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Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


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Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
03 feb 2006Chi ha paura dei lupi mannari? di Silvana Mangione

New York, 3 feb. (Italia Estera) - "Per anni ho sostenuto che l’esercizio in loco del diritto di voto per gli italiani all’estero, con l’elezione diretta di diciotto rappresentanti al Parlamento, non sarebbe mai diventato realtà. Ultimamente mi sono convinta che parteciperemo davvero alle consultazioni italiane del prossimo aprile e completeremo la piramide dei livelli di rappresentanza degli italiani all’estero: Com.It.Es., CGIE, parlamentari". Parte da queste considerazioni l’articolo che Silvana Mangione, membro del Cdp del Cgie, ha scritto questa settimana per "a modo mio", rubrica che tiene su La gente d’Italia, quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia. Dalle dichiarazioni del senatore di Forza Italia Pessina al decreto sulle anagrafi degli italiani all’estero passando per la perdurante immobilità del Consiglio generale degli italiani all’estero, la Mangione fa il riepilogo di un’altra settimana di passione per il voto degli italiani all’estero.
"Il 31 gennaio, però, le agenzie d’informazione per l’emigrazione hanno riportato, e trascrivo: "Il sistema di voto per corrispondenza degli italiani all’estero si presta a non rappresentare correttamente la volontà del votante. Rimane quindi il forte sospetto che il voto per corrispondenza si presti a delle azioni non totalmente corrette, a dei brogli". Lo ha asserito il senatore Vittorio Pessina, garante per Forza Italia per le comunità degli italiani nella East Coast degli Stati Uniti, intervistato da "Volti e Voti", trasmissione che il canale satellitare Leonardo dedica al voto degli italiani all’estero
(vedi AISE del 31 gennaio h.16.03). L’intervista sarà trasmessa il 6 febbraio. Ad avviso dell’esponente del partito guidato da Silvio Berlusconi è dunque "bene pensare a spostare il voto" dal momento che "il sistema attualmente in essere non è sufficientemente garantista". Secondo Pessina: "i risultati elettorali verranno contestati perché ci saranno mille modi e mille ragioni per poterlo fare". E "questo comporterà ricorsi infiniti al TAR e ritardi nella definizione degli effettivi risultati". Riguardo poi alle liste degli elettori "ci sono anche problemi nell’individuazione di chi sarà il soggetto votante. È stata, infatti, riscontrata una disparità tra liste AIRE e liste del Ministero dell’Interno".
Il fatto che il senatore Pessina – non soltanto garante di Forza Italia per le comunità della East Coast degli USA, ma anche invitato a tavole rotonde sul voto all’Istituto Italiano di Cultura e oggetto di interviste pubblicate dalla stampa italo-americana in occasione delle sue visite a New York – sia incorso in un madornale lapsus nel distinguere, come se fossero due cose diverse e contrapposte, la lista del Ministero dell’Interno e l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) che è, appunto, la lista del Ministero dell’Interno, è un primo segnale di quanto approfondimento sia stato dedicato da alcuni alle questioni degli italiani all’estero.
La data delle esternazioni di Pessina è di per sé importante e non può costituire una coincidenza. Come riporta l’AISE, "il 31 gennaio è scaduto il termine per la pubblicazione di un Decreto del Ministro dell'Interno, di concerto con i Ministri degli esteri e per gli italiani nel mondo, contenente il numero aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero nelle singole ripartizioni". Questo è quanto ribadito il 26 gennaio scorso dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Learco Saporito, che così ha risposto all’interrogazione con cui Valdo Spini (Ds) chiedeva al Governo notizie sull’elenco definitivo dei cittadini italiani residenti all'estero, che potranno essere elettori nelle prossime elezioni politiche. "I tempi di pubblicazione – ha ricordato Saporito – sono contenuti nell'articolo 7, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 2003. Nel pieno rispetto di tale scadenza, il decreto in parola – ha comunicato il Sottosegretario - è attualmente alla firma dei ministri interessati e sarà reso pubblico nei prossimi giorni". Spini nella sua replica si è dichiarato soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo auspicando "che il decreto del Ministro dell'interno contenente il numero aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero nelle singole ripartizioni venga emanato nei termini indicati dalla risposta del sottosegretario"
(vedi AISE del 31 gennaio h.13.46).
Il 31 gennaio è passato e il decreto non c’è ancora. Unendo a questo le dichiarazioni del Senatore Pessina ci sarebbe da preoccuparsi davvero. Daniele Marconcini, presidente dell’Associazione dei Mantovani nel Mondo scrive un lungo articolo dal titolo: Elezioni politiche 2006. Decisivo il voto degli italiani all’estero? Come sappiamo la nuova legge elettorale italiana sancisce il ritorno al sistema proporzionale senza preferenze e con la concessione di un premio di maggioranza, che alla Camera si gioca sul territorio nazionale, ma al Senato viene attribuito Regione per Regione. Dopo aver fatto alcuni esempi, con riferimento ai risultati del Senato, Marconcini scrive: "Dato che dal 1994 ad oggi nessuna coalizione in Italia ha avuto più del 50% dei voti a livello nazionale, la partita elettorale è ancora tutta da giocare con un attore non previsto: il voto degli italiani all’estero".
