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13 feb 2006Prodi: ''La Tav si farà, punto e basta''

Ma Bertinotti sottolinea: ''La divisione c'è, inutile mostrare stupore''. Matteoli (An): ''Il centronistra bloccherà tutto, gli elettori ci pensino'' Cicchitto (FI): ''Sulla Tav cascò l'asino
  
Nella foto proteste No-Tav (Infophoto)ROMA, 13 feb. – (Italia Estera) - La Tav si fa, punto e basta. E' quanto ha detto Romano Prodi ai giornalisti a Madrid dove si trova per partecipare  alla conferenza 'C'e' futuro per l'Europa', prevista per domani mattina alle 9,30. "E' una polemica fuori posto - ha spiegato il leader dell'Unione - le grandi infrastrutture europee vengono portate avanti e tra queste c'e' il Corridoio n. 5 e quindi la Torino Line". Riferendosi alle richieste di una integrazione rivoltagli dalla presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso riguardo alla Tav, il Professore non ha dubbi nel rigettare la richiesta "perche' le speculazioni non hanno ne' peso ne' giustificazioni", indirizzando la risposta a coloro che si battono contro la Tav in Val di Susa.

Nella foto il leader dell'Unione, Romano Prodi (Infophoto)Oggi il leader del centrosinistra ha incontrato  a pranzo Loyola de Palacio, ex commissaria europea ai Trasporti e attualmente incaricata del coordinamento del corridoio 5 la Lione-Torino-Trieste-Budapest: "Che è appunto la linea che comprende l'alta velocità in Italia".
Il Professore non incontrera' il primo ministro spagnolo Jose' Luis Zapatero: "Non voglio commistioni con la politica ufficiale - spiega il Professore - questo e' un incontro con la societa' spagnola. Partecipo a un convegno in cui ogni mese viene invitato un oratore internazionale. Ho accettato molto volentieri. Non ho previsto colloqui politici ne' con l'una ne' con l'altra parte".
A confermare che ''non c'è alcuna derubricazione'' dell'alta velocità nel 'manifesto' dell'Unione è anche il segretario dei Ds Piero Fassino che parlando a 'Radio anche noi', ribadisce come nel programma della coalizione ''c'è una formulazione che forse poteva essere più esplicita, ma è chiara: priorità all'integrazione cone le grandi rete europee''. La pagina incriminata nel piano 'Per il bene dell'Italia', è la numero 138, dove si recita: ''Dare priorità alle direttrici già vicine alla saturazione dei traffici, come ad esempio quelli verso il Gottardo e il Brennero''. Dunque, sottolinea Fassino, la Tav sulla Torino-Lione è ''un'opera strategica che il centrosinistra intende realizzare, ma nel modo più sicuro, interloquendo con la gente''.
E sempre per la Quercia, Pierluigi Bersani conferma: ''Quando nel programma scriviamo che le reti europee sono una priorità di interventi su scala europea che coinvolgono anche l'Italia, facciamo riferimento anche ai passaggi nelle Alpi, compresa la Torino- Lione". Il responsabile dei Ds del programma dell'Unione puntualizza che ''questo non significa che non siamo intenzionati ad aprire tutti i tavoli che sarebbero dovuti essere aperti in questi anni". "Infatti - chiarisce l'esponente diessino - bisogna verificare l'impatto di quell'opera in termini di assolute certezze sanitarie, di impatto ambientale e territoriale, di operatività del cantiere e così via dicendo. Perché certamente lì si è aperta una ferita nei rapporti con la popolazione di cui bisogna assolutamente tenere conto''.
Il portavoce dell'Udeur Mauro Fabris, che fa parte della cabina di regia del Programma dell'Unione rileva che "La vera vittoria nello scrivere il Programma dell'Unione è stata ottenuta da chi come l'Udeur ha impedito che si scrivessero dei NO per bloccare le opere già avviate come la Tav e il Mose". "Logica vuole - sottolinea in una nota - che non sia necessario dire sì a opere già avviate in un programma di governo. Eventualmente serve un 'no' per fermarne il completamento. E il Mose come la Tav hanno già i cantieri aperti. E per di più sono opere già avviate da governi di centrosinistra. Al tavolo del programma è stato impedito, come volevano Verdi, Prc, Pdci, che si scrivesse un 'no' a proseguire tali opere. Stupisce dunque che oggi addirittura Pecoraio Scanio parli di vittoria dei Verdi su Tav e Mose! La controprova è data dalle riserve scritte nel programma dell'Unione rispetto al Ponte sullo Stretto in quanto opera ancora da avviare. Evitiamo dunque il giochino sul testo del programma". "Vale ciò che sta scritto, certo, ma vale - conclude - anche ciò che non sta scritto. E il blocco dei cantieri Tav e Mose lì non c'é".
