BERNA 19 ott. - (Italia Estera) - Sono offensive e rasentono lo spregio le dichiarazioni sui risultati delle primarie dell’Unione rilasciate alle agenzie stampa dal ministro per gli italiani all’estero. Nelle affermazioni offerte dal “giano bifronte” sono riscontrabili tutte le frustrazioni di una sconfitta annunciata che prende forma man mano che si avvicina l’election day. Siamo in prossimità della fine di un infelice episodio che ha messo a soqquadro l’immagine del nostro Paese e ce ne rallegriamo. E siamo ulteriormente felici che i nostri connazionali, anche quelli che risiedono all’estero, abbiano percepito in tempo il senso di tale pericolo e non hanno aspettato un “Ventennio” per trarne le conseguenze. Siamo felici e grati della disponibilità di diverse centinaia di volontari e della partecipazione alle primarie de l’Unione di oltre ventimila elettori, che in ogni parte del mondo hanno donato il proprio entusiasmo per sottolineare il profondo disappunto contro il fallimento politico di una gruppo di azzeccagarbugli prestati alla politica e contestualmente hanno indicato la soluzione di tali malefatte. La democrazia, che grazie alle elezioni primarie trova nuovi stimoli e si rinnova raggiungendo un livello decisionale più avanzato delle forme elettorali espresse nei sistemi occidentali, è fortunatamente un valore acquisito anche nei paesi più lontani dalla Penisola. E’ questo il segnale che l’Unione ha mandato in giro per il mondo. Solo il ministro per gli italiani nel mondo non l’ha capito, anzi si è ostinato a metterlo in discussione, si è voluto burlare dei risultati delle elezioni primarie all’estero e ha inteso ridicolizzare l’unica forma innovativa di un suffragio, che aveva l’ambizione di ricordargli il rispetto di un principio costituzionale che questo governo mette in mora, un giorno si e l’altro ancora. Con la loro partecipazione, gli italiani all’estero hanno compiuto delle scelte rilevanti e fuori dal comune. Grazie al prestigio della nostra storia e della responsabilità civile, che attraversa le nostre comunità all’estero, oggi siamo in grado di poter distinguere l’olio dal grano e possiamo finalmente pensare ad un avvenire senza patriarchi e senza tutele. Il resoconto offerto dal ministro della repubblica è sferzante ma è intriso di un profondo stato d’amarezza tipico di chi vede dissimularsi l’ultimo fioco raggio di sole nel crepuscolo della speranza. Se ne dovrà fare una ragione. Tra alcuni mesi calerà il sipario anche su questo tetro episodio della nostra storia repubblicana, e l’Italia ricomincerà il proprio cammino. Allora l’alba irradierà il nostro avvenire.
Michele Schiavone, Membro del CGIE