In Italia, l’immaginario collettivo è convinto che tutti gli italiani fuori dai confini siano schierati dalla stessa parte politica del Ministro per gli Italiani nel Mondo, ma le tre elezioni del CGIE – 1991, 1998, 2004 – hanno dimostrato il contrario. La maggioranza di governo ne è pienamente cosciente. È interessante, allora, notare la strana coincidenza per cui le esternazioni di Pessina, tese a rinviare le elezioni degli italiani all’estero sine die – ossia ad una data da destinarsi, che potrebbe non arrivare mai – giungano mentre è in corso un attacco a tutto campo anche contro il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che, per ora, costituisce il massimo livello di rappresentanza dell’emigrazione. Negli ultimi mesi, alcune persone che giocano in un certo cortile e portano battaglie decise dall’alto, cercano di azzerare, con l’insistenza della goccia che scava la pietra, l’esistenza stessa del Consiglio. Vien da pensare che questi attacchi siano conseguenza logica del fatto che oltre due terzi degli eletti al CGIE, fin dal primo mandato, si riconoscono nei princìpi del centrosinistra. Forse è vero, dato che gli stessi ambienti avevano già cercato, senza successo, di invalidare l’elezione di due Consiglieri, vicini al centrosinistra, per farli decadere e sostituirli con i primi dei non eletti, vicini, invece, al centrodestra.
Falliti quei due tentativi, sembra quasi che sia stata studiata un’altra strategia su più ampia scala. A gennaio 2006 le agenzie di stampa scoprono una sentenza del TAR che, esaminato un ricorso dell’agosto 2004, dichiara nullo il decreto di nomina dei consiglieri CGIE di nomina governativa, per rilevate discriminazioni nei requisiti e nelle forme della scelta degli enti di riferimento. Le interpretazioni restrittive della sentenza insieme ad una diffida degli avvocati, quest’ultima in nessun modo cogente, vengono usate per paralizzare il CGIE, a soli tre mesi dalle consultazioni politiche, quando il monitoraggio del Consiglio Generale avrebbe costituito una garanzia della trasparenza nella gestione delle consultazioni all’estero. Contemporaneamente sale di volume la canea contro il CGIE: "Con l’elezione dei diciotto al Parlamento italiano non c’è più bisogno del CGIE", scrivono personaggi in gran parte iscritti ai CTIM – Comitati Tricolori – associazione che fa capo al Ministro per gli Italiani nel Mondo. Subito dopo il senatore Pessina dice, in parole povere: "non eleggiamoli questi diciotto, almeno non ora".
Le coincidenze stanno davvero diventando un po’ troppe e perfino chi, come me, non vuole credere ad un piano segreto, si domanda come mai sta succedendo tutto questo e perché.
Facciamo due o tre passi indietro. L’AIRE e gli schedari consolari sono oggetto di una legge dell’ottobre del 1988. Perché due anagrafi? L’articolo 5, comma 1, della legge 27 dicembre 2001, N. 459: "Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero" recita: "Il Governo, mediante unificazione dei dati dell’anagrafe degli italiani all’estero e degli schedari consolari, provvede a realizzare l’elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all’estero, finalizzato alla predisposizione delle liste elettorali, distinte secondo le ripartizioni" della circoscrizione estero per le votazioni per l’elezione delle Camere e per i referendum. Malgrado l’ottimo lavoro di Consolati, Ambasciate e Ministero degli Esteri, l’elenco “aggiornato” è ancora in continuo divenire. Sembra un magma lavico, non riconducibile ad unità e stabilità. Perché? Perché mentre in Italia l’elenco elettorale si aggiorna automaticamente in base ai dati dello stato civile, all’estero ciò non può avvenire per una serie di ragioni. Le abbiamo elencate mille volte, ma una volta di più non fa male a nessuno. In parecchi paesi – ad esempio gli Stati Uniti – l’anagrafe dei cittadini, come la conosciamo noi, non esiste. In parecchi paesi – ad esempio gli Stati Uniti – gli italiani risiedono capillarmente dappertutto, ma le circoscrizioni consolari sono grandi due o tre volte l’Italia, i consolati hanno al massimo il 50-60% del personale, i fondi per le missioni consolari spesso non coprono nemmeno le spese di viaggio dei consoli all’incontro annuale con l’ambasciatore, i Com.It.Es. e i Consiglieri del CGIE a Washington. Per fare le cose ci vogliono risorse umane e materiali. Il bilancio del Ministero degli Affari Esteri italiano – già fra i più bassi a livello europeo, nonostante la nostra rete diplomatico-consolare sia fra le più estese del mondo – è stato ulteriormente ridotto nelle Finanziarie degli ultimi cinque anni. I fatti sono fatti. I proclami altisonanti sono soltanto parole e lasciano il tempo che trovano. I proclami sono stati resi pubblici sia dopo l’annuncio della paralisi del CGIE, sia dopo le dichiarazioni di Pessina. Il CGIE è ancora bloccato. Speriamo che la stessa sorte non tocchi al voto per gli italiani all’estero, rinviato a data da destinarsi in base ai sondaggi di chi ha paura che gli emigrati non votino secondo nostalgia, ma secondo tutte le sfaccettature di opinione che esistono in Italia. Chi vuole azzerare tutte le massime forme di rappresentanza agli italiani all’estero? Chi ha paura dei lupi mannari?".



 
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