Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
26 gen 2006L’affare UNIPOL e il conflitto di interessi di Salvatore Albelice

BRUXELLES, 26 GENN. - (Italia Estera) - Passata la tempesta dell’affare (o malaffare) UNIPOL, (Gruppo assicurativo della sinistra italiana)a cose più calme, possiamo avanzare qualche considerazione su quanto accaduto e su quanto detto,  scevra, speriamo,  di passionalità e/o di spirito giustizialista. 

Sull’onda del governo Prodi/D’Alema  il centro sinistra era convinto di vincere le elezioni del 2001 e quando si è ritrovato perdente, la frustrazione è stata tale che tutte le parti (partes, partiti) del centro sinistra hanno cominciato a vomitare all’unisono un’acrimonia verso Berlusconi e la sua vittoria personale.
 
In questo momento di analisi transazionale del centro sinistra, vennero da loro represse tutte le altre ragioni politiche e si concretizzo’ in Italia, -esportato subito dopo all’estero-,  un sentimento di reprimenda verso la persona di questo demone, di questa anomalia politica che era Berlusconi.
Come un Tam Tam, in nome del conflitto di interesse (il cui disegno di legge la Commissione parlamentare presieduta da D’alema, non ha voluto approvare), e della questione morale (sic !) ad esso connessa, un sentimento di disapprovazione, di fastidio e di astio verso Berlusconi-politico si sparso per l’Italia e per l’Europa. Di Pietro, pur essendo le sue idee e i suoi valori più vicini a quelli della Casa delle Libertà, si è determinato a collocarsi nel centro sinistra, solo per non essere detto di affiancarsi all’immorale Berlusconi.
 
Non essendo egli un politico grande e perspicace non poteva che fare quel tipo di scelta emozionale.
Quali siano ora le sue considerazioni a cospetto dell’affare Unipol, si possono solo intuire, ma non saranno mai da lui esplicitate, « per la contraddizion che no’l consente ».
Dopo la vittoria di Berlusconi, la stampa e i media all’estero, soprattutto quelli dominati dalla sinistra, imperterriti, tutti i giorni e in tutte le occasioni si facevano ripetitori e divulgatori con una costante campagna di disinformazione del messaggio pregiudizievole del centro sinistra italiano.
Cosi’  lo spirito giustizialista avverso Berlusconi : « Dagli all’untore, dagli all’immorale »,  da italiano si faceva europeo.
 
Cosi forte era la disinformazione, cosi’ tanto l’astio e la passionalità di questi imbonitori, che alcuni dirigenti o ministri, come Tremaglia,  della Casa delle Libertà, sulla scia di uno pseudo senso di colpa, sono stati tanto accondiscendenti per fair play da permettere  agli iscritti e simpatizzanti del centro sinistra di continuare vegognosamente ad occupare sempre  più posti nella pubblica amministrazione italiana e nelle istituzioni  all’estero. Sono questi stessi favoriti che da sempre recalcitrano contro Berlusconi a fare proselitismo partitico a favore del centro sinistra, in Italia e all’estero.
 
Quali siano anche le considerazioni dei giornalisti, italiani ed esteri,   dopo il malaffare UNIPOL, dopo che la questione del  « conflitto di interesse », di gran lunga più imponente di quanto  essi potessero immaginare coinvolgesse Berlusconi, si è ora scoperta abitare e vivere nella sinistra italiana, neanche cio’ ci è dato sapere. Anche perché tutti hanno già, per una sorta di rimozione collettiva,  recepito l’invito di Fassino a « mettere una pietra sul passato e pensare al futuro » ;
 
A un mese dall’éclat de l’affaire UNIPOL, in presenza di prove provate di responsabilità politica della connessione economico-politico-finnziaria  UNIPOL/sinistra italiana, Fassino e compagni non hanno altro da dire che  « mettiamoci una pietra sopra », quando  per un decennio  stampa, media e politici del centro sinistra hanno sbraitato per il presunto e mai provato conflitto di interessi di Berlusconi.
I giornalisti denigratori non hanno mai sentito, in verità, quel dovere deontologico (mi si perdoni la ridondanza), virtù essenzile di ogni giornalista, di sottoporre a verifica e al vaglio critico, qualunque informazione si volesse dare. Ora, presumiamo tale stampa e tali media siano scornati e, come Gargantoi, si calino il cappello sulla faccia.
 
