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Il voto degli Italiani all'Estero

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15 mar 2008VOTO ALL’ESTERO: Cesare Sassi candidato alla Camera per il Pdl nella Ripartizione America Settentrionale

Intervista di Lino Manocchia
 
 
MIAMI, 16 Marzo ’08 - Capelli cosparsi d’argento, ben spartiti, occhi sognanti e luminosi, ha lo stile compunto e distaccato. Cortese, affabile, premuroso, ha quel tono rapido e sicuro instillato dall’esperienza. Pesa le parole, non alza la voce, misura i gesti fissandoti negli occhi, e nulla sembra scomporlo.
Cesare Sassi (foto), nato 66 anni or sono a Milano da genitori di San Martino in Piseri (Campobasso), dove esiste tutt’ora il magnifico castello familiare; “pendolare” Miami-New York dove ha alcune sue industrie, vanta una carriera degna del libro Records.
Le principali ditte italiane videro Sassi in posizioni “altolocate”, da Pavesi a Bertolli, dai Molini Pastifici Ticino, alle Cartiere Pigna, il gruppo Fabbri, per citarne alcune. Dal 1992 risiede a Miami, cittadino anche americano, è presidente della Sasco Financial e gestisce diverse aziende consociate.
Uno dei meriti del milanese e quello di aver fondato l’Organizzazione per la diffusione della lingua italiana, presidente coordinatore dei Comites USA, “Uomo dell’anno 2006” dei Boys Town of Italy, membro onorario del Senato Accademico dell’Accademia Europea per le relazioni economiche e culturali.
La sua frenetica attività di industriale della Florida, e non soltanto, non impedisce al candidato alla Camera Italiana di scambiare qualche impressione sulle prossime elezioni nazionali, nel corso di una visita alla Grande Mela.
 
“Durante i ventidue mesi di governo Prodi, il nostro Paese ha veramente toccato il fondo,” inizia col dire Cesare Sassi. “Mai si era visto nella storia della Repubblica un’oppressione fiscale e giudiziaria di questo tenore, con l’introduzione di una cinquantina di nuovi modi per spremere il contribuente (67 modi nuovi per mettere le mani in tasca agli italiani che lavorano e producono) e senza il minimo sforzo per ridurre i costi della burocrazia”.
 
Sassi, cosa ne pensa ora di queste prossime elezioni italiane?
“Sono senza dubbio tra le più importanti che servono a verificare tutta una serie di politiche centrali italiane, per le quali il nostro Presidente Berlusconi ha fatto proposte piuttosto serie, per uscire dalla situazione di crisi, in attesa di vincere la “battaglia”. .Anche in America ce la mettiamo tutta, con molta propaganda e pubblicità”.
Crede che in Italia vi siano troppi (molti inutili) partiti?
”Sono convinto che ci vuole uno sbarramento, perché l’elettore è abbastanza confuso per i tanti partiti, molti dei quali vendono tutti le stesse ideologie, stessi programmi, soltanto contraddistinti e suddivisi per interessi personali”.
 
Quali sono le motivazioni principali sulle quali si basa la sua campagna elettorale?
“Prima di tutto un sentimento di preoccupazione per lo stato del Paese, per i problemi che devono essere affrontati, quindi, fatta questa premessa, secondo me, il mio programma articolato su 16 punti elettorali: lo si può vedere nel mio Web www.cesaresassi.com. E non si può ignorare l’assillante problema dell’economia, motore base per poter riprendere sotto diversi aspetti. Per gli italiani all’estero questo significherebbe offrire vantaggi doppi”.
A proposito di italiani all’estero, i “nostri” negli Usa protestano perché, pur votando, non hanno ancora visto appagati, risolti i loro vari problemi. A che cosa si deve questa situazione?
“Si deve a due fattori: primo che la nostra classe politica non è ancora pronta ad accogliere i parlamentari che sono negli Stati Uniti e, quindi, con tutto rispetto, tutti hanno avuto grosse difficoltà a farsi ascoltare, farsi sentire, farsi rispettare. Punto due, non si sono impegnati come avrebbero dovuto; io conosco questi tre personaggi eccezionali, ma ripeto, avrebbero dovuto farsi sentire, fare la…”voce grossa”.
 
Quanto raccolse per i colpiti da “Katrina”?
“Per Katrina abbiamo fatto una discreta raccolta nella zona della Florida con i Comites e con i collaboratori, separatamente dagli aiuti nazionali”.
 
Lei, “Uomo dell’Anno 2006”, che cosa più l’esalta?
“L’essere stato messo in lista elettorale (e ne sono onorato). Francamente speravo, ma non me l’aspettavo. Mi esalta specialmente perché coincide con il “momento di cambiare” e non soltanto a livello Parlamentare, ma in tutti gli strati della Nazione..E’ questo il tempo giusto per inserire gente seria, responsabile, sopratutto interessata a curare gli interessi dell’Italia e degli italiani all’estero.
Perché molti non hanno capito: Noi non vogliamo andare al Parlamento per farci chiamare “onorevole”, questo è l’ultimo dei problemi, ma sopratutto per lottare a risolvere le lacune esistenti nel sistema”.
 
Che cos’è il potere?
“Secondo me è la possibilità di far valere le proprie idee rendendole applicabili”.
 
Crede ai miracoli?
“Certo che ci credo. Ne ho visti tanti nella mia vita, specialmente nella politica”.
 
Qual è la più bella virtù degli italiani?
“Prima di tutto è la simpatia, la fantasia ed il successo, anche all’estero per la loro inventiva”.
 
E la peggiore?
“Secondo me, la “litigiosità”. Ho avuto spiacevoli esperienze perché ci sono ancora i “clan”, le regioni ed io sono contrario, poiché siamo tutti italiani e dobbiamo piantarla, lavare i panni sporchi in casa, e collaborare serenamente con tutti. E questo “problema” sussiste ovunque, compreso i partiti, ricchi di simpatie ed antipatie”.
 
Allora, onorevole, a Lei ed al Presidente Berlusconi, tanti auguri.
“Grazie, ma onorevole non lo sono ancora, spero di potermi allineare al partito per cooperare e sentire sempre piu’ la voce degli italiani all’estero”.
 
Lino Manocchia/Italia Estera



 
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