ROMA, 2 AGO. (Italia Estera) - Con 327 voti favorevoli e 247 contrari, il governo ottiene la fiducia dalla Camera dei Deputati, richiesta dall'esecutivo sul provvedimento sulle liberalizzazioni - il cosiddetto decreto Bersani - e la manovra bis.
A Montecitorio, quello di oggi è stato un dibattito infiammato. Dopo la fiducia posta ieri dal governo, alle dichiarazioni di voto l'opposizione ha infatti attaccato l'esecutivo. ''Il governo, blindandosi per la settima volta con la fiducia, espropria di fatto il Parlamento delle sue prerogative'', ha detto il leader della Cdl Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento alla Camera.
''Per quanto tempo si potrà andare avanti così?'', ha poi chiesto il presidente di Forza Italia parlando, tra l'altro, di una ''maggioranza in decomposizione''. Per il Cavaliere la filosofia che ispira la strategia del vice ministro Vincenzo Visco e quindi la manobra bis del governo si riassume in questi verbi: ''Sorvegliare e punire''.
Perché il provvedimento introduce un ''principio di controllabilità preventiva, di tracciabilità del contribuente'', ha lamentato il leader di Forza Italia. ''Lo Stato - attacca l'ex premier - diventa grande inquisitore, controlla tutto il comportamento economico'' dei cittadini con una ''schedatura totale come mai si è visto in una democrazia liberale''.
Non è meno deciso l'intervento in aula del presidente di An Gianfranco Fini che, all'indirizzo dell'esecutivo, dice: ''Vi attendiamo alla prova della Finanziaria. Ma se il governo porrà la fiducia anche su quella, si assumerà una grande responsabilità perché lo scontro si traferisce nelle piazze e lo scontro politico non avrà eguali''.
Il leader del partito di via della Scrofa esorta dunque il governo a evitare il continuo ricorso alla fiducia, che definisce ''una degenerazione patologica''. ''Sette fiducie in 75 giorni - osserva Fini - dimostrano un evidente problema politico. Si può dire che il governo Prodi non soltanto non ha vissuto la luna di miele, ma anzi ha dato vita a uno spettacolo di distinguo, polemiche, minacce di dimissioni, ricatti''.
Non si fa attendere la replica del governo, affidata a Pierluigi Bersani. Con i giornalisti in Transatlantico, il ministro dello Sviluppo economico fa infatti notare: ''In un Paese con il massimo grado di evasione fiscale, il nostro ex presidente del Consiglio si preoccupa se sia uno Stato di polizia tributaria''. ''Bisogna informare Berlusconi - aggiunge Bersani - che tutte queste norme, cosiddette Visco, sono conosciute e presenti in quasi tutti i Paesi occidentali. Se lui fa un giro in Germania, per esempio, si accorge che quelle norme sono ampiamente presenti''.
''Io ritengo una vergogna - prosegue Bersani - che ci sia un'istigazione così violenta a una disabitudine alla fedeltà fiscale. Trovo anche che al presidente Berlusconi sia sfuggito un particolare: se stiamo incassando soldi in più per il fisco, non è per le misure di Tremonti, ma perché la gente sa che non ci sarà più un condono''.
''Quanto poi alle liberalizzazioni, visto che dice che bisogna farne di ben più rilevanti, lui ha avuto 5 anni per fare liberalizzazioni a cominciare da quelle del sistema radiotelevisivo e si è dimenticato di farle''. ''Comunque - taglia corto Bersani - le faremo noi''.
Bersani ne ha anche per il presidente di An. ''E' stata una sorpresa - dice - sentire quelle parole da Fini. Proprio loro che hanno messo la fiducia quattro volte sulle ultime quattro finanziarie. Non capisco con che coraggio si dicano certe cose''.
Per la maggioranza, invece, in aula il presidente dei deputati dell'Ulivo, Dario Franceschini era intervenuto subito dopo Berlusconi, osannato dai suoi a Montecitorio.
I deputati della Cdl avevano presentato 199 ordini del giorno al decreto Bersani-Visco su cui il governo ha posto la fiducia.
A Montecitorio si sono anche registrate le proteste della Lega Nord. Al termine dell'intervento del deputato del Carroccio, Roberto Cota, i leghisti hanno infatti esposto uno striscione contro il premier dove c'era scritto ''Prodi=indulto+tasse+clandestini''.
Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti ha quindi chiesto ai commessi l'immediata rimozione della scritta. E più tardi lo stesso responsabile dell'assemblea di Montecitorio ha chiarito: ''L'Aula può applaudire o dissentire, ma sia sobria''.
Competitività, lotta all'evasione e rifinanziamento dei cantieri Anas e Ferrovie. Questi i provvedimenti contenuti nella manovra d'estate da 11 miliardi e 200 milioni di euro. Tra i primi effetti del decreto Bersani sulle liberalizzazioni - confluito nella manovrina - più taxi in circolazione grazie al rilascio di nuove licenze (sulla quantità saranno i comuni a decidere), la commercializzazione dei farmaci da banco nei supermercati, l'aumento delle licenze per i panifici e parcelle libere per i professionisti. Aboliti i costi per la chiusura dei conti correnti ma sfuggire ai controlli fiscali sarà più difficile: arriva l'obbligo per intermediari finanziari e banche di comunicare i dati dei clienti all'erario a partire dal 2005, norma ribattezzata "grande fratello" dall'opposizione. Cambia l'Iva sugli immobili (per quelli ad uso non abitativo è prevista un'imposta catastale al 4% a partire dal 1 ottobre 2006) dal 2007 saranno detrabili - fino a 1000 euro - le spese per intermediazioni immobiliari e torna da ottobre l'Iva agevolata al 10% per le ristrutturazioni edilizie. Ma spuntano a sorpresa altre novità in campo fiscale: nel mirino i calciatori i cui contratti dovranno essere trasmessi obbligatoriamente all'agenzia delle entrate, e si pone infine uno stop alla pratica di "ripulire" il denaro attraverso i cosiddetti paradisi fiscali: tutti i proventi in arrivo nel nostro paese dalle società off-shore saranno bloccati.