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Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
27 mar 2006EVIDENZA FOTOGRAFICA di Roberto Pucci

Considerazioni per gli oppositori del voto degli Italiani all’estero
HOUSTON, TX 27 mar. (Italia Estera) - Ai nostri giorni con uno studio accurato di quanto ci resta dei tempi preistorici si riesce a sapere con notevole approssimazione chi erano e come vivevano i nostri antichissimi progenitori che calpestavano la stessa terra sulla quale ora ci troviamo anche noi. Per cio’ che riguarda, invece,  i tempi molto piu’ recenti non ci sono assolutamente problemi. L’indagine puo’ essere effettuata attingendo a numerose fonti scritte e persino ad altre forme di documentazione come le foto che ci permettono di vedere anche i particolari ed i dettagli importanti che c’interessano. In questi giorni, durante il corso della raccolta di documenti fotografici  necessari per documentare una mia indagine storica sull’emigrazione , sono riuscito a procurarmi alcune foto d’emigranti Italiani in America dell’inizio del secolo scorso. Era mia intenzione,infatti, di rendermi conto ancora di piu’ di cio’ che hanno vissuto coloro che in tempi ben diversi dal mio e con altre motivazioni sono emigrati qui’ prima di me sul Nuovo Continente. Cio’ che ho scoperto alla fine potrebbe essere sicuramente definito da museo degli orrori. Ho voluto lasciare da parte il grosso di queste immagini agghiaccianti e, dedicarmi solamente all’esame attento di una di esse che mi ha colpito in modo particolare. La foto riproduce un terzetto di tipiche emigranti italiane appena scese dal “bastimento” che le ha portate da questa parte dell’Atlantico. Dopo quanto ho potuto ricavare e comprendere a seguito della lettura di questa  immagine vorrei che osservaste bene questa foto, analizzandola ancora una volta con me e cercando  di capire quanto essa e’ in grado di dirci e di svelarci. Si tratta innanzi tutto di una foto in bianco e nero, tecnicamente abbastanza avanzata per il periodo in cui fu ripresa e che mostra quindi con dovizia di dettagli tutti i contorni piu’ struggenti del dramma italiano dell’emigrazione. Le tre donne, delle quali le due di destra sono le piu’ anziane, piu’ che da una nave sembrano che siano quasi reduci  da una durissima prigionia. Il lungo viaggio d’allora, ben diverso dalle distensive crociere ai Carabi o in Grecia dei nostri giorni,  aveva per molti emigranti, contadini che non avevano mai messo piede su una barca ondeggiante e malferma, l’effetto devastante che e’ chiaramente leggibile sui volti di queste tre donne chiaramente stravolte dalla prolungata traversata oceanica. Una foto dello stesso gruppo mostra pure vecchi , donne e bambini stipati sul ponte di una di queste carrette del mare, al caldo , al freddo ed alle intemperie per giorni in una condizione forse indegna non tanto per gli esseri umani quanto persino per degli animali verso i quali si possa nutrire un minimo di compassione. E’ probabile che prima di scendere a terra queste donne avessero indossato i loro abiti migliori anche per cercare d’impressionare favorevolmente gli ispettori del centro dell’immigrazione di Ellis Island ma, nonostante cio’, la poverta’ che evidenziano gli umilissimi indumenti e specialmente i terribili volti scarni di due delle tre protagoniste di questa scena orribile, fissata nel tempo per documentarla a futura memoria, ci fa capire senza falsa retorica e senza mezzi termini che chi lasciava l’Italia piangendo e dando l’addio dal parapetto della nave a chi restava sul molo lo faceva non certo per diporto quanto per una durissima, effettiva necessita’ e per autentica miseria. Tempo addietro una ricca signora italoamericana da me intervistata mi faceva notare che i suoi genitori, giunti a Boston dalla Sicilia, le ricordavano spesso che avevano dovuto aspettare d’arrivare in America per potere finalmente