"Non si rilasciano 5 talebani"! - Freddezza in tutte le Cancellerie occidentali - Le dichiarazioni della Farnesina
Servizio Attilio Pisani
WASHINGTON, 21 MAR (Italia Estera) - La liberazione del giornalista italiano (nella foto durante la conferenza stampa) dalle mani dei talebani, rischia di aprire una crisi diplomatica tra Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna. I due Paesi hanno criticato il rilascio di cinque talebani in cambio della liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, un'operazione che temono possa accrescere i rischi per le truppe in Afghanistan.
Lo hanno detto oggi un alto funzionario dell'amministrazione Bush, che ha chiesto di restare anonimo, e una portavoce del Foreign Office britannico.
"(Le concessioni ai talebani) hanno colto gli Stati Uniti di sorpresa", ha dichiarato il funzionario americano, precisando che gli Usa hanno comunicato i loro dubbi e timori al governo italiano per via diplomatica.
"Non abbiamo approvato e non approviamo concessioni ai terroristi", ha proseguito la fonte. "Accrescono il rischio per le truppe Nato e afghane e per il popolo afghano".
I talebani rilasciati, definiti "pericolosi", sarebbero Ustad Yaser - capo dell'ala culturale - l'ex portavoce Mofti Latifollah Hakimi, Mansur Ahmad - fratello del mullah Dadullah - e i comandanti Hamdullah e Abdol Ghaffar.
La stessa fonte ha anche riferito ai giornalisti italiani che é "una pessima idea" l'ipotesi di invitare i Talebani a un'eventuale conferenza internazionale sull'Afghanistan.
Il funzionario americano ha precisato che anche altri alleati della Nato sono preoccupati per le conseguenze di accordi come quello che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo.
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In serata è arrivato anche il commento britannico, affidato a una portavoce del Foreign Office: "La Gran Bretagna è preoccupata per le implicazioni del rilascio di talebani in cambio di ostaggi. Questo è un segnale sbagliato per eventuali futuri sequestratori" hanno aggiunto le stesse fonti che, sull'ipotesi di invitare i talebani a un'eventuale conferenza internazionale sull'Afghanistan, hanno risposto con un "no comment, è una questione italiana".
A 'lamentarsi' della scelta c’è anche la Germania. Secondo il settimanale tedesco 'Der Spiegel', Berlino muove critiche per il rilascio dei cinque talebani. Citando fonti del governo federale, si legge infatti che è stato definito ''un errore enorme'' lo scambio. "L'Italia è soddisfatta, il giornalista è soddisfatto, ma lo sono soprattutto i talebani", dice la fonte, secondo cui quello scambio ha rappresentato "un segnale sbagliatissimo per tutti i gruppi radicali e incoraggia nuovi rapimenti con obiettivi ancora più ambiziosi"
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I "dissensi" ammessi da Massimo D'Alema dopo il colloquio con Condoleeza Rice assumono così i contorni di qualcosa di ben più grave, soprattutto perché l'amministrazione Usa avrebbe lamentato anche le regole d'ingaggio troppo restrittive imposte ai nostri soldati.
Queste divergenze si sommano del resto alla freddezza con cui tutte le Cancellerie occidentali hanno accolto la notizia del positivo epilogo del rapimento del giornalista italiano. L'impressione, secondo il centrodestra, è che la linea della Farnesina sia apparsa condizionata da esigenze di politica interna inconciliabili, a questo punto, con la strategia Usa e con quella degli altri partner occidentali impegnati nella missione Isaf a Kabul. Isolandoci sul piano internazionale.
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Il Ministero degli Esteri italiano, in relazione alle dichiarazioni attribuite ad una fonte del Dipartimento di stato americano, ribadisce "il clima molto positivo" registrato nel corso del colloquio avuto il 19 marzo dal Ministro D'Alema con il Segretario di Stato Condoleezza Rice a Washington. Nulla di quanto riferito nelle dichiarazioni della fonte anonima - ribadisce ancora la Farnesina - è emerso infatti nel corso di detto incontro
La Farnesina, dopo aver sottolineato che "non è sua abitudine commentare fonti anonime", aggiunge in una nota che "la Rappresentante degli Stati Uniti in Consiglio di Sicurezza non aveva mancato di esprimere apprezzamento per il ruolo svolto dall'Italia in Afghanistan nel corso del dibattito pubblico, svoltosi ieri, sul rinnovo della missione di ricostruzione ed assistenza nel settore civile delle Nazioni Unite (UNAMA)".
"Non risultano passi ufficiali americani attraverso i consueti canali diplomatici nel senso indicato dalla fonte anonima né a Washington né a Roma": lo puntualizza la Farnesina in una nota, in relazione alle dichiarazioni attribuite ad una fonte dell'amministrazione Usa.
Attilio Pisani/Italia Estera