SITUAZIONE DELLA COLLETTIVITÁ ITALIANA IN ECUADOR
La collettivitá italiana residente in Ecuador, al marzo 2002, é costituita da 8315 persone. A queste vanno aggiunti 1422 coniugi stranieri di cittadini italiani (per un gran totale di 9737 persone).
Le maggiori concentrazioni sono nelle cittá di QUITO e GUAYAQUIL, ognuna con circa 3000 connazionali.
Di questi cittadini italiani circa 1750 sono nati in Italia; il resto discende da italiani emigrati in Ecuador in diverse epoche, a cominciare dalla seconda metá del secolo XIX.
Esistono quattro associazioni italiane:
· La CASA D’ITALIA, a Quito, con circa 80 soci attivi
· L’Associazione “GARIBALDI” a Guayaquil, con circa 200 soci
Entrambe hanno come finalitá principale quella di promuovere l’unione, la ricreazione e la cultura degli italiani.
· L’Associazione delle “DAME ITALIANE”, dedita ad opere di beneficenza, con circa 40 membri
· La “SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI”, costituita da 120 soci, operante, com’é noto, nel campo della diffusione della cultura e della lingua italiana anche fra i connazionali.
Il grado di aggregazione della collettivitá é piuttosto basso. Nel 2003, quando avranno luogo le prime elezioni del Comites in Ecuador, la collettivitá potrá essere maggiormente unificata e coinvolta in azioni comuni, particolarmente di tipo culturale.
Si nutrono tuttavia perplessitá sulla possibilitá di organizzare in Ecuador le relative elezioni del Comites, data la scarsezza di personale in Ambasciata e la presenza a Guayaquil di un Consolato onorario, che giá stenta a far fronte ai propri impegni.
Per la grande maggioranza dei cittadini nati in Ecuador e italiani “jure sanguinis” la cittadinanza é vista come un mezzo per avere il passaporto per poter fare turismo o emigrare piú agevolmente in cerca di lavoro, spesso in Italia.
A tale riguardo, sono sempre piú frequenti le richieste di informazioni su programmi predisposti dal Governo o dalle Regioni italiane per favorire o almeno agevolare il rimpatrio di questi cittadini. In questo ambito sarebbe certamente molto di piú ció che potrebbe essere fatto.
L’Italia dovrebbe preoccuparsi di questi tempi del problema di accogliere l’onda di ritorno della propria emigrazione, rappresentata da discendenti di italiani emigrati alla fine del secolo XIX, agli inizi del Novecento e fra le due guerre , proveniente da quei Paesi dell’America Latina colpiti dai piú diversi tipi di crisi.
La conoscenza della lingua e della cultura italiana é per questi italiani molto limitata o nulla. Si é registrato peró un risveglio di interesse in tale ambito negli ultimi anni e sono aumentate fra gli italiani le domande di iscrizione a corsi di lingua e cultura italiana.
In tale campo la lacuna costituita dall’assenza di serie istituzioni (non opera in Ecuador un Istituto Italiano di Cultura) é stata in parte recentemente (aprile 2001) colmata dall’apertura di un Comitato della “Societá Dante Alighieri” a Quito, che conta attualmente 120 soci.
Fino ad oggi sono stati istituiti circa 27 corsi di italiano per adulti e bambini, di storia dell’arte, chitarra e cucina italiana, con una partecipazione di circa 300 alunni.
Sono stati organizzati concerti, conferenze, mostre di pittura, presentazione di films italiani e seminari di lingua per i professori, tutti eventi che hanno avuto una buona partecipazione di pubblico.
Inoltre il nostro Istituto offre borse di studio per perfezionare la lingua in Italia, che vengono rilasciate agli alunni piú meritevoli. Per i corsi d’italiano verrá richiesto entro luglio il contributo ministeriale che era previsto dalla ex legge 153.
All’aumento del numero di connazionali e quindi della richiesta di servizi consolari da parte della collettivitá non ha peró fatto riscontro un aumento del personale dell’Ambasciata. Ció ha prodotto scontento fra i connazionali, costretti a volte a fare lunghe file soltanto per ottenere un turno.
La situazione é poi aggravata dal fatto che, essendovi in Italia un numero indeterminato di ecuatoriani in stato di illegalitá, stimato fra i 50 e i 100 mila, vi sará un ulteriore aumento nella richiesta di visti, specialmente se verrá approvato il disegno di legge sull’immigrazione, attualmente allo studio del Parlamento, che prevede una sanatoria per collaboratori domestici e per coloro che assistono anziani e malati.
Questo determinerá la richiesta di maggiori servizi da parte degli ecuatoriani e distrarrá risorse umane dall’Ambasciata verso tali servizi.
Anche sul piano della diffusione ufficiale della lingua e cultura italiana, a parte l’azione del Comitato della Dante Alighieri sopra descritta, é da registrare una sempre maggiore latitanza da parte delle nostre autoritá competenti.
L’Accordo Culturale, firmato dalla Senatrice Toia fin dall’8 febbraio 1999 e prontamente ratificato dal Congresso Ecuadoriano, nonostante i solleciti da parte della nostra Ambasciata, non é stato ancora notificato dal Parlamento italiano.
D’altro canto, il Lettore con incarichi extraaccademici in servizio a Quito fino al novembre 2001, che aveva intrapreso un’efficace azione di insegnamento (organizzazione di 27 corsi di italiano con oltre 350 studenti) e di programmazione culturale di elevato livello, non é stato tuttora sostituito dal Ministero Affari Esteri.
Si rischia cosí di vanificare un lavoro intrapreso seriamente, che stava giá dando ottimi risultati.
Era stato inoltre richiesto un secondo Lettore per la circoscrizione consolare di Guayaquil, dove la richiesta di apprendimento dell’italiano presso le universitá locali é ancora piú alta che a Quito, ma non é stata neanche presa in considerazione.
Ironia della sorte, secondo quanto comunicato dal Ministero Affari Esteri all´Ambasciata, in conseguenza della mancata entrata in vigore dell’Accordo Culturale (non ratificato da parte italiana) anche il piccolissimo budget per manifestazioni culturali elargito fino allo scorso anno, non é stato quest’anno assegnato.