia è il paese in Europa con il più alto costo medio dell’energia. È ovvio, ma in pochi sembrano ricordarsene a sufficienza, che senza energia non si produce.
 
Non solo. Come sta finalmente apparendo chiaramente in questi giorni a risorse energetiche razionate, senza energia non si vive neanche bene!
Il governo Berlusconi, per la prima volta dopo decenni, ha posto la questione energetica in primo piano. È ormai di un paio di anni fa (anche se forse qualcuno finge di dimenticarsene) la definizione del nuovo piano energetico nazionale e la decisione di modificare il mix energetico che alimenta l’Italia. Meno petrolio e più centrali a carbone pulito. È ovvio che gli effetti di tali decisioni si potranno vedere solamente nel medio-lungo periodo, ma è un indiscutibile merito di questo governo l’aver compreso la rilevanza strategica dell’elemento energia.
 
Un altro grande merito, che stavolta spetta direttamente all’attuale Presidente del Consiglio, è l’aver pronunciato in pubblico un’espressione che in Italia sembrava ormai una bestemmia: energia nucleare! Perché sia chiaro: l’energia nucleare, come dimostrano i casi di Francia e Svizzera, vicine dell’Italia, è l’unica fonte di energia inesauribile. I costi di avviamento e di manutenzione sono enormi, ma i benefici in termini di produzione energetica ed indipendenza strategica dai grandi fornitori di gas naturali e petrolio sono impagabili!
 
Cerchiamo ora di analizzare come la “Grande Accozzaglia” sarebbe in grado di fronteggiare le grandi scelte strategiche di politica energetica. Partiamo dall’ultimo punto: la necessità di riconsiderare l’opzione nucleare come una via percorribile. Vi riuscite ad immaginare Bertinotti e Pecoraro-Scanio che accettano anche solamente di discutere su un tale argomento? E ve li immaginate, quando si tratterà di costruire le nuove centrali a carbone pulito e il comune di turno scenderà in piazza per bloccarne i lavori? Da quale parte si schiereranno? Da quella dell’Italia o da quella degli strillatori di turno?
 
Le proposte del centro-sinistra si potranno tutt’al più concentrare, inevitabilmente, su soluzioni all’apparenza seducenti (energia eolica, solare, idroelettrica e via dicendo), ma dalla dubbia efficienza in termini di produzione energetica e che, a ben vedere, presentano in ogni caso un impatto ambientale non trascurabile. Si pensi ai grandi “mulini” per la produzione di energia eolica. Una distesa di eliche a perdita d’occhio non significa forse tonnellate e tonnellate di cemento disperse su chilometri e chilometri di terreno?
 
È ovvio che soluzioni alternative vanno tenute in considerazione e attentamente soppesate anche in virtù di specificità geografiche (si pensi ad esempio alla possibilità di utilizzo dell’energia solare per uso domestico nel sud Italia o l’eventualità di sfruttare le caratteristiche eoliche di alcune aree del Paese), ma un serio piano energetico nazionale comportano la necessità di sopportare alcuni sacrifici in termini ambientali. Bisogna trovare il giusto equilibrio e compromesso tra le due esigenze. L’alternativa è continuare a perdere competitività economica ed indipendenza nei confronti dei grandi fornitori di risorse naturali.
Ancora una volta il centro destra può prendere le decisioni necessarie, il centro-sinistra no!
 
La politica previdenziale: la struttura demografica dell’Italia sta cambiando in maniera radicale. Meno figli per famiglia e vita mediamente più lunga. Il trend è evidente: saremo di meno e più vecchi. Di fronte a questa realtà non si possono chiudere gli occhi, pena scontrarci con una realtà insostenibile e con margini di manovra nulli. Bisogna agire ora con lungimiranza.
 
Una soluzione è quella di favorire l’immigrazione per sostituire con forze fresche straniere le affievolite forze italiane. È un’opzione, ma deve essere condotta con oculatezza e consapevolezza, perché un’immigrazione sconsiderata porta a pericolose tensioni sociali e, se viene portata avanti in modo incotrollato e “clandestino” non arreca nessun beneficio, perché gli irregolari non pagano né tasse, né contributi per dare ossigeno al nostro sistema previdenziale. In ogni caso si tratta di un’opzione pericolosa. Ed è quella che il centro-sinistra ha cavalcato nella precedente legislatura e che il centro-destra ha corretto in quella che volge al termine.
La soluzione da percorrere, perché interamente controllabile, è quella di promuovere una responsabile e strutturale riforma del sistema previdenziale italiano. Si ricordi bene: i costi del sistema previdenziale rischiano, a breve, di schiacciare i conti pubblici italiani e di innescare una spirale pericolosissima dove tutte le pensioni saranno a rischio, non solo quelle future.
 
