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25 mar 2007Ma che succede a Rai International?

Ferrigno:“pulizia etnica” contro l’opposizione  a Rai International; "si è ritenuto di chiudere Zoom perché Angelini era antipatico, perché il suo colore politico, evidentemente, non era gradito".  Rivolta: 700 disdette di abbonamento ma il trend aumenta.
ROMA, 25 MAR (Italia Estera) - Salvatore Viglia  ha intervistato gli onorevoli Salvatore Ferrigno e Dario Rivolta che sono "in rivolta" contro la testata della Rai all'estero. Inoltre c'é da registrare il documento dell’Assemblea di Redazione  che chiede un nuovo piano editoriale entro il 31 marzo  -  Il silenzio di Badaloni
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di Salvatore Viglia 
Nuova denuncia onorevole Ferrigno. Questa volta per i servizi di Rai International
 
Siamo stati invitati alla giostra di goals, noi parlamentari eletti all’estero. Siamo stati lusingati da questo invito che, ci ha anche fatto piacere, ma parlare di calcio è riduttivo. Noi abbiamo la necessità di parlare ai nostri concittadini attraverso il video di Rai International. Abbiamo la necessità di affrontare le loro problematiche. Non si capisce perché si pensi che il calcio sia l’unica cosa che interessi.
In realtà, quello che abbiamo chiesto al Direttore Generale Badaloni, era una trasmissione che consentisse a tutti i parlamentari, in totale regime di par condicio, di parlare di politica e di attività che interessano da vicino gli italiani all’estero.
 
On. Rivolta, lamentele generali, non è che vi lamentate per dovere di opposizione?
 
Guardi, purtroppo Rai International, non era un capolavoro neanche prima. All’epoca, eravamo scontenti, ma oggi, dobbiamo dire che R.I. è addirittura un disastro, altro che dovere di opposizione!
Il servizio è peggiorato a vista d’occhio, neanche a dire avesse mantenuto gli standars scadenti di prima. Niente, è peggiorata e non soltanto dal punto di vista dei contenuti che suscitano una totale insoddisfazione degli italiani che la guardano, ma anche come linea editoriale. Attualmente, la linea editoriale, sino ad oggi, solo orale, è sfacciatamente di centrosinistra. Le foglie di fico che qualcuno, Badaloni o chi per lui, hanno deciso di mettere, sono tra i vice direttori, sei, dico sei, con uno o due che dovrebbero avere qualche simpatia per il centrodestra.
Ma non essendo stato redatto un vero e proprio piano editoriale ed essendo tutto nelle mani e nella testa del solo Badaloni, in realtà, questi vice direttori, non contano niente. Il solo Badaloni detta "leggi" che sono tutte di centrosinistra.
 
On. Ferrigno, non crede che non sia sufficiente denunciare ma, ad un certo punto, sia serio anche fare dei riferimenti concreti, addurre dei fatti? 
Allora, premesso che questa R.I., allo stato dei fatti, non fa informazione le faccio subito un riferimento concreto. Badaloni ed il suo staff, ha chiuso una trasmissione come Zoom molto seguita dai nostri concittadini all’estero. Seguita perché dava modo di informare sulle attività e su tutto quanto accadeva nelle nostre comunità. Chiudendola, si è praticamente chiuso quello sportello di informazione importante scatenando le proteste degli italiani all’estero.  Si è ritenuto di chiudere Zoom perché Angelini era antipatico, perché il suo colore politico, evidentemente, non era gradito.
Si è fatta una vera e propria pulizia etnica. Chi non è iscritto in un determinato partito di sinistra, viene cambiato e mandato via. Questo fatto increscioso ed antidemocratico, ci dispiace profondamente. E’ un fatto grave e va denunciato.
E non si dica, non dica il Signor Badaloni, che è stato fatto per risparmiare. Uno che si attornia di sei vicedirettori e, quindi, di sei autisti con annesse sei auto blu, non ha certo intenzione di non spendere i soldi del contribuente.
 
On. Rivolta, lei concorda, ha ancora altro da aggiungere? 
Che la linea editoriale che Badaloni ha scelto per Rai International non piaccia agli italiani all’estero, e piace ancor meno di quanto non piacesse precedentemente, è dimostrato dal fatto che ci sono stati, io ne ho notizia certa, almeno 700 disdette di abbonamento a Rai International. Qualcuno dice addirittura 1000. Ma anche se fossero solamente 700 e non 1000, è significativo, però, che la tendenza alla disdetta continua in quella direzione.
Confermo in pieno quanto affermato da Ferrigno. Si pensi, e lo dico per quanti non vedono R.I., perché R.I. non è trasmessa in Europa, in prima serata delle Americhe, per esempio, viene trasmesso solo ed esclusivamente il Tg 3. Gli altri telegiornali sono  trasmessi in orari dove pochi o nessuno possono accedervi.
Prima, ogni tanto, veniva trasmessa "Porta a Porta" che mi pare un po’ più neutrale, oggi, è soltanto Ballarò che viene trasmesso. Lo spazio concesso ai membri del governo è di gran lunga superiore a quello che veniva dato precedentemente all’era Badaloni. Gli esponenti dell’opposizione non vengono interpellati,   non ne abbiamo notizia.
 
On. Ferrigno, come si comporta lo spettatore di R.I. ultimamente, è a conoscenza delle disdette citate dall’on. Rivolta?
 
Certo che ne sono a conoscenza. Ma vedremo quante diventeranno, altro che 1000. Le dirò di più.
Stanno nascendo all’estero comitati promotori di protesta contro R.I., contro Badaloni. Perché sta venendo a mancare anche quel minimo che già si era ottenuto nel passato. Si è voluto cambiare Magliaro perché divenuto troppo protagonista ed invece che migliorare R.I. l’hanno peggiorata.
Questo governo, ha dato esempio di cosa sia la vera lottizzazione a tutti i livelli e di come si siano ridotti al minimo gli spazi per la democrazia nel nostro Paese.
Ci rendiamo promotori di una legge sulla cittadinanza per gli italiani che vivono all’estero e subito, si inserisce, in quella, la legge per la cittadinanza agli extracomunitari la n. 24 Realacci. Si tratta, nei fatti, di un grande ricatto. Si è ritenuta la legge sulla cittadinanza come un cavallo di Troia nel quale inserire la legge 24 sulla cittadinanza agli extracomunitari.
On. Rivolta, molti dicono che, per quanto professionalmente impeccabile lo staff di Piero Badaloni, non risulta idoneo, però, a fare informazione per gli italiani nel mondo. 
Non sono un giornalista, non mi permetto di dare un giudizio professionale all’interno del mondo dei giornalisti, quello che posso notare è che, bravi o non bravi, queste persone, da come si comportano dal punto di vista della gestione della rete, sembrano privilegiare la loro appartenenza politica alla loro professionalità.
 
Salvatore Viglia
 
 * * *
Il testo del documento dell’Assemblea di Redazione di Rai International che chiede un nuovo piano editoriale entro il 31 marzo
 
"A quasi cento giorni dall'insediamento della nuova Direzione, l'assemblea di redazione di Rai International è costretta ad una riflessione generale che poggia su un dato fondamentale: il piano editoriale esposto in forma solo verbale, essendo subordinato alla firma della nuova convenzione, si è rivelato di fatto inattuabile". Inizia così il documento firmato all’unanimità dall’assemblea di redazione dell’emittente televisiva il 13 marzo scorso.
 
