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25 ago 2005Svizzera: salari, consumi e crescita ++ di Franco Narducci * ++

ZURIGO - 24 ago - (Italia Estera) - Chiusa la parentesi delle vacanze estive, tornano in primo piano le questioni dell'economia e l'attualità delle politiche del Consiglio Federale a sostegno della crescita e dello sviluppo contenute nel famoso pacchetto di misure triennale (2004-06). Il dibattito sulle debolezze della crescita economica in Svizzera non è di certo diminuito di tono e, anzi, torna ad occupare con forza lo spazio centrale della riflessione politica e sociale. Purtroppo le ricette sono condite sempre con gli stessi ingredienti dell'economia di mercato e aspetti come la più giusta ripartizione o la sproporzione salariale soccombono alle visioni neoliberali e passano in seconda linea.
Con l'approssimarsi dell'autunno e delle trattative contrattuali che in genere sono situate in questa parte dell'anno, si torna a parlare anche di politiche salariali e di salari, che nell'ultimo decennio hanno vissuto soprattutto forti sofferenze. Riduzioni, pressioni di vario genere e in particolare polarizzazione esasperata tra redditi e guadagni cresciuti vertiginosamente (per una ristretta fascia di popolazione) rispetto a redditi da salario sostanzialmente diminuiti per moltissime persone, hanno praticamente caratterizzato il panorama reddituale a partire dall'inizio degli anni '90.
In generale, la mancata crescita dei salari, unitamente alla continua perdita di potere d'acquisto che hanno subito, ha esercitato un effetto perverso sui consumi, perché la loro contrazione ha aggravato le difficoltà complessive dell'economia. Il primo semestre 2005 ha confermato l'importanza dei consumi per la crescita economica: grazie ai consumi privati è stato possibile contenere gli effetti negativi della debole congiuntura svizzera.
Affinché i consumi privati possano continuare a svolgere la funzione di motore della crescita, occorre tuttavia riconsiderare le politiche salariali e gli aumenti reali delle retribuzioni nel 2006. Aumenti legittimati del resto dai risultati conseguiti dalle imprese nel 2004 e nel 2005; anni in cui alla maggior parte delle maestranze è stata riconosciuta la sola compensazione del carovita, nonostante gli accresciuti utili realizzati dalle imprese.
Occorrono dunque segnali forti per frenare da un lato il cuneo che separa sempre più i salari alti da quelli bassi, e dall'altro per sostenere la domanda di consumi privati e la loro funzione stimolante per l'economia.
Le contrattazioni autunnali metteranno pertanto in primo piano i salari e in particolare la compensazione del carovita e l'aumento del loro potere d'acquisto, così come il blocco della forbice salariale che finora ha generato una contrapposizione spropositata tra arricchimento e impoverimento. Ma occorrono anche contratti collettivi di lavoro stabili per creare solide condizioni di lavoro e parità di opportunità agli attori che governano il mercato del lavoro. Sono in fondo strumenti di grande importanza nel quadro della libera circolazione delle persone.
* Vice presidente del Syna






 
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