Il centro-sinistra è in grado di promuovere una riforma responsabile del sistema previdenziale? Ancora una volta la risposta è no! Uno dei maggiori gruppi di pressione all’interno dell’Unione è quello dei sindacati. E i sindacati fondano la propria forza sugli iscritti ai quali promettono la tutela dei diritti che, giorno dopo giorno, vanno trasformandosi in privilegi. Privilegi, perché rischiano di ledere i diritti dei giovani che si affacciano oggi sul mercato del lavoro. Privilegi, perché tali si debbono definire i “diritti” che non ci si può più permettere e che graveranno su altre persone.
E quali sono questi privilegi? Su tutti l’età pensionabile. Occorre restare lavoro più a lungo come oggi accade in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Occorre insistere su forme di pensione integrativa.
 
In una sola frase, occorre saper rinunciare a qualcosa per il bene comune.
Il centro-destra, accusato di esasperato individualismo e di tutela delle situazioni di privilegio, ha portato avanti questa riforma a tutela di tutti: dei lavoratori di oggi e di quelli di domani. Ha voltato pagina, per il bene del Paese. E lo ha fatto in una situazione di congiuntura economica difficile e negativa. Lo ha fatto nonostante ondate e ondate di scioperi promossi dai sindacati a tutela di diritti-privilegi di cui potranno beneficiare solo alcuni, in ogni caso.
 
La Grande Accozzaglia capeggiata da Romano Prodi non sarà in grado di adottare scelte così impopolari e allo stesso tempo così necessarie.
Ma la cosa assolutamente incredibile e, per certi versi, ridicola è che il centro-sinistra non è neanche in grado di adottare e sostenere scelte che, invece, sono popolari e necessarie.
Si pensi all’aumento delle pensioni minime. Qual è l’unico grido della sinistra e dei sindacati? Il governo doveva fare di più e meglio! Certamente, ma il governo, in una congiuntura negativa, ha fatto quello che nessun altro aveva fatto in precedenza. Con maggiori risorse, quindi, avrebbe fatto di più!
 
Si pensi all’abolizione delle imposte di successione. Ancora una volta che cosa rimprovera la sinistra al governo? Questa riforma va a beneficio solo di coloro che hanno immensi patrimoni e ricchezze!
 
È vero? O non è anche vero che chi ha grandi disponibilità di beni e liquidità in fondo non ha neanche problemi a pagare tali imposte, mentre chi eredita magari solo un bene immobile e su questo deve pagare imposte sostanziose, magari è addirittura costretto a vendere tale bene per poter ottemperare agli oneri imposti dall’erario? Allora, è proprio vero che questa riforma va a beneficio solo dei più ricchi?
 
Per tutti questi motivi, l’elettorato moderato non può votare per la Grande Accozzaglia. Prodi e i suoi alleati lo sanno bene ed è per questo che si augurano che l’astensionismo rimanga elevato nella prossima tornata elettorale.
 
Per questi stessi motivi, però, è fondamentale che l’elettore moderato vada al voto e sia ben consapevole che gli interessi che gli premono veramente non saranno mai tutelati dall’alleanza di centro-sinistra, ma solamente dalla Casa delle libertà. Gli interessi, i bisogni, le aspirazioni dell’elettore moderato saranno annacquate e imbalsamate dalle incoerenze, dalle incertezze e dai contrasti della Grande Accozzaglia.
La prospettiva che questa offre all’Italia in questo periodo di grandi sfide è, nella migliore delle ipotesi il mantenimento di un assoluto immobilismo!
Forse, però, è proprio l’immobilismo che desiderano le grandi lobbies economiche, sociali e dell’informazione schierate con il centro-sinistra.
 
Altrimenti non è possibile comprendere la cieca avversione che tali componenti hanno manifestato in questi anni nei confronti delle tante riforme intraprese e portate a conclusione dal governo Berlusconi.
 
Salvatore Albelice  Presidente Delegazione Azzurri nel Mondo – Belgio
Candidato Circoscrizione Europa di Forza Italia.
 



 
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