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Il voto degli Italiani all'Estero

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20 feb 2008VOTO ALL'ESTERO: Conversando in un bar di Buenos Aires con il senatore Gino Trematerra, Udc

BUENOS AIRES, 20 FEB. (Italia Estera) - Gino Trematerra (nella foto) è capo della Segreteria Tecnica di Lorenzo Cesa, segretario dell' Unione Democristiani e di Centro (Udc), il cui indiscusso leader è Pier Ferdinando Casini. Consigliere regionale e assessore regionale alla Formazione della Calabria dal 1995 al 2001, in quell'anno è stato eletto al Senato con conferma nelle elezioni politiche successive.
E’ venuto a Buenos Aires per incontrare la collettività italiana ed, anche in vista delle prossime elezioni, esprimerle la stima di Pier Ferdinando Casini, sentimento peraltro totalmente ricambiato dalla nostra comunità.
Durante il suo precedente viaggio in Argentina è stato nominato "Personaggio illustre" dal Consiglio Deliberante di Mar del Plata, città in cui vivono molti emigrati italiani.


C.: Quando vado in Italia ho sempre l'impressione di essere considerata quasi un extraterrestre. Mi sembra che gli italiani non abbiano un'idea chiara degli emigrati. Condivide questa mia impressione?
T.: No, mi sembra errata. Forse la percezione degli emigrati cambia da regione a regione. In alcune, come in Calabria o in Sicilia  il ricordo dell'emigrazione è più recente, in altre, come in Liguria, più lontano, ma oggigiorno tutti gli italiani hanno consapevolezza del fatto che il progresso dell'Italia è stato raggiunto anche grazie al lavoro di chi è emigrato. L'emigrante se n'è andato con una valigia di cartone, si è rimboccato le maniche, con sacrifici e costanza si è conquistato un posto nella comunità estera ed oggi ritorna con una borsa di pelle.
Per questo gli italiani  hanno concesso agli emigrati ed ai loro discendenti il diritto dell'esercizio del voto politico; come forma di riconoscimento, come modo attraverso il quale esprimergli la loro stima, riconoscenza e gratitudine.

C.: Com'è riuscita l'Italia a diventare la quinta potenza economica ed industriale del mondo?
T.: Nel dopoguerra l’Italia ha vissuto una fortissima fase di sviluppo economico, frutto della fantasia, delle idee, della progettualità, della capacità  creativa e fattiva di cui hanno dato prova gli italiani in tutti i paesi in cui sono andati. Ma oggi la situazione è cambiata: il Governo Prodi ha condotto il nostro Paese verso il declino politico, economico e sociale sconvolgendo l’equilibrio che avevamo raggiunto non senza fatica.

C.: Ultimamente, infatti, ci sono state delle nuvole all'orizzonte. Tutti sappiamo che gli stipendi sono fermi al 2000 ed hanno perso potere d'acquisto, i mutui per la casa sono impossibili da pagare, l'impresa, che per anni è stata un esempio per il mondo, ora è stagnante. Persino i distretti industriali non vanno più a gonfie vele come prima.
T.: Non posso darLe torto. Il governo Prodi ha bersagliato i poveri ed i bisognosi, ha tassato, mentre c’era bisogno di pensare all’occupazione, alla sanità, ai salari. Non ha capito che bisognava investire nella ricerca e nella piccola e media impresa.
E’ stato un progetto autolesionista.

C.: Però sembra che ci sia il tesoretto?
T.: Il tesoretto lo si deve al governo precedente che  ha controllato l’evasione fiscale.
C.: Peccato che qui, in Sud America, abbiate perso il dott. Claudio Zin, ex candidato a senatore per l’Udc nelle ultime elezioni. Ora è ministro della Sanità della Provincia di Buenos Aires. 
T.: Probabilmente Zin si presenterà anche nella prossima tornata elettorale, ho avuto quasi la certezza di una sua ricandidatura. Certo dovrà eventualmente scegliere se finire il suo mandato di ministro o presentarsi alle elezioni italiane.
C.: Ci sono altri possibili candidati?
T.: Molti, uno di loro potrebbe essere l’imprenditore Eugenio Sangregorio.
C.: Nelle scorse elezioni si è visto che il voto per posta ha dato origine a sospetti di presunte irregolarità, come potrete cercare di evitarle questa volta?
T.: Il Comitato degli italiani all’estero, di cui faccio parte, ha rivolto al Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano, ed al Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, la richiesta che il plico venga consegnato come raccomandata con ricevuta di ritorno. Penso inoltre che questa volta i consolati saranno meglio attrezzati. Così ci saranno meno possibilità di presunte irregolarità.
C.: Pier Ferdinando Casini non ha voluto far entrare l’Udc nel Popolo delle Libertà, perché?
T.: Il Pdl è stato fatto da Berlusconi e Gianfranco Fini, Casini ne è stato informato telefonicamente. Questo in relazione alla forma, in quanto alla sostanza il nostro leader non ha voluto rinunciare alla identità dell’Udc, al simbolo, al partito. Non comprendiamo perché la Lega si sia potuta federare con il suo simbolo, almeno nelle regioni in cui è forte, e noi saremmo dovuti entrare nel Pdl, fonderci in quel partito, abbandonando la nostra storia, i nostri progetti ed i nostri irrinunciabili valori, che sono poi quelli tipici della cultura italiana, di cui il primo è la Cristianità.
C.: Mi sembra che ci sia anche un problema di incompatibilità di carattere tra Berlusconi e Casini,  comunque quest’ultimo afferma che bisogna sviluppare nuove forme di energia, soprattutto quella nucleare. Mi spieghi meglio?
T.: L’energia costituisce per le famiglie e per l’industria italiana una spesa enorme. Il nucleare permetterebbe di ridurre il costo dell’energia e di togliere un grosso peso alle famiglie. Purtroppo non si vogliono interpretare le esigenze del popolo italiano. Sono i verdi che si oppongono a tutto, anche ai termovalorizzatori, a tutto. Quel partito dovrebbe chiamarsi  “Non voglio”.
C.: Casini parla anche di modernizzazione dello Stato, a cosa si riferisce?
T.: Alla possibilità di assumere nello Stato, di dare lavoro ben remunerato ai professionisti, ai cervelli che se ne vanno. Oggi c’è bisogno di professionalità altrimenti la società andrà a rotoli. Bisogna dare lavoro alle persone veramente capaci e non a quelle raccomandate. Occorre porre in essere un sistema basato sul merito. Premiare chi lavora, penalizzare chi non lo fa.
C.: Ora l’Udc sta al centro, c’è possibilità di dialogo con il Pdl e con il Partito Democratico (PD) di Veltroni?
T.: Faccio parte del Consiglio degli italiani all’estero, che è composto da esponenti di diversi partiti, e che lavora a prescindere da qualsiasi distinzione ideologica e partitica per salvaguardare gli interessi generali di tutti gli italiani all’estero.
Il dialogo tra le diverse parti, ognuna delle quali portavoce dei propri valori, è indispensabile perché senza accordi e compromessi non si costruisce il bene dei cittadini. I problemi vanno affrontati e risolti insieme, l’ostruzionismo ed il boicottaggio non portano nulla di buono, è necessario trovare un punto di convergenza negli interessi di tutti gli italiani, compresi quelli che vivono all’estero.  ( La Prima Voce, Edda Cinarelli /Italia Estera)


 
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