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24 mar 2005TREMAGLIA RISPONDE A DE GREGORI “Ma la pensione ai Repubblichini è stata già data dall’antifascista Pertini”

(Italia Estera) - ROMA - Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, ha scritto una lettera aperta a Francesco De Gregori , CHE SARà PUBBLICATA SUL SECOLO D'ITALIA DI DOMANI, dopo che il cantautore ha dichiarato al Corriere della Sera “ Non bisogna dare la pensione ai combattenti della Repubblica Sociale”.

 

“Caro Francesco De Gregori, le scrivo dopo aver letto la sua intervista pubblicata dal “Corriere della Sera” a firma Mario Luzzatto Fegiz. Tra le altre cose, lei afferma che non bisogna dare la pensione “a quelli della Repubblica Sociale”. Questo diritto in realtà è stato già concesso dal più grande degli antifascisti italiani: Sandro Pertini. Nel dicembre 1978 l’allora Presidente della Repubblica – «un partigiano come presidente» come canterà Toto Cotugno – non esitò a firmare il DPR n. 915 che prevedeva e tutt’ora prevede «la pensione, l’assegno o indennità di guerra ai militari che hanno prestato servizio nella Forze Armate della sedicente Repubblica Sociale Italiana e, in caso di morte, ai loro congiunti, nonché le appartenenti al Corpo delle Ausiliarie che abbiano riportato ferite o lesioni o contratto infermità invalidanti durante il servizio al seguito dei reparti operanti e, in caso di morte, ai loro congiunti».

 Le dico con estrema sincerità, caro De Gregori, che mi sono sentito in qualche modo tradito dalle sue parole: avevo seguito con estremo interesse la sua parabola esistenziale e culturale che l’ha portata fuori dalla palude della “politica vissuta come schieramento”; mi ero commosso nel sentirla cantare con grande poesia la “guerra dei vinti” nella canzone “Il cuoco di Salò”; avevo anche ammirato il suo interesse intellettuale per una storia raccontata senza pregiudizi. Le sue poesie, le sue canzoni, forse non volendo, parlano anche di me, del mio modo di vedere la politica: e capisco più di quanto lei immagini il suo attuale “rifiuto della politica”. E’ per questo che non posso non dirle che quella sua frase buttata là, in modo affrettato, non poteva non deludermi: «Purché non si dia la pensione a quelli della Repubblica Sociale», lei dice. E, ci tengo a dirlo, sarebbe un parere legittimo se non fosse che a “quelli della Repubblica Sociale”, come lei li definisce, il diritto alla pensione è stato già riconosciuto molti anni fa.

Caro De Gregori, già Sandro Pertini, come le ho dimostrato, «ha dato la pensione a quelli della Repubblica Sociale», sancendo così una parificazione di fatto tra tutti combattenti della seconda guerra mondiale. Nulla di sconvolgente, allora, nel disegno di legge già approvato dalla Commissione Difesa del Senato, a cui lei sicuramente pensava nel dare quella risposta un po’ troppo sbrigativa. Quando approvata, quella legge non farà altro che sancire quello che ha già voluto «il presidente partigiano»: riconoscere per legge la qualifica di “militari belligeranti” a quanti prestarono servizio nell’esercito della Rsi. Ogni altra polemica è frutto, purtroppo, di quel modo di pensare “la politica come schieramento” che non piace né a me né a lei”.




 
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