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06 ott 2005Berlusconi: "Nessuno perderà il collegio" e rassicura i parlamentari della Cdl : ”Garanzie per un posto certo nelle liste” - Se non passa la riforma elettorale salta l'alleanza

ROMA - (Italia Estera) - Silvio Berlusconi, in merito alla riforma della legge proporzionale ribadisce di ritenere "giusto" che si punti su liste bloccate senza preferenze.
La precisazione arriva dopo l'ultimatum di ieri del Presidente del Consiglio agli alleati. Nelle ultime ore si erano diffuse indiscrezioni che parlavano di un premier deciso ad andare ad elezioni anticipate nel caso di mancata approvazione del nuovo sistema elettorale, che se non passa la legge che reintroduce il sistema proporzionale si aprirà la crisi di governo.
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se così a suo giudizio si sarebbero evitati candidati di serie A e serie B, ha dichiarato: "Appunto per quello. Ci sembrerebbe una cosa molto molto ingiusta quella di avere una discriminazione tra i vari deputati, tra chi deve andare a conquistarsi il voto in circoscrizioni molto vaste con spese anche preoccupanti e chi invece viene direttamente nominato dalle segreterie dei partiti".
Lo appoggia anche Gianfranco Fini, ministro degli Esteri e leader di An, che parla di "conseguenze politiche" qualora non arrivasse in porto la riforma della legge proporzionale proposta dal centrodestra, visto che siamo ormai al termine della legislatura.
Il premier ha rassicurato i parlamentari che dovranno tutti dire sì al momento del voto e che si vedranno in ogni caso sparire il proprio collegio. “Penso — li ha assicurati Berlusconi — che ci siano assolutamente le garanzie di avere un posto certo nelle liste individuate dalle segreterie dei partiti per chi ha dei collegi dove ha vinto con un margine importante in precedenza rispetto all'avversario concorrente”. Fini, che già la settimana scorsa aveva incontrato i suoi parlamentari per perorare la causa della riforma, si dice sicuro che se defezioni ci saranno non verranno certo da An un partito in cui “esiste una certa disciplina per le decisioni prese”. La Lega, invece, ieri ha preferito restare zitta. Fa fede quanto detto ieri da Roberto Maroni — si spiega nelle file del Carroccio — e cioè che “la riforma si vota perché c'è un accordo di maggioranza”. Il tentativo di intesa nella maggioranza sulla riforma si fonda su un certosino lavorio a tutti i livelli: dai leader alle diplomazie ai tecnici. Tutto perché la settimana prossima, quando l'Aula si dovrà pronunciare, le cose dovranno filare assolutamente lisce o rischia di saltare tutto.

L'opposizione intanto continua a non fare sconti. Romano Prodi esclude ogni ipotesi di voto su emendamenti della maggioranza tesi a introdurre le preferenze, chiama a raccolta il popolo dell'Unione per la manifestazione di domenica prossima a Roma e ribadisce che "l'opposizione sarà durissima perché solo in Italia e in Iraq si cambiano le regole elettorali quando si sta per andare a votare".



 
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