ROMA - (Italia Estera) - Continua il botta e risposta a distanza tra i ministeri degli Esteri di Roma e di Teheran. La Farnesina ha "respinto al mittente" le critiche del portavoce del ministero iraniano nei confronti di Gianfranco Fini. In una conferenza stampa Hamid Reza Asefi aveva duramente criticato il Ministro degli esteri italiano Gianfranco Fini per aver detto che non avrebbe partecipato alla fiaccolata di protesta contro le affermazioni del presidente Mahmud Ahmadinejad sulla distruzione di Israele.perché temeva da parte iraniana conseguenze lesive dei nostri interessi nazionali e della sicurezza dei nostri connazionali". La replica della Farnesina non si è fatta attendere: "Il ministro Fini non può certo accettare lezioni di comportamento provenienti da un portavoce estero. Il signor Hamid Reza Asefi sembra non aver compreso il pur chiaro messaggio espresso dal Ministro Fini: nessuno vuole isolare l' Iran, anzi tutti noi auspichiamo che Teheran, adottando comportamenti responsabili, voglia giocare un ruolo di stabilizzazione nella sua regione, ma e' l' Iran che inevitabilmente isola se stesso nel momento in cui nega il diritto all' esistenza di un altro Stato e di un altro popolo".
Asefi aveva anche sostenuto che "qualcuno ha perso il senso della sua posizione nella realtà". Riferendosi a Fini, ha aggiunto: "Che andasse o non andasse alla manifestazione, per noi non era importante. E non deve pensare che qualcosa di speciale sarebbe accaduto". Quanto alla sicurezza degli italiani in Iran, Asefi ha affermato che "l'ospitalità iraniana è ben conosciuta nel mondo e a nessuno straniero è mai stato mancato di rispetto". "Al contrario - ha insistito - l'ostilità contro gli stranieri e l'Islam è qualcosa che viene dall'Occidente". Asefi ha sottolineato che Teheran, dopo la disputa di questi giorni, non intende "prendere misure affrettate" per quanto riguarda i rapporti economici con l'Italia, primo partner commerciale della repubblica islamica nell'Unione europea. "Ma è chiaro - ha avvertito - che le relazioni politiche ed economiche saranno bilanciate e connesse le une con le altre". Le relazioni bilaterali, ha detto ancora il portavoce, "devono essere basate sul rispetto e su una posizione di eguaglianza"
Intanto l'agenzia ufficiale Irna annuncia che Teheran ha chiesto di riavviare le trattative sul nucleare con una lettera del segretario del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale Ali Larijani agli ambasciatori di Francia, Germania e Gran Bretagna.
Altra notizia è che in una bozza di documento del Consiglio europeo di domani si legge che i ministri degli Esteri dell'Unione europea potrebbero rivedere le linee di politica diplomatica nei confronti dell'Iran.
La richiesta dell'Iran di riaprire le trattative con l'Unione Europea in merito al proprio programma nucleare è stata definita inaccettabile da un diplomatico dell'U3. "Il dialogo - ha riferito il portavoce appartenente al gruppo di paesi che per conto della Ue hanno condotto il negoziato con Teheran - non potrà riprendere fino a quando l'Iran non accetterà di bloccare la produzione di combustibile nucleare".
"No, decisamente no". Così ha risposto da Vienna il diplomatico dell'U3 a una domanda sulla possibilità che l'offerta dell'Iran venga accettata.
La proposta dell'Iran all'U3 era stata presentata poco dopo aver annunciato la futura conversione di nuovi quantitativi di uranio nel suo stabilimento nucleare di Ispahan.
Insistendo sulla "necessità di negoziare", il responsabile iraniano del nucleare, Ali Larijani, aveva fatto recapitare una lettera ufficiale ai tre Paesi per consentire una ripresa del dialogo. Da un punto di vista formale, si è trattato del primo passo ufficiale verso i tre paesi europei di Larijani, erede del più pragmatico Hassan Rohani che aveva invece mantenuto aperto il dialogo con gli europei per due anni.