ROMA, 13 feb - (Italia Estera) - La grande protesta che ha richiamato a Bruxelles, circa ottantamila lavoratori il 19 marzo del 2005, aveva costretto il neo presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, a sospendere la proposta formulata nella direttiva cosiddetta Bolkestein, prevista dalla costituzione Europea sulla liberalizzazione dei servizi. In effetti la proposta poco conosciuta, rischiava di annullare completamente il modello Sociale Europeo. Le forti pressioni politiche, sociali e sindacali, hanno costretto a seguito dell’Euro manifestazione di Bruxelles, un congelamento del testo, in seguito modificato e presentato alla commissione Mercato Interno, che non è stata in grado di procedere al voto per l’eccesso di emendamenti presentati (oltre 600 pagine). La discussione è stata così rinviata al giorno di S.Valentino, 14 febbraio 2006, per volontà soprattutto della allora presidenza britannica (il cui governo è da sempre grande sostenitore della libera circolazione di mezzi e servizi), ma trova ancora una forte opposizione della maggioranza dei paesi firmatari della Costituzione Europea.
In sostanza la direttiva Bolkestein prevede di esportare da parte di un paese membro agli altri paesi della Comunità Europea, tutta una serie di servizi, mantenendo per i lavoratori addetti, i livelli economici, sociali, previdenziali e di sicurezza del paese di origine.
La C.E.S. l’organizzazione che ha al proprio interno la rappresentanza di oltre 60 milioni di lavoratori, ha inviato agli euro parlamentari un forte segnale di critica sui contenuti della proposta originaria. La CES propone una totale revisione della direttiva Bolkestein, e si schiera con l’appello lanciato trasversalmente da un folto gruppo di Europarlamentari che hanno presentato numerosi e significativi emendamenti da discutere nella prossima riunione.
Chiamando i lavoratori alla manifestazione di Strasburgo,si legge in una nota dei Frontalieri, la Confederazione dei Sindacati Europei intende riaffermare il parere negativo sulla direttiva, anche se ritiene importanti alcuni richieste di modifica della stessa, che si possono riassumere in questi punti fondamentali.
• Riduzione drastica del campo di applicazione della direttiva, escludendo dalla stessa i servizi di interesse generale e di interesse economico generale, in particolare i servizi sanitari e sociali, audiovisivi, postali, gas elettricità e acqua, ambientali e agenzie di lavoro temporaneo;
• Distinzione tra l’accesso all’attività(che ricade sotto le direttive del paese di provenienza)e l’esercizio dell’attività di servizio(che deve sottostare alle norme del paese dove il servizio è prestato).
• Applicazione senza pregiudizio del diritto del lavoro, compreso il diritto di azioni sindacali, di sottostare agli accordi collettivi e alle norme attinenti alla sicurezza sociale degli stati membri.
• Rafforzamento delle possibilità di controllo dello stato di prestazione e imposizione di doveri di controllo dello stato di origine.
• Specifica dell’attività di cooperazione amministrativa, con introduzione di un meccanismo che possa vigilare in caso di pregiudizio alla salute o alla sicurezza delle persone.
• Introduzione di una clausola di revisione a tre anni dall’entrata in vigore della direttiva Bolkestein
CGIL-CISL-UIL partecipano alla manifestazione di Strasburgo, con i colleghi Svizzeri dell’OCST e UNIA con l’intero Consiglio Sindacale Interregionale assieme a tutti i CSI Europei, per dire:
NO’ ALLA CANCELLAZIONE DELLO STATO SOCIALE IN EUROPA
SI’ AD OCCUPAZIONE –MOBILITA’ SERVIZI DI QUALITA’ MIGLIORE IN EUROPA
SI’ UGUALI CONDIZIONI DI LAVORO E DI REGOLE DI TRATTAMENTO
SI’ AD UNA EUROPA SOCIALE ED EQUA