mettere il loro primo piatto di carne sulla tavola. Nel dire questo, la stessa signora aggiungeva la definizione di “terra benedetta” all’indirizzo degli Stati Uniti facendomi capire fino in fondo quanta gratitudine questi diseredati, miseri, affamati figli dell’Italia nutrissero per la nuova Patria che li aveva accolti. Alcuni di questi emigranti al loro arrivo erano stati pure sorpresi nell’atto di chinarsi a baciare a terra in segno di devozione e di gratitudine oltre che per la grazia ricevuta d’essere giunti incolumi a destinazione alla fine d’un viaggio che, ancora allora, era considerato pericoloso e pieno d’incognite. Non ha scarpe la piu’ giovane delle tre emigranti della foto, mentre quella di centro ha in testa la tipica, patetica “truscia”, il fagotto che racchiudeva  tutti gli averi disponibili e considerati certamente indispensabili e preziosi. Un’ analisi attenta di questo pezzo “d’evidenza fotografica” e’ abbastanza per farvi sentire sinceramente e profondamente turbati allo stesso modo e con la stessa intensita’ che si prova oggi alla vista d’altre foto che presentano la tragedia anch’essa struggente della fame della gente d’Africa e di tutti gli altri paesi poveri che in genere chiamiamo del sud del pianeta o  del terzo mondo. Adesso, nell’anno di grazia 2006, i discendenti delle protagoniste di questa come di tante foto d’emigranti tutte uguali si preparano finalmente al voto. Non intendo piu’ aggiungere altro a quanto e’ gia stato detto e scritto profusamente da molti allo stesso proposito. C’e’, pero’, a questo punto solamente da considerare un fatto che per la sua gravita’ ha  dell’incredibile e che non puo’ essere, quindi,  tralasciato ne’ tanto meno taciuto. Sappiamo che in Italia c’e’ stato e c’e’ ancora chi per strategie di partito e per miserie spirituali, molto piu’ gravi di quelle economiche, ha criticato, avversato e combattuto questo voto che ora, a distanza d’un tempo infinitamente lungo, e’ stato concesso finalmente ai figli ed agli eredi d’ Italiane come quelle riprodotte nella foto e delle quali ci siamo appena interessati. L’Italia che agli inizi del 1900 non era in grado di mettere un piatto di carne sulla tavola di tanti dei suoi figli e che li ha spinti quindi ad emigrare sembra si sia decisa a riconoscere implicitamente le proprie mancanze ed a fare il tentativo di riparare. Nonostante cio’, ci sono stati ancora dei politici del Bel Paese, che dovrebbero costituire il punto di riferimento della societa’ italiana ed i quali in teoria avrebbero il compito d’ impegnarsi sempre nell’interesse di tutti i cittadini, che con cuore di granito e con faccia di bronzo avrebbero voluto negare nuovamente agli Italiani sparsi per il mondo gli stessi diritti di chi e’ stato molto piu’ fortunato di loro. Sono quelli che continuano a cianciare di solidarieta’ con le aree depresse del meridione e persino con gli extracomunitari, che fanno intendere di volere accogliere sempre a braccia aperte. Sono sempre gli stessi che al momento in cui e’ finalmente passata la legge per farci votare, essendo costretti a fare buon viso a cattivo gioco,  hanno avuto anche l’impudenza di venire qui’ da noi in America con i sorrisi seducenti dei grandi amici di lunga data e quelli che ora, come se nulla fosse accaduto,che  ci chiedono di votare per candidati che rappresentano loro ed i loro partiti. A tutti questi opportunisti dalla memoria troppo corta ed incredibilmente labile,  per i quali probabilmente non esiste neanche un aggettivo in grado di descriverne con esattezza tutta la meschinita’ diciamo che, se la vogliono, qualcos’altro certamente in cambio del voto lo daremo. Daremo loro, infatti, questo terribile documento fotografico in bianco e nero sul quale riflettere bene e dal quale finalmente cominciare ad  imparare.
 
RO PUCCI – HOUSTON, TEXAS/Italia Estera



 
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