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22 set 2005Idee leghiste fulminanti

Editoriale di Nino Randazzo su "Il Globo" di Melbourne e "La Fiamma" di Sydney di venerdì 23 settembre 2005

MELBOURNE - (Italia Estera) - Non si sapeva ancora, ma si apprende adesso a sorpresa, con un comunicato del Carroccio insieme illuminante e fulminante, che il pacioccone deputato vicentino, appassionato orafo-cacciatore e sottosegretario all’Ambiente Stefano Stefani è stato incaricato dalla Lega, nemica acerrima dell’unità nazionale, di “chiamare a raccolta il popolo padano sparso per il mondo, per le elezioni politiche dell’anno prossimo”. Si suppone con la benedizione di Bossi, autore dell’immortale invito a “mettere il tricolore nel cesso”, e dell’altra trentina di caporioni leghisti in attesa di processo il prossimo febbraio per vilipendio della bandiera e annessi reati.
E su questo glorioso avvio di proselitismo leghista nei cinque continenti, Stefani se ne esce ora con l’altrettanto illuminante e fulminante proposta di bloccare il voto all’estero nelle prossime elezioni politiche. I dettagli del pretestuoso disegno e le reazioni del ministro Tremaglia, che bolla di “follia” l’idea, e dell’opposizione di centrosinistra, che “non ci sta”, sono nel servizio pubblicato qui a fianco. Però, in tutta franchezza, un’osservazione va intanto fatta. La Lega solo è convinta di quanto propone, ma è anche interprete e portavoce di oscure manovre trasversali, da destra a sinistra, percepite già da tempo, contro l’esercizio del voto per corrispondenza, e delle quali abbiamo parlato su queste colonne appena lo scorso lunedì nell’editoriale “Per non tradire la Costituzione e gli italiani all’estero”.

I leghisti sanno di trovare sponda, e in qualche caso fermo sostegno, per la loro strategia di tradimento di un preciso dettato costituzionale in personaggi di altri partiti, anche di governo, che vedono il voto all’estero come fumo negli occhi. E’ da parecchio, ad esempio, che da alcuni esponenti di Azzurri nel Mondo, “braccio estero” di Forza Italia, partono non troppo velati segnali e sollecitazioni a “ripensamenti” sul primo appuntamento politico dei cittadini “extraterritoriali”, insieme a indirette allusioni poco complimentose e bordate allo stesso Tremaglia.
Se ora la Lega crede di poter trascinare nella propria follia un nucleo consistente di parlamentari (improbabile ipotesi), sono affari suoi. Ne ha combinate di tutti i colori sulla scena politica nazionale, a disdoro dell’immagine dell’Italia sulla scena internazionale, che, una più una meno, a questo punto non ha granché da perdere o da guadagnare. Però, nella malaugurata eventualità di un’operazione di successo per l’affondamento del voto all’estero, sarebbero in molti i politici che dovrebbero accollarsi, insieme alla responsabilità morale di offendere la Costituzione trattandola come i leghisti intendono trattare la bandiera nazionale, anche quest’ultima responsabilità di bruciare i sei milioni di euro per l’allineamento in corso delle anagrafi consolari e AIRE. L’estremo adempimento possibile per imporre, a rigore di obbligo costituzionale, a governo e Parlamento il dovere della legge sulla ridefinizione dei collegi elettorali nazionali in relazione alla circoscrizione Estero, e per legittimare il pieno esercizio del diritto di voto all’estero. “Hic et nunc”, qui e ora, è il banco di prova dei partiti di maggioranza e d’opposizione. Se sapranno, o meno, rintuzzare in tempi brevissimi l’ennesimo ricatto di un gruppuscolo neopagano ed alto- medioevale che, con tanto stravolgente successo, il ricatto politico ha saputo finora elevare a sistema. Si vedrà presto.

NINO RANDAZZO





 
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