Fassino, ora, impetra da ogni pulpito di calare il sipario sull’affare UNIPOL e invita a fare campagna elettorale sul confronto dei « veri » problemi dell’italia. Udite ! udite !, che bella esibizione di faccia tosta !. Viene solamente da rabbrividire, se si pensa che da quando è in vita il governo Berlusconi, per la sinistra italiana, per i vari Fassino, Diliberto, Bertinotti, Pecoraro Scanio , Prodi, il « vero » problema dell’Italia e degli Italiani é sempre stato e solo il presunto « conflitto di interessi » di
Berlusconi .
 
Questo é stato ed é, si chiamava e si chiama « giustizialismo » della  sinistra italiana (ed europea).Ora  che  il vero bubbone d’Italia, che covava già dai tempi di « Mani pulite », prima di ogni Berlusconi, é esploso nella sua metastasi finale, rivelando la collusione tra cooperative rosse, UNIPOL e partito, nell’intento di divenire tutti insieme primo gruppo bancario d’Italia, per l’autofinanziamento presente e futuro -(prima era la U.R.S..S. a finanziarli)-, per la sinistra  tutto questo non è conflitto di interesse.
Per loro è più comodo demonizzare Berlusconi, attribuendogli un peccato, che in realtà era il loro peccato.
 
Il bombardamento della sinistra e del centro sinistra su tale questione, stava, in realtà, dando ottimi frutti : un aumento di elettorato di sinistra, di preferenze nei sondaggi elettorali, che ora Fassino teme di perdere con l’affare UNIPOL ; percio’ la parola d’ordine è  « sminuire ».
Ma  Berlusconi giustamente gli risponde che la cosa « non finisce qui ».
 
Prodi, da parte sua, come se tutto questo non lo riguardasse, alle domande dove si fosse imboscato, ai continui inviti a pronunciarsi sull’affare UNIPOL, non ha avuto altro da dire, come un giuggiolone, : « Ma io stavo a casa » ;
E no, caro Prodi, se sei capo di una coalizione, la cui componente principale, il D.S., è coinvolto in qualcosa che ha forte rilevanza politica, come il conflitto d’interesse della sinistra, non puoi startene affacciato al balcone e attendere che ti giungano direttive.
Un tale atteggiamento,  puo’ far solo capire chi , nella coalizione cosiddetta  « Unione », è il burattino e chi i burattinai.Anche le altre componenti dell’Unione, su questo affare in generale hanno preferito tacere, manifestando in parte il loro imbarazzo.
 
La stampa estera su questo problema, rattandosi di qualcosa che coinvolge la sinistra, è apparsa  più comprensiva.  Tace, o quanto meno non è assordante ; forse perché gli stessi giornalisti  per non compromettere la loro carriera professionale, costruita sulla denuncia quotidiana  del « presunto » conflitto di interesse di Berlusconi, ora preferiscono minimizzare o addirittura glissare sull’accaduto.
 
Dall’altra parte, di fronte al malaffare UNIPOL,  gli esponenti della Casa delle Libertà con molto rispetto per l’avversario politico e al contrario di quanto essi hanno fatto nei riguardi di Berlusconi,  hanno evitato la deriva giustizialista.
E’ con molto pudore e forte senso delle istituzioni che Casini ha affermato  « che la politica non si fa nei tribunali » ; tuttavia, non tanto per dissentire da Casini, ma per un senso di giustizia, ci sembra almeno doveroso ricordare che questa affermazione di principio non ha impedito alla sinistra di fare, per quasi un decennio  (mentore la magistratura di sinistra), del giustizialismo il banco privilegiato della propaganda anti-Berlusconi.
 