"Il bilancio di questi primi 100 giorni della nuova Direzione – si legge nel documento - fa emergere le difficoltà oggettive che costituiscono un ostacolo al percorso di rilancio del canale:
1) L'ormai non più tollerabile ritardo della firma della nuova convenzione che avrebbe dovuto ridefinire, entro dicembre 2006, ruolo e compiti di Rai International.
2) Il previsto taglio del 15% del budget di Rai International, come previsto anche per le altre testate Rai.
3) La conquistata linea televisiva è costata alla radiofonia la perdita di una linea da caporedattore e una consistente riduzione di organico redazionale. E questo malgrado il fatto che l'onda corta - che la nuova convenzione avrebbe dovuto ridimensionare - in realtà continui ad essere prodotta come sempre. In ogni caso, la redazione, nonostante fa carenza di organico e di mezzi tecnici, ha mostrato di saper lavorare a1 progetto di rinnovamento di cui condivide la validità.
4) Un susseguirsi di ordini di servizio e di organigrammi che hanno reso confusa l'organizzazione del lavoro di molte linee redazionali.
5) La mancata volontà dell'Azienda di concedere aumenti di organico rende difficilmente attuabile l'auspicato avvio del cosiddetto "fascione" delle news radiotelevisive.
6) Una linea televisiva alle prese con irrisolti problemi produttivi e che al momento attuale copre lo spazio di quella che e' ancora oggi una rubrica.
7) Il mancato arrivo di colleghi da altre testate.
8) La mancata disponibilità di altre testate ad effettuare uno scambio di giornalisti.
9) La mancata definizione della redazione internet e il ritiro della delega in un primo tempo concessa ad un vicedirettore.
10) Una segreteria di redazione sottodimensionata e per la cui integrazione l'assemblea propone vengano prima prese in considerazione risorse interne".
"Intanto – prosegue il testo - la redazione si trova a fronteggiare diverse situazioni anomale: posizioni di capo redattore scoperte; un rilevante numero di cariche ad personam a disposizione del direttore; posizioni riconosciute contrattualmente ma senza ruolo nell'organigramma; il ridimensionamento delle deleghe a due vicedirettori. A tutto questo va aggiunta la modifica sostanziale dei contenuti della rubrica "Qui Roma" destinata a diventare uno spazio di approfondimento informativo quotidiano. Un progetto condiviso dalla redazione ma che allo stato attuale, in assenza di investimenti adeguati, renderebbe mortificante il confronto con altre realtà. E questo, naturalmente, fatte salve le professionalità e l'entusiasmo che i colleghi hanno dimostrato in queste settimane".
"Nel dare conto dei fatti – si aggiunge - non si può sottacere il problema dei precari. L'assunzione di due soli t.d. si lascia facilmente interpretare come una scarsa volontà dell' Azienda di "scommettere" su Rai International. In una redazione composta per oltre il 50% da precari, si devono prospettare soluzioni reali al problema. A questo riguardo, l'assemblea ritiene essenziale che a Rai International non vengano fatte assunzioni al di fuori di quelle dei colleghi che costituiscono il bacino A della testata, per i quali si chiede un percorso certo dei tempi di assunzione".
"Molti dei problemi fin qui evidenziati – si precisa nel documento - sono dovuti al mancato rinnovo della convenzione che fisserà la nuova missione della testata e del canale e le risorse economiche per compierla. E anche per questo l'assemblea ritiene grave che tale rinnovo possa venire subordinato alle nomine della Newco, la cui attività dovrebbe riguardare solo ed esclusivamente la distribuzione del segnale e la sua commercializzazione. L'assemblea ritiene necessario che venga chiarita e riconosciuta formalmente la centralità dell'informazione televisiva e radiofonica auto-prodotta nei palinsesti".
"Per tutto quanto sopra esposto – conclude il testo - l'assemblea chiede al Direttore:
a) di fotografare lo status quo e di ripartire dalla pianta organica, prima di avviare ulteriori progetti di rilancio della radiofonia e della televisione.
b) di ripartire dal rafforzamento di quattro pilastri fondamentali: la radio, dove c'è il 70% dell'organico redazionale a t.i. e dove le tecnologie non penalizzano eccessivamente le produzioni; gli approfondimenti radiofonici e televisivi che sono la prima e migliore risposta per adempiere alla missione della testata consentendo l'assorbimento e l'utilizzo razionale della risorsa rappresentata dai giornalisti a t.d. Da ultimo, ma non per importanza, il ruolo della redazione Internet. L'assemblea invita l'Azienda a tenere conto del forte vantaggio competitivo rappresentato dalla testata, presente sulla scena multimediale con la tv e la radio.
c) di definire con l'azienda il progetto di una linea d'informazione dello sport, che costituisce l'elemento trainante degli abbonamenti.
Per questi motivi l'assemblea chiede al Direttore, in attesa della firma della convenzione e dell'arrivo di risorse adeguate, di sottoporre al voto dell'assemblea, entro il 31 marzo, un nuovo piano editoriale scritto e corredato di indicazioni sull'organizzazione del lavoro". 
In tutto questo Italia Estera denucia il silenzio del Direttore Badaloni.
 (Italia Estera) -



 
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