Il dramma dell’ex first lady che non vuole mollare, Obama verso la nomination
di Alfonso Maffettone

NEW YORK, 1 GIU, (Italia Estera) – La pretendente alla Casa Bianca Hillary Clinton ha vinto le primarie in Portorico ma e’ soltanto un successo simbolico che non dovrebbe impedire al suo avversario, il senatore dell’Illinois Barack Obama di aggiudicarsi la nomination democratica alle elezioni presidenziali del 4 novembre contro John McCain, il candidato da tempo scelto dai repubblicani.
La piccola isola caraibica ispanofona, che ha scelto l’ex first lady, e’ uno “stato liberamente associato” agli Usa e non ha diritto di voto nelle elezioni del 4 novembre. Ha assegnato, secondo il sistema proporzionale, 55 delegati, un bottino esiguo che non aiuta Hillary Clinton a colmare il fossato che la divide da Obama. Il senatore, dopo cinque mesi di gare, e’ in fuga verso il traguardo ed e’ dato per vincente nelle primarie di martedi’ 3 giugno in Montana e Dakota, le ultime prima della Convention democratica di Denver il 25 e il 28 agosto.
Obama ha al su attivo 2051 delegati contro i 1876 della Clinton e deve raggiungere, secondo il compromesso deciso dai vertici del partito democratico sui risultati delle primarie in Florida e Michgan, la soglia di 2118 per ottenere la nomination. Se vincera’ negli ultimi due stati in gara dovrebbe avere anche l’appoggio dei 190 super delegati indecisi che sono stati invitati a pronunciarsi la sera stessa dello scrutinio elettorale dal presidente del partito Howard Dean e dai responsabili del Congresso Nancy Pelosi e Harry Reid.
Il senatore dell’Illinois e’ sicuro della nomination ed ha gia’ riservato per martedi’ sera il centro dei congressi di S.Paul nel Minnesota del Nord, un immenso complesso capace di ricevere 20.000 persone, per rivendicare la vittoria. Lo stesso palazzo in settembre ospitera’ la Convention repubblicana.
Ma la Clinton e’ un’accanita giocatrice e non e’ disposta a concedere rapidamente la sua sconfitta. Sostiene di aver accumulato nelle 13 votazioni democratiche dal 4 marzo ad oggi , piu’ voti popolari dell’avversario, 6,6 milioni contro 6,1 milioni ed ha presentato reclamo contro il compromesso sulle primarie in Florida e Michigan ritenendo che sia dannoso per lei.
L’ ex first lady appare decisa ad andare avanti fino a Denver ed ha messo in una drammatica situazione il partito democratico i cui responsabili vorrebbero da lei una data per il suo ritiro e la fine di un duello che avvantaggia solo gli avversari repubblicani compatti nel sostegno a McCain.
Alfonso Maffettone/Italia Estera