Gli epigoni e i fuochi fatui

L’ avversità politica e personale contro Berlusconi e il suo governo é stata ed é tale che tutti gli epigoni del centro sinistra sparpagliati all’estero hanno ritenuto loro dovere farsi difensori di cause perse. Per la proprietà transitiva, si senono investiti a parlare male all’estero di Berlusconi e di tutti quelli che fanno una politica diversa da quella stabilita dal Direttorio centrale del centro sinistra.

E’ il caso di Gianni Basaldella della segreteria DS Germania. (INFORM-  N°12 del 17 gennaio 2006)
A Basaldella l’onda lunga dello  Tsunami  UNIPOL non è ancora arrivata. Basaldella, come si dice comunemente, ha perduto un’occsione per tacere . La sua capacità ermeneutica del pensiero di Massimo Romagnoli, suscita lo stesso sorriso di compassione  che si ha verso lo sprovveduto che è convinto di saperne di politica ;
Egli osa inoltrarsi anche nel campo dell’analisi linguistica, caricando l’avverbio « soprattutto », (che nella prosa di Romagnoli tendeva solo a enfatizzare un’operazione economico-monetaria non favorevole all’Italia),  di un contenuto semantico :  «dipinge a fosche tinte », che non c’è nell’intento di Romagnoli e che,  soprattutto ,    « non ci azzecca », come direbbe  Di Pietro,  col contenuto della frase di Romagnoli.
 
E’ certo che Prodi, come dice Romagnoli, ha fatto perdere agli Italiani della U.E. e delle Istituzioni connesse la dignità e l’identità dell’essere Italiani. Non bisogna chiedere conferma di cio’ a quei funzionari del centro sinistra o ad altri di altre nazionalità, che sono stati favoriti da Prodi, ma a tutti gli onesti funzionari non partitizzati, che sono stati ostacolati nelle loro legittime aspettative di carriera. Prodi favoriva a parità di merito o di funzione sempre lo straniero all’italiano. Che Prodi dice bugie e falsità,  che non ha idee, programmi e autonomia politica lo sanno anche i prodiani. Romagnoli,  da politico capace, dice cose ponderate e precise, fa riferimenti esatti, su cui ci puo’ essere anche discordanza di assenso, ma mai malafede  e cadute di stile, come invece rinveniamo abbondantemente nella reazione esagitata di Basaldella.
Che cosa dice Basaldella nella sua reazione a Romagnoli?  Niente, vuoto concettuale. Egli vomita solo parole, frasi fatte e retorica da vetero comunista; accuse ed ingiurie a guisa di zitella isterica di quartiere.
 
Al trombone di Basaldella si accoppia, nello stesso articolo di INFORM il clangore della Margherita in Europa. Essa, dopo aver scagliato contro Romagnoli cose incomprensibili e ingiuriose, invita tutte le forze politiche “a fare altrettanto” (cioé ad essere incivili?!) e, incoerentemente,  conclude auspicando un confronto elettorale “civile e comprensibile”(sic). Si comporta come quei pacifisti che sono talmente convinti delle loro idee di pace, che, pur di affermarle, ricorrono alla guerra.
 Un altro grande esegeta del centro sinistra (DS) si manifesta il 20 gennaio scorso, ore 16.44 sulla stampa internazionale (AISE).
 