Ma nelle fila del centrosinistra, Fausto Bertinotti fissa precisi paletti sulla questione dell'alta velocità. ''C'è un testo - fa notare il leader di Rifondazione comunista - nel quale, come hanno lamentato il sindaco di Torino e il presidente del Piemonte, la Tav non c'è e non c'è perché si è scelto di indicare solo un metodo con cui affrontare la questione. Oggi noi siamo per rispettare quello che c'è scritto''. Perciò, taglia corto Bertinotti riferendosi alla presenza della Tav nel programma dell'Unione, ''questo tema è rimasto fuori perché non ha ancora la maturità per una scelta. La divisione c'è ed è inutile mostrare ora uno stupore per una cosa che si sapeva benissimo''. ''Realisticamente - aggiunge il segretario di Rifondazione - l'argomento non è stato affrontato, immaginando di poter fare un confronto utile più avanti. Chi pretende invece di mettere nel programma qualcosa che non c'è va incontro a una forte opposizione perché il programma è stato già firmato e presentato. Prodi - conclude il segretario del Prc - ha detto una cosa che ritengo utile ossia che questi problemi si risolvono con il consenso, chi invece pensa a Torino o altrove di risolverli militarmente sbaglia''.
Salvatore Cannavò, portavoce della Sinistra critica (componente di opposizione del Prc), accusa Romano Prodi per essersi pronunciato, con toni definitivi, per la realizzazione dell'alta velocità in Val di Susa. "L'idea che un solo leader decida per tutti è un'eredità berlusconiana, francamente inaccettabile; Prodi dovrà confrontarsi sempre con la sua coalizione, anche con chi non è d'accordo con il suo programma", afferma Cannavò, la cui componente ha votato contro il programma dell'Unione. Secondo Cannavò, "Prodi pensa di poter imporre elementi di programma basandosi sul proprio ruolo e sull'investitura che gli deriva dalle primarie: lo ha fatto con la proposta di riduzione di cinque punti sul costo del lavoro, che sembra un grande regalo alle imprese, e ora lo fa anche con la polemica sulla Tav". "Ebbene - avverte Cannavò - il consenso sulla Tav può scordarselo: non solo non è inserita nel programma, ma mai e poi mai potrà trovare il consenso del Prc su una vertenza che vede schierata l'intera Val di Susa", perché "non solo la minoranza di Rifondazione, ma l'intero partito resta dalla parte dei movimenti"
E Pecoraro Scanio, il leader dei Verdi,  in un’intervista alla Stampa afferma: Dire che il progetto dell'Alta velocità è morto "mi pare un'esagerazione. Ma di sicuro, nel programma dell'Unione, il richiamo alla priorità del Gottardo e del Brennero non è casuale". "Abbiamo scelto la strada più giusta, dirottando gli sforzi su linee con maggior indice di saturazione. Preferiamo lavorare seriamente - sostiene - per evitare l'effetto a imbuto quando dalla Svizzera e dall'Austria arriveranno merci su merci e noi corriamo il rischio di farci trovare impreparati caricandole sui Tir".
"Prodi - aggiunge Pecoraro - dice che si tratta di un'opera strategica, ed è vero, noi non siamo contro il Corridoio cinque, ma da nessuna parte è scritto che si debba fare con l'Alta Velocità. Né si è fatto qualcosa di simile in Francia o in Germania".  Al governatore del Piemonte Mercedes Bresso, la quale chiede di inserire nel programma il progetto della Tav, il leader dei Verdi risponde: "Il programma non si mette in discussione. Quelle righe non sono un refuso, ma il frutto di un accordo, sul quale i partiti dell'Unione hanno giurato. Se salta l'accordo, salta la coalizione", conclude.
 
