(Italia Estera) - ROMA - Il Senato ha approvato in seconda lettura il ddl di riforma della seconda parte della Costituzione. L'Unione ha abbandonato l'aula al momento della votazione. L’ok alla nuova 'Carta Costituzionale' che ha tra i suoi punti forti devolution e premierato è stato ottenuto con 162 voti a favore e 14 contrari. Trattandosi di una modifica costituzionale, la legge dovrà fare un altro passaggio alle Camere. Poi ci dovrebbe essere il referendum, invocato dall'opposizione a difesa della Costituzione.
Da Bruxelles, il premier Silvio Berlusconi dice che si tratta di una riforma ''migliorativa del nostro assetto istituzionale'' e ''condivisa'' da tutte le forze della Cdl. Poi interviene sui tempi della consultazione popolare. ''Io penso che il voto si debba tenere dopo le politiche - ha detto il Cavaliere - perché non vorremmo che questo argomento metta da parte e in secondo piano quelli che invece saranno i programmi del governo, l'esplicitazione dei suoi risultati, con l'orgoglio di aver mantenuto la stabilità dell'esecutivo onorando gli impegni assunti''.
Sorrisi e strette di mano tra i ministri leghisti. Dopo aver ritirato ufficialmente le dimissioni, il ministro Roberto Calderoli ringrazia ''tutti'': a cominciare dai senatori, ''nonostante quello che è stato scritto e che si è detto'', poi ''un ringraziamento a Umberto Bossi e ai saggi di Lorenzago''. Poi se la prende con i tricolori sventolati dall'opposizione: ''Io i miei simboli li mantengo sia dentro che fuori. Qui ho visto sventolare il tricolore e invece continuo a vedere tante bandiere rosse e basta alle manifestazioni della sinistra. E' una vergogna''.
Il voto finale è stato segnato da una nuova bagarre in aula. L'Unione ha protestato alzando uno striscione tricolore e il presidente Marcello Pera ha sospeso la seduta per alcuni minuti. Poi la ripresa per le dichiarazioni di voto finali. Ma Pera interviene nuovamente per pregare i senatori del centrosinistra di sciogliere i nastri tricolore che erano stati avvolti ai loro microfoni in aula.
L'opposizione parla di ''ricatto politico'' da parte della Lega. Mentre il leader dell'Unione Romano Prodi definisce quello di oggi ''un altro grande passo negativo nella vita del nostro paese''. Basta vedere lo svolgimento dei lavori al Senato. ''L'opposizione è uscita dall'aula sventolando il tricolore (nella foto i senatori dell'Unione sventolano i tricolori in aula) - sottolinea il Professore - La riforma sta per essere approvata con un solo ministro presente in aula. Che è Castelli, pensate. Non faccio commenti''.
Parla chiaro, invece, il presidente dei Ds, Massimo D'Alema: ''Un testo nato male, perché una forza politica assai piccola ha imposto il tema della devolution che nessun cittadino normale sa cosa sia'' e votata ''sotto una minaccia di dimissioni di un ministro, che è il massimo del ricatto politico''.
''Di strappo costituzionale'' parla il segretario dei Ds, Piero Fassino, mentre il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, chiede che il referendum contro la riforma costituzionale vada fatto prima delle elezioni politiche del 2006. ''Varrebbe la pena arrivare alla prossima legislatura essendoci sbarazzati di questa riforma -ha detto Rutelli- con un nuovo governo di centrosinistra e senza l'ipoteca di queste sciagurate modifiche''.