A leggere quello che Michele Schiavone dice dalla Svizzera, si ha l’impressione che le condidature dei DS siano fatte in rapporto ai fiumi di parole che piovono dalla bocca degli esponenti esteri del partito DS e non dal senso e dal “buon senso” delle persone interessate.
Come fa la Direzione centrale dei DS a non mettere costoro a tacere.
Una frase per tutte, piene di idiozie: Schiavone sostiene  1)che alle prossime elezioni, se non ci saranno “manganellate e olio di ricino” sarà solo grazie alla presenza di osservatori esterni. l’Italia è, quindi, ridotta da Schiavone alla stregua della più retrograda repubblica dele banane o di tribù da terzo mondo.  2) In attesa dell’arrivo di questi osservatori, il profeta Schiavone afferma che gli esponenti dell’attuale governo hanno creato “montature ad arte”, quale quello dell’affare UNIPOL/BNL. 3) A dir di Schiavone, il nostro Paese con l’attuale legislatura ha perso “immagine e credibilità internazionale”  e ha messo in ginocchio le “comunità all’estero ... di Schiavone”.
 
Ci chiediamo ancora, come fa la Direzione centrale dei DS a tacere  al cospetto di tali idiozie. Pare che a Schiavone sfugga tutta la storia e la dinamica politica dal dopo guerra in poi e che sia rimasto a vivere in Svizzera non tra la gente normale, ma in un pollaio simile a quello rappresentato dal film “Pane e cioccolata” del buon Manfredi.
Resta sempre il fatto che, al di là delle parole e della retorica obsoleta del linguaggio della sinistra, Schiavone si decida a dirci che cosa la sinistra ha fatto per i nostri connazionali in Svizzera (e altrove) e quali sono le “certezze” che ritiene  “scalfite”, presumo, dal governo Berlusconi.
Con queste premesse, caro Schiavone, il solo “incubo” per i nostri connazionali svizzeri sarà l’eventualità che tu, o gente come te, venga eletto al Parlamento italiano.
 
Alla fine di queste considerazioni, vien da chiederci: “Ma che cosa succede nella sinistra italiana?” Che cosa succede nella cosiddetta Unione? Chi e che cosa è Romano Prodi?
La ricerca delle risposte a queste domande ci rimanda alla ricerca del tempo perduto, alla libertà perduta, alla vita perduta da parte di quelle generazioni appiattite e omologate dalla dittatura comunista.
 
 
In Italia,  alla direzione del cosiddetto partito comunista, popolare dei lavoratori,  ci sono stati  addirittura aristocratici, come Berlinguer. Adesso vi troviamo gente imborghesita che, tranne qualche eccezione, non ha mai lavorato in vita sua e vuole rappresentare il partito dei lavoratori. E’ la stessa gente che possiede barche da 17 metri, patrimoni  e mezzi economici tali,  che si vestono  con la ricercatezza  e lo stile dei principi di Galles.Saranno certamente le collette dei lavoratori a renderli cosi’ ricchi, dato che neanche lo stipendio da parlamentare, con tutte le spese che la carica comporta, potrebbe renderli tali. Se si scava sotto, altro che questione morale!
 
Dal punto di vista ideologico, politico e partitico, caduta l’utopia dell’ideologia comunista, che cosa resta nelle mani di costoro, quale programma o filosofia di vita possono offrire agli Italiani, se non un programma e una politica di assistenzialismo, che nel futuro li porterà, inevitabilmente, a favorire gli extra-comunitari agli italiani. In Europa, tranne che in Italia, non si sente più parlare di partiti comunisti, o di loro derivati. E’ ovvio che non avendo idee e programmi da proporre, se non omologando quelli del centro destra liberale, la sinistra non dispone di altro che di parole, fiumi di parole. Percio’ Berlusconi, pensando d essi,  ha potuto dirci che è ormai maturo il passaggio dalla politica dei politicanti (da lui definiti giustamente “fannulloni”) alla politica dei competenti (che fannulloni non sono); dalla politica politicante all’arte della politica.
 
 Salvatore Albelice presidente Delegazione Azzurri nel Mondo – Belgio, Candidato Circoscrizione Europa Forza Italia
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati