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13 set 2006Per l’On. Antonio Razzi il CGIE costa troppo, meglio abolirlo

ROMA, 13 SET. (Italia Estera) - Dall'On. Antonio Razzi (Idv) riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni di ripresa dell’attività politica dopo le ferie, assistiamo ad un dibattito che non mi appassiona particolarmente, ma sul quale voglio esprimere la mia idea. Tutti si interrogano sulle sorti del CGIE, e per la verità poco si occupano della situazione drammatica che caratterizzerà nel prossimo autunno la nostra rete consolare. Siamo, inoltre in pieno dibattito sulla Finanziaria, e molti nostri connazionali si interrogano su quale sarà il ruolo che noi parlamentari sapremo giocare per onorare gli impegni presi in campagna elettorale. Per questo ho intrapreso una personale iniziativa, quella cioè di procedere ad effettuare una radiografia della rete consolare in Europa, per meglio poter intervenire in sede di dibattito sulla finanziaria, dopo aver conosciuto concretamente e direttamente i problemi dei servizi elargiti ai nostri connazionali. Durante questo giro ricognitivo che l’Italia dei Valori effettua con i propri collaboratori ho modo di incontrare il personale che lavora nei nostri consolati, i Consoli, i contrattisti, gli operatori impegnati nel mondo della diffusione della lingua e della cultura italiana, i Comites e le associazioni regionali, ed apprendo direttamente dai protagonisti a quali enormi problemi la nostra comunità andrà incontro quest’autunno per la ristrettezza di risorse. Per cui ritengo che sia necessario un impegno chiaro dell’Italia dei Valori, utile a garantire che i costi di una finanziaria che “dever essere rigorosa”, non ricadano sui nostri connazionali, ma siano fondati su una complessiva azione di risparmi intelligenti. Si, perché prima di chiedere alla gente di chiudere i rubinetti per risparmiare l’acqua, bisogna accertarsi che non vi siano grosse perdite o falle nelle tubature che conducono l’acqua dalla fonte nelle case. Ed è per questo che il dibattito sul CGIE non mi appassiona. Infatti che senso ha parlare di riforma di un organismo che serve ad esprimere pareri solo consultivi; che non ha alcun potere reale visto che è una miniaturizzazione della enorme complessità sociale rappresentata dagli italiani all’estero; che paradossalmente si riunisce per indicare al governo ed al parlamento di non aumentare le tasse sui servizi da elargire ai nostri connazionali, ma poi costringe di fatto il Ministero a dover aumentare  le tasse poiché lo stesso Ministero deve sobbarcarsi l’onere di spesa necessario per il funzionamento di questo organo consultivo. Ad esempio, se i costi per il funzionamento del CGIE, sono di 3.500.000 euro, all’anno, perché non risparmiare questa enorme spesa e destinare questo fondo al non aumento della tassazione sui passaporti e magari dotare i COMITES di fondi seri? Perché non potenziare gli intercomites, che di fatto possono sopperire molto più efficacemente a fare da cinghia di collegamento con i 18 Parlamentari eletti all’estero? Insomma bisogna evitare che si spendano soldi in organismi il cui costo di fatto viene scaricato sui connazionali che sono costretti a subire aumenti di tasse sui passaporti, diminuzioni dei corsi di lingua e cultura, carenze sulla funzionalità della rete consolare. Ed ancora, un ruolo consultivo a mio avviso molto più efficace, lo possono dare come già fanno, oltre ai Comites, gli organismi organizzati su base regionale. Certo, perché così ogni Regione potrebbe destinare risorse all’emigrazione ed i costi non andrebbero a gravare sui fondi del MAE, che devono garantire servizi a tutti i nostri connazionali. Inoltre questi organismi regionali hanno modo di calibrare meglio gli interventi e conoscono molto bene le realtà di emigrazione dei propri corregionali. Il Ministero degli Italiani nel Mondo è stato eliminato anche per risparmiare 4 milioni di euro, mi sembra sensato affermare che se il CGIE costa altrettanto, una sua abolizione sia davvero opera di buon senso.
 
On. Antonio Razzi
Italia dei Valori



 
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