ROMA -
Bruno Zoratto presidente della prima Commissione Informazione e Comunicazione del CGIE ha inviato al Senatore Pastore, proponente di un emendamento abrogativo dei 6 (sei) senatori del collegio estero, nella bozza di legge sulla riforma dello Stato in discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, la seguente lettera di protesta:
Senatore Pastore,
sono veramente sconcertato nell’apprendere che Lei è stato il proponente di un emendamento abrogativo dei 6 (sei) senatori nella bozza di legge sulla riforma dello Stato in discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, e votato da Lei, di Forza Italia, dai parlamentari della Margherita e dai senatori dei DS, con unico ed esclusivo voto contrario (ripeto: unico voto contrario) dei rappresentanti di AN.
Non entro nel merito dei tecnicismi e dei deviazionismi emersi in quella particolare riunione di commissione, che ha confermato la mancata conoscenza, da parte di un certo mondo politico italiano, della grande realtà emergente dalle nostre collettività emigrate, che l’attuale governo tenta in ogni modo di valorizzare.
Quando però ho appreso che Lei è senatore di Manopello (in quanto eletto nel Collegio 3-Pescara), il paese abruzzese che nel 1956 ha subito il più elevato numero di caduti sul lavoro provocato dalla esplosione nella “miniera maledetta” di Marcinelle, in Belgio, diventata simbolo del martirio e della sofferenza della nostra gente all’estero, mi sono veramente rattristato, per non dire “incazzato”, perché non potevo pensare che un politico come Lei, che viene eletto in quella terra, potesse arrivata a tanto, “sfregiando” a malo modo la memoria di quei poveri caduti.
Giustificate e comprensibili sono le posizioni dei DS e della Margherita, che all’estero sostengono di essere vicino a noi, ma che in Parlamento regolarmente ed in ogni occasione sono contro. Come contrari sono i vari Danieli e Pittella di turno, nonostante le loro nebulose e frequenti esternazioni. Non è giustificato il Suo comportamento, essendo Forza Italia parte integrante di una coalizione di governo, la cui maggioranza il 20 dicembre 2001 ha votato compatta il disegno di legge sull’esercizio del voto all’estero, accettando come acquisito un fatto storico, contemplato dalla stessa Costituzione che prevede 6 senatori e 12 deputati quali rappresentanti dei 4 milioni di elettori italiani che risiedono fuori dei confini. Non è giustificato, avendo il governo di Centro-Destra elevato a problema nazionale la questione dell’emigrazione italiana, istituendo, non a caso, il Ministero per gli Italiani nel Mondo ed affidandolo ad un personaggio, riconosciuto e rispettato da tutti, del rango dell’On. Mirko Tremaglia.
Mi auguro che Lei possa ricredersi sulla decisone presa, anche nel rispetto dei caduti di Manopello, che questo governo ha inteso onorare e ricordare istituzionalmente, proclamando la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, che viene ricordata ogni anno l’8 di agosto a Marcinelle, in Patria e in tutto il mondo dalle nostre collettività.
Nella speranza che possa comprendere l’indignazione mia e della stragrande maggioranza degli Italiani residenti all’estero, La saluto cordialmente, augurandole un felice Natale.
Bruno Zoratto