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12 mar 2007CGIE: Cicala propone di "scendere in piazza"

WASHINGTON, 12 MAR  (Italia Estera) - Melo Cicala, Presidente del Comites di Washington DC, e Presidente uscente dell'Intercomites USA, (gli é succeduto il Comandante Vincenzo Arcobelli) interviene sulla proposta di  riforma del CGIE. 
 "Subito dopo  la prima sentenza del TAR   scrissi il mio "de profundis" al CGIE, (Vedi Italia Estera) iniziando una serie di interventi che finirono con il formalizzarsi  nella 'Proposta Cicala'. Dopo una pausa di inattività, a seguito di una interpretazione interna all'organismo stesso, il CGIE riprese i viaggi, (per i membri del CGIE "lavori")  nonostante moralmente delegittimati e nonostante un secondo ricorso al TAR simile al primo, dal quale, come feci notare al tempo, data la similitudine,  altro non ci si poteva aspettare che una simile sentenza" spiega Cicala.
Ora la seconda sentenza è arrivata, ma il CGIE non demorde, "vogliono a tutti costi preservare la poltrona (o il posto al finestrino o corridoio dell'aereo per continuare il loro turismo politico). Il tutto in nome dei concittadini che continuano a misrappresentare, perchè non li rappresentano; compito riservato, democraticamente ed esclusivamente agli eletti ai COMITES ed agli eletti al parlamento".
C'è stata una svolta però, dice Cicala, "mentre prima il CGIE, a detto di questo o quello, era un organismo che 'se non ci fosse stato si sarebbe dovuto inventare', o che preservare il CGIE era un fatto 'imprescindibile', ora si parla di riforma;...ma riforma di che? I membri del CGIE hanno forse dimenticato un intervento dell'allora Segretario Generale, ora Onorevole Narducci, che, confermando l'essenza della proposta Cicala richiamava l'attenzione al fatto che i Comites ed il CGIE sono organismi dell'istituzione, che non sono clubs o associazioni che possono modificare  statuti o comunque riformarsi? Che per riformare questi organismi occorre instaurare una trafila burocratica che  si  porti in Parlamento per promuovere la riforma della legge istitutiva?"
Non confondiamo le idee, tengo a reiterare che la "Proposta Cicala" dal suo principio  ha sempre e solo accentuato la riforma della legge che avrebbe portato alla riforma di Comites e Cgie.  Precisa , appunto, Cicala. "Il CGIE non può riformarsi dall'interno anche se, buttando un pugno di fumo negli occhi,   si appresta a invitare in qualità di "esperti" quattro rappresentanti dei Comites nel mondo, (guardacaso per riunirsi a Melbourne, Australia), offerta che come sarà reso noto è stata  rifiutata all'unanimità dall'Intercomites USA"
Quanto tempo ancora deve durare questa anomalia per i concittadini che hanno eletto i loro rappresentanti a livello locale con i Comites, ed a livello nazionale con la loro scelta di 18 parlamentari, e dover sopportare l'esistenza di un gruppo il cui compito di raccordo con la collettività ed il parlamento è cessato con l'elezione diretta dei nostri rappresentanti al parlamento? Si chiede Cicala.
"A parte i membri per nomina (questo è tutto un altro discorso) il CGIE è (vorrei  poter dire era)  un organismo eletto a secondo livello dagli eletti ai Comites, (con qualche eccezione di qualche elettore per nomina), comunque a stragrande maggioranza eletto dagli eletti, e sono appunto questi stessi elettori che si stanno muovendo per l'abolizione di un organismo assolutamente inutile, che per giustificare la sua esistenza, compete con le responsabilità affidate agli eletti al Parlamento e magari ostacolandone il  loro lavoro".
L'invito di Cicala agli eletti ai Comites: "è giunta l'ora di dover scendere in piazza, la piazza telematica per farci sentire".

"E' ora di porre fine a questo sperpero di danaro pubblico. La realtà odierna non è la realtà di venti anni fa. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno portati fin qui: grazie!
Ma il nostro traguardo è ora un altro, ora che siamo rappresentati in parlamento, come i parlamentari democraticamente eletti a livello locale, dobbiamo rivendicare il nostro mandato di raccordo fra gli elettori ed i  parlamentariche sono i Comites (che fra i loro ranghi includono la rappresentanza dell'associazionismo, perché  tutti gli elettori appartengono oltre che a partiti a questa o quella associazione) a dover assolvere questo compito".
"Cosa ne pensereste se accanto agli eletti al parlamento sedessero, col diritto di voto uguale agli onorevoli deputati, rappresentanti di questa o quella associazione "nominati " per buona misura da questo o quel partito?
 Insisto  col dire che in un organismo democraticamente eletto il numero dei componenti è fondamentale; che l'inserimento di "nominati" sposta l'asse politico e legale dell'organismo stesso, alterando e violando il potere decisionale affidato dagli elettori ai loro rappresentanti. Rappresentanti per nomina non è nè una opzione nè un'alternativa, è semplicemente illegale".
 
Non illudiamoci, conclude Cicala, "il CGIE ci sta provando, nessuno vorrebbe perdere la poltrona, ma la riforma non avverrà se non voluta per riforma alla legge. Alla fine, sarà citando la legge che continueranno a prenderci in giro. In piazza dunque, piazza telematica, basta con questo "parlamentino" e avanti con una "costituentina" per proporre una legge istitutiva consona con le necessità odierne. Il passato è storia, ora dobbiamo trattare con il presente. Aderite al nostro appello: comitesuniti@aol.com contiamoci per contare. E' con la nostra tenacia che otterremo i risultati che ci spettano".(Italia Estera) -
 



 
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