 
Per la Cdl, invece, il ministro per l'Ambiente Altero Matteoli sottolinea che ''sulle infrastrutture, e sulla Tav in particolare l'Unione è divisa. Nel programma non ci sono - dice il ministro di An - anche se l'Unione è divisa. Penso che alla fine non farebbero nessuna realizzazione e di questo i direttori devono tener conto''. E sempre per An Maurizio Gasparri incalza: ''La sinistra è incapace di indicare qualsiasi scelta per il futuro dell'Italia per evitare di rompersi in mille pezzi''. A giudizio dell'ex ministro delle Comunicazioni, ''la verità è che semmai dovessero governare l'Italia bloccherebbero qualsiasi opera pubblica, stradale, ferroviaria e di altra natura condannandola all'emarginazione, alla arretratezza ed al sottosviluppo''.
''Il programma dell'Unione non esiste'', sottolinea invece per l'Udc Pier Ferdinando Casini. ''La Tav - spiega il leader centrista - è solo l'ultimo esempio: una grande opera bloccata sul campo dei no-Tav e anche nel programma dai partiti estremisti del centrosinistra. Come anche la centrale di Civitacecchia, bloccata dalla giunta di centrosinistra''. ''Il programma dell'Unione e' carta straccia, loro stessi l'hanno reso tale come dimostrano questi due incidenti'', ha aggiunto l'esponente del partito di via Due Macelli. E' invece categorico il commento di Pietro Lunardi. ''Per le opere come la Tav - dice il ministro per le Infrastrutture - sarebbe un disastro se ci fosse un governo della sinistra. Non sono d'accordo su nulla, non sappiamo a chi dare ascolto, a quelli che sono favorevoli o quelli che sono contrari''.
il presidente dei senatori di An Domenico Nania commentando le polemiche nate dopo la presentazione del programma dell'Unione afferma:"E' bastato un giorno. All'indomani del solenne giuramento sul presunto programma comune, nell'Unione sono esplose con virulenza le contraddizioni e le divisioni seguite da minacce esplicite: 'se si ritocca il programma salta la coalizione', dicono i leader dei partiti più radicali. E' questa la notizia vera e inattesa". "Prodi e compagni- aggiunge Nania - hanno dovuto nascondere la polvere sotto il tappeto nel tentativo di vincere le elezioni, facendo leva sull'unico collante che li tiene uniti: l'odio verso Berlusconi. Ma non è bastato, le ali estreme a cui si sono aggiunte anche le forze antisistema presenti in Rifondazione e non solo, sono venute allo scoperto mostrando in modo plateale come questa coalizione- conclude- non sia in grado di governare un Paese occidentale e moderno come l'Italia".
Non sta a guardare Forza Italia, che con il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto fa notare: ''Sulla Tav cascò l'asino''. ''L'altro ieri - spiega l'esponente azzurro - è uscito il programma del centrosinistra ed è già in corso la lotta per la sua interpretazione, il che ci dice che nell'Unione la confusione regna sovrana''. In tale contesto Cicchitto si chiede ''cosa accadrebbe se con queste contrapposte visioni l'Armata Brancaleone del centro-sinistra dovesse governare''.



 
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