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30 nov 2007Don Salvatore, ricordo di un portiere della Napoli che non c’è più

di Ennio de Vincentiis
NAPOLI, 30 NOV, (Italia Estera) - Chi è Don Salvatore? Un signore che per tanti anni à stato il portiere di un palazzo sito in Napoli  alla Via Enrico Pessina n* 90 più conosciuto una volta come palazzo Maffettone. Infatti , fu proprio il sig.Raffaele Maffettone,ricco imprenditore di pellami, che insieme ad un socio fecero erigere nella seconda metà dell’800  questo imponente fabbricato ,che è il primo di una serie di grossi fabbricati che costeggiano Via Enrico Pessina ( una volta chiamata Via Museo perché giunge in prossimità del Museo Nazionale).
Nel lontano 1927 in questo palazzo sono nato e vi sono rimasto sino all’età di trenta anni quando sposatomi abbandonai la casa paterna.Qui quindi sono cresciuto e tanti sono i ricordi che affollano la mente.Uno per tutti è quando da ragazzino mi affacciavo da uno dei balconi che davano nel vasto cortile e vedevo del personale che con  spazzole lisciavano dei grossi cavalli dalle corte code e pulivano delle carrozze di varia forma date in fitto per cerimonie di vario tipo.Era già questo un aspetto decadente di un passato glorioso quando, mi si raccontava, erano famosi in tutta Napoli i tiri a quattro o a sei con carrozze magnifiche pilotate con maestria dai proprietari Maffettone nelle sfilate cittadine.
Pertanto un palazzo cosi’ importante non poteva avere un portiere qualsiasi.
Don Salvatore impersonava perfettamente il compito affidatogli. In che epoca fosse stato assunto non lo so; certo è che io lo ricordo dalla più tenera infanzia. Da piccolo lo ricordo immenso., in realtà era davvero alto,grosso  con un faccione tondo,con uno sguardo dolce e tendente generalmente al sorriso.Nel lungo androne del palazzo,addossata ad una parete vi era (vi è anche tuttora) la guardiola con annessa abitazione consistente in un vano-tinello tutto fare e un soppalco per la zona letti.
La compagine familiare è sempre stata un po’ strana:la moglie (Carmela) alta esattamente la metà di Don Salvatore uniformemente tonda  e Nina,una donna anch’essa alquanto bassa ma magra che quotidianamente usciva dalla guardiola e stringendo tra le mani un mezzo limone ripetutamente lo stropicciava sulle dita sino a consumarlo del tutto:dopo di ciò rientrava in casa.
Chi fosse e quale rapporto la unisse ai due coniugi è sempre stato per me un mistero. Tale compagine familiare ha sempre avuto,ai miei occhi, una età indefinita e li ho sempre visti fissi nel tempo senza modificazioni fisiche. Il principale compito di queste due donne era di accudire alla persona di Don Salvatore che, imponente, indossava la sua divisa sempre in ordine. Era la classica divisa di colore blu notte con giacca a doppio petto con bottoni argentati ,risvolti cremisi ,camicia bianca e cravatta nera,con un cappello tipo militare con un’alto fregio argento. Donna Carmela tra l’altro si dedicava ogni giorno alla pulizia delle scarpe di Don Salvatore, che erano enormi,e tale pulizia si svolgeva al di fuori della guardiola:tale pulizia era rivolta specialmente alle suole che venivano energicamente stropicciate tra loro. Don Salvatore viveva sempre nel palazzo,l’unico svago giornaliero era fare ,con passo lento ,il giro esterno del palazzo. In tale occasione indossava una mantella.. Sembrava proprio un generale e molto spesso i militari che lo incrociavano scattavano sull’attenti!Svolgeva il suo compito con molta oculatezza:la sera tardava ad andare a letto:gli piaceva assicurarsi che gli inquilini fossero rientrati. Molte volte a me,che da giovanotto facevo un po’ tardi, capitava di vederlo seduto nella guardiola non solo sveglio ma che giocava a carte.Si giocava a tressette da solo naturalmente con tre morti!
Amava raccontarmi le sue prodezze giovanili:principalmente quando,molto giovane, andò in Svizzera a Lucerna  e fu assunto ,non so con quali mansioni, all’hotel Schweizerhof Luzern  che era ed è uno dei più importanti della città.Col suo fisico imponente e muscoloso credeva ed ambiva fare il boxer:Capitò che nell’albergo alloggiasse un campione di pugilato che accettò di scambiare qualche battuta con lui ma purtroppo bastò che il campione gli mettesse un dito sulla spalla e lui cadde lungo e disteso per terra.Nel raccontare ciò gli veniva sempre da ridere.
Potevo avere una decina d’anni e un bel giorno ,mentre tornavo a casa,mi fermò e mi condusse sotto il lampione che pendeva e pende tuttora al termine dell’androne.e ponendomi il braccio intorno alla spalla mi disse “ eccoci qua ,noi due sotto questo lampione. Passeranno gli anni e tu ricorderai che ci siamo fermati qui sotto questo lampione “Qui terminò il suo dire ed in verità io sul momento rimasi un po’ interdetto.
Ma col passare degli anni ogni qual vota ho ripensato a quell’ incontro mi sono commosso ed anche ora lo sono che lo ricordo scrivendolo.E’ la chiara dimostrazione di un’anima semplice e sensibile!
Eppure nel momento della paura anche l’animo più delicato ha una reazione erroneamente non prevista ma che al contrario è profondamente umana. Negli ultimi giorni di settembre del 1943 ,che furono per Napoli i più drammatici ,nel palazzo di via Pessina 90 si visse davvero una stretta vita condominiale in quanto tutti ,proprietari e inquilini,vivevano in stretta simbiosi e si riunivano sovente giù nel vasto cortile. Un giorno si sparse la voce che i tedeschi avevano posto una bomba negli scantinati del palazzo adibiti a ricovero antiaereo e che un tempo erano state le stalle. Successe che mio padre venuto a sapere di questo ipotetico pericolo si rivolse al portiere con tono pacato ma naturalmente autoritario dicendogli.”Don Salvatore andate a vedere giù nel ricovero”al che Don Salvatore rispose :”prufessò andateci voi”Io che ero presente ritenni logica la risposta del portiere ma nel contempo mi cominciai a rendere conto che qualcosa stava cambiando.
Finisce quà questo breve schizzo di un’epoca passata e di una figura che sicuramente nel suo genere fu un personaggio che oggigiorno è difficile trovare.
Il povero Don Salvatore mi sembra che fini’ verso gli anni sessanta soffrendo molto,in preda a disturbi circolatori agli arti inferiori con fenomeni gangrenosi.
Ennio de Vincentiis/Italia Estera





 
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