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14 nov 2005Le considerazioni di Della Nebbia su Comites e CGIE

HOUSTON,Tx – 14 nov.- (Italia Estera) -  Il mio ultimo intervento ha creato un dibattito, a livello locale, che ha trovato tutti d’accordo sul fatto che i Comites richiedono fondi ed informazioni per un efficace e significativo funzionamento.
Non è comunque sufficiente, a mio avviso, firmare un OdG con delle richieste al MAE per risolvere il problema. Strada diligentemente percorsa dai miei predecessori. Occorre invece sensibilizzare i parlamentari Italiani sull’argomento per creare un consenso politico. Solo allora si avranno precise direttive sull’assegnazione dei fondi e la volontà di cambiare la legge per avere accesso alle informazioni.
E’ nostro compito quindi (COMITES e GCIE) convincere che: a)  I comitati sono utili, efficienti e relativamente economici; b) Le informazioni ottenute saranno usate correttamente.
Sarebbe gradito da voi tutti un input specifico su come un “efficiente” Comites possa coadiuvare il consolato ed aiutare il cittadino.
Per esempio, gli uffici del comitato potrebbero essere aperti il sabato per raccogliere pratiche che saranno poi consegnate al Consolato il lunedì. In casi del genere il cittadino non perde una giornata di lavoro ed il consolato riceve una pratica compilata correttamente. Tutti i suggerimenti faranno parte di una relazione che diventerà la base per un intelligente confronto con le istituzioni.
Oltre ai fondi e alle informazioni il Comitato ha bisogno di un riconoscimento istituzionale che sicuramente era nella volontà del legislatore, infatti  l’art. 1 comma 4 della legge 286/2003 che regola il funzionamento dei COMITES recita: “La rappresentanza diplomatico-consolare italiana informa le autorità locali dell’istituzione del Comitato e del tipo di attività svolta”.
 Negli USA il Comites come istituzione è stato introdotto dalle autorità federali. Un plauso va  a tutti i consoli che invitano automaticamente i rappresentanti dei Comites a tutte le funzioni ufficiali a cui sono chiamati a partecipare.
Questa iniziativa personale dovrebbe trasformarsi in politica ufficiale e il comitato, possibilmente rappresentato dal Presidente, introdotto ufficialmente alle autorità locali.  Durante l’ultima riunione di coordinamento consolare c’e’ stato spiegato che se richiesto per una specifica attività il Console sarà ben lieto di introdurre il Comitato.
Questa interpretazione secondo me è errata perché: Primo, la legge non dice “ Se la rappresentanza diplomatico-consolare ritiene l’iniziativa valida”.  Secondo, le iniziative di cooperazione potrebbero nascere da parte delle autorità locali.
Per questo ritengo che una introduzione a “tappeto” sia necessaria. E’compito, a questo punto, del Comitato e del consolato stabilire a che livello di capillarità è necessario arrivare.
Se nel caso dei fondi e informazioni è obbligatorio cambiare le leggi in questo caso invece si deve in maniera cortese, educata ma decisa solo richiedere il rispetto di una norma in vigore.
 Valter Della Nebbia, Consigliere CGIE USA, dellanebbia@juno.com
  
In questo periodo di frenetica attività preparatoria per l’evento storico dell’elezione di parlamentari residenti all’estero si corre il rischio di porre in secondo piano il dibattito riguardante i COMITES.
Il COMITES, contrariamente alle associazioni, è composto da membri democraticamente eletti dalla comunità.
Questo organo non può e non deve svolgere le funzioni egregiamente svolte dalle associazioni.
Come organo di rappresentanza di primo livello deve diventare l’anello di raccordo tra lo Stato (rappresentato in loco dai Consolati) ed i cittadini.
Il compito del COMITES dovrebbe essere quello di “supervisore”; da un lato difendere il cittadino in quei casi in cui, fortunatamente pochi, i diritti del singolo siano lesi e dall’altro difendere le istituzioni assicurandosi per esempio che i soldi elargiti dalle lontane amministrazioni Italiane siano ben spesi sul territorio.
Per svolgere queste funzioni correttamente il COMITES ha bisogno di fondi e informazioni.
 La dignità istituzionale e l’efficienza del COMITES possono essere mantenute solo assicurando allo stesso un minimo di fondi.
 Questo minimo deve garantire: Ufficio operativo, indipendente da qualsiasi altro ente o associazione; a) Elemento di segreteria a tempo pieno. b) Rimborso spese per le riunioni.
Nel 2005 il MAE ha stabilito la cifra da elargire al capitolo COMITES ed il CGIE ha suggerito dei criteri per la ripartizione tra le singole circoscrizioni.
In quelle condizioni non si poteva fare diversamente. Naturalmente la cifra elargita è stata inferiore a quella minima necessaria per un adeguato funzionamento. Questa metodologia non deve diventare permanente. A cosa servono i preventivi di spesa elaborati dai COMITES se non sono presi in considerazione? Al capitolo finanziamento COMITES devono essere assegnati fondi minimi per coprire le spese sopraindicate. Solo l’avanzo può essere suddiviso secondo i criteri forniti dal CGIE.
Per il 2005 il MAE ha elargito circa 2300000 euro contro la richiesta dei COMITES di 4 milioni d’euro circa. Gli ulteriori due milioni d’euro, cifra enorme per il singolo individuo è irrisoria nel bilancio dello stato. Specialmente se si considera che con questa cifra si permette a 1600 membri dei COMITES di lavorare seriamente coadiuvando i consolati. Il processo non dovrebbe essere straniero al MAE visto che è il principio con cui finanzia il CGIE.
La Direzione dell’Emigrazione è a conoscenza del numero di riunioni previste dalla legge, dei costi medi di riunione e stanzia i fondi sufficienti, circa 2.1 milioni di euro per far lavorare dignitosamente 100 consiglieri.
Una volta assicurato il funzionamento dal punto di vista finanziario, occorre fornire al COMITES le informazioni essenziali. Non è possibile che quando si decide di inviare una newsletter ufficiale non si abbia accesso all’anagrafe Consolare.
Come si fa’a rappresentare chi ti ha eletto se non sai chi sia e dove risieda?
A tal proposito, sono state interpellate alcune istituzioni del MAE che hanno evidenziato l’impossibilita’ di  consultare  l’Anagrafe Consolare nel rispetto della legge sulla privacy. Senza queste informazioni il COMITES è inefficiente e i fondi stanziati diventano uno spreco.   Mi sembra illogico che un candidato acceda alle informazioni per la campagna elettorale, poi una volta eletto, avendo riscosso la fiducia dei concittadini, è bandito dagli stessi dati. La legge è stata evidentemente mal interpretata o involontariamente scritta in contrasto con la volontà del legislatore.
La situazione è in ogni caso insostenibile. Lo Stato Italiano ha a disposizione i 1600 volontari dei COMITES che conoscono le realtà locali a fondo ed hanno riscosso la fiducia dei concittadini. Sarebbe un peccato sprecare quest’enorme capitale umano per dei cavilli che, di fatto, immobilizzano i Comitati stessi. In questo periodo di ristrettezze finanziarie è necessario utilizzare queste  istituzioni per bilanciare la perdita di servizi, dovuti ai tagli di bilancio, che i Consolati riescono a fornire ai cittadini.
 
Il CGIE, nella sua funzione propositiva, dovrebbe aprire un dibattito interno che si concluda con proposte concrete al Governo per “migliorare” le leggi che regolano i COMITES ed il CGIE.
 



 
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