ROMA, 3 APR (Italia Estera) - “Il voto degli italiani all’estero è semplicemente l’attuazione di un dettato costituzionale del 1948. Lo stesso diritto di voto di cui beneficiano senza discussione alcuna i cittadini di altri Paesi democraticamente avanzati (dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Spagna alla Germania, dal Portogallo al Belgio) che vivono fuori dai confini nazionali.
E’ quanto afferma Elio Carozza, (nella foto) Segretario generale del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), in merito alle polemiche di ieri sera a Porta a Porta sul voto degli italiani all’estero.
“La nostra Costituzione riconosce a ogni cittadino italiano – continua Carozza – il diritto di voto, senza distinzione tra luoghi di residenza, dunque la legge ordinaria deve assumere tutti gli strumenti per consentire a ognuno il godimento dei propri diritti. Per questo è stato introdotto il voto per corrispondenza, che facilita l’esercizio di un diritto democratico fondamentale e vecchio di almeno sessanta anni, anche se solo di recente agevolato”.
“Resta il fatto che un importante diritto quale quello del voto – prosegue il segretario del CGIE – ha bisogno di una serie di garanzie e certezze soprattutto quando espresso per corrispondenza, e in questo si può ancora migliorare, nella scia di quanto ha già fatto il Governo con il decreto d’urgenza adottato subito dopo la convocazione dei comizi elettorali. Ma quella che percepiamo quando ascoltiamo certe discussioni strumentali, non è l’esigenza di migliorare le procedure del voto ma è solo la voglia di abolire questo esercizio privando gli Italiani all’estero di un diritto costituzionalmente riconosciuto.”
“Per questo motivo, dunque, gli Italiani all’estero – conclude il Segretario Carozza – che sono coscienti dell’onestà , del serio impegno e del lavoro della rete consolare e del MAE, sono aperti a ogni forma di dialogo sul miglioramento del sistema del voto all’estero, così come sono pronti a discutere seriamente del tipo di rappresentanza o di una diversa collocazione all’interno del Parlamento quando si tratterà di avviare un dialogo sul superamento del bicameralismo perfetto. Ma mai saranno disponibili a discutere sulla cancellazione di un diritto democratico fondamentale di ogni cittadino, di Palermo come di Montreal”.
In merito a presunti brogli o a compravendita di voti Carozza afferma “chi ha prove di reato ha il dovere di denunciare i fatti alla magistratura e non in televisione”. (Italia Estera).