CITTA' DEL VATICANO, 2 APR. - (Italia Estera) - Ad un anno esatto dalla morte, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha voluto rendere omaggio al pontefice scomparso raccogliendosi in preghiera nelle Grotte Vaticane davanti al sepolcro di marmo bianco del pontefice polacco. La visita e avvenuta nella totale discrezione, di mattina presto, quando la basilica solitamente é ancora chiusa.
Accompagnato dalla moglie Franca, Ciampi ha sostato per una decina di minuti in preghiera lasciando sul sepolcro un fiore. Ad attenderlo in Vaticano c'era monsignor Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro che lo ha accompagnato alla tomba.
Ciampi condivideva con Karol Wojtyla la stessa età. Erano passati entrambi attraverso l'esperienza della guerra, entrambi avevano la medesima aspirazione di una Europa unita, solidale, allargata e cementata da comuni valori.
Più volte si sono trovati in sintonia sui problemi del mondo: dallo spettro di uno scontro tra civiltà, al Medio Oriente, dall'indebolimento del multilateralismo, al futuro di un'Italia in grave crisi demografica. Condividevano persino il nome e ad ogni onomastico, il 4 novembre, festa di San Carlo Borromeo, il Papa e il Presidente non mancavano di scambiarsi gli auguri. Lo stesso avveniva per i compleanni.
I rapporti tra il Vaticano ed il Quirinale, sin dall'inizio del settennato, sono stati segnati da uno eccezionale feeling. Il Capo dello Stato spesso era ospite a pranzo di Giovanni Paolo II. Seppur per ragioni differenti il Papa polacco e il Presidente erano legati alla data del 13 maggio. Giovanni Paolo II riteneva di dovere la propria salvezza il giorno dell'attentato in piazza San Pietro (1981) proprio all intervento celeste della Madonna di Fatima; Ciampi in quella data venne eletto dal Parlamento. Il 18 maggio, invece, giorno del compleanno di Karol Wojtyla, il Capo dello Stato giurò davanti alla Costituzione. Quando il papa l'anno scorso scomparve il Presidente lo volle ricordare a nome di tutti gli italiani con parole commosse e fu il primo a rendergli omaggio sulla sua tomba, il 29 aprile. Un giorno particolare quello perché il Presidente avrebbe dovuto accoglierlo al Quirinale per una visita ufficiale fissata qualche mese prima in onore della ricorrenza di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia. Ma gli eventi precipitarono. In quei giorni, in una intervista ad un quotidiano, il Capo dello Stato disse che Giovanni Paolo II era "come un fratello maggiore, quasi un padre", una "figura nella quale far riferimento, alla quale chiedere consiglio nei momenti difficili. Ne soffrirò la scomparsa come una mutilazione".
Ed oggi Ciampi con un articolo pubblicato dal 'Messaggero'ricorda il primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II. "Un rapporto lungo e intenso - scrive Ciampi - mi ha unito a papa Wojtyla, a cominciare dalla visita di Stato in Vaticano nell'autunno del 1999 alla vigilia dell'anno Santo ed in molteplici incontri, in tutto l'arco del mio mandato presidenziale.
Lo attendevo in visita ufficiale al Quirinale, in quello stesso mese di aprile 2005 che lo ha sottratto all"affetto del mondo intero". Il presidente Ciampi rivive con "commozione" la forza "coinvolgente delle sue esortazioni alla giustizia e alla fratellanza, l'ardore con cui, attraverso lo sguardo, il gesto, il tono della voce, prima ancora che con la parola, riusciva a penetrare le coscienze, a suscitare entusiasmo, a mobilitare l'umana solidarietà", e ricorda l'affetto di Giovanni Paolo II per l'Italia e per Roma.
"La sua pastorale sollecitudine era ricambiata dagli italiani con sentimenti profondi, con la sincera adesione agli obiettivi del suo magistero", rileva il presidente secondo cui "dirompente" era il messaggio di pace del Papa "fattore fondamentale nell'abbattimento di tante barriere tra uomini e nazioni".
Per il capo dello Stato, i "richiami al superamento delle ingiustizie e delle disuguaglianze, l'accento costantemente posto sulla centralità della persona umana costituiscono una preziosa eredità"; e tra gli insegnamenti di Wojtyla, il presidente della Repubblica ricorda la forza del dialogo e l'incoraggiamento per un'integrazione europea. Il suo messaggio toccava in particolare modo i giovani che "lo hanno particolarmente amato". "Soprattutto attraverso di loro - conclude Ciampi - l'apostolato di Giovanni Paolo II continua ad infondere fiducia e speranza affinché il mondo possa guardare alle divisioni del XX secolo come a un capitolo definitivamente chiuso della propria storia".