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03 feb 2007SPORT – IL CALCIO ITALIANO SI FERMA PER VIOLENZA

CATANIA, 2 FEB   (Italia Estera) - Guerriglia urbana a Catania dopo il derby Catania-Palermo fuori dello stadio. L’ispettore capo di polizia Filippo Raciti di 38 anni è stato ucciso da una bomba carta lanciata nella sua auto di servizio. Lascia la moglie e due figlioletti in tenera età. In ospedale ci sono oltre 70 poliziotti  e 30  tifosi feriti. 23 i fermi e 15 gli arresti. Il commissario straordinario della Federcalcio Luca Pancalli  ha deciso di sospendere i campionati a tempo indeterminato
Il debry si era concluso con la vittoria del Palermo per 2-1
 
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "colpito dalla gravità degli incidenti e dall'impressionante numero dei feriti tra le forze dell'ordine e i cittadini" durante e dopo la partita di calcio Catania- Palermo, "ribadisce che alla ferma condanna per la recrudescenza drammatica di atti di violenza in occasione di competizioni calcistiche debbano accompagnarsi scelte e comportamenti coerenti da parte di tutte le autorità responsabili contro degenerazioni che infangano i valori dello sport e offendono la coscienza civile del paese".
 Dura anche la reazione del presidente del Consiglio, Romano Prodi, il quale, dopo il primo pensiero nei confronti delle persone rimaste coinvolte nei gravissimi incidenti, ha sentito il "dovere di dire che è necessario un segnale forte e chiaro per evitare la degenerazione dello sport". Da qui l' apprezzamento per la "giusta decisione" di sospendere il campionato di calcio: "Una decisione che rappresenta - dice ancora Prodi - un segnale forte che avevo auspicato. Una decisione presa non solo in segno di lutto, ma anche per fermarsi e riflettere".
Il presidente del Senato, Franco Marini, si associa alle espressioni di cordoglio del capo dello Stato e nel contempo chiede "misure energiche" per fronteggiare una situazione che a volte fa diventare lo sport "un po' come un campo di battaglia".
Ferma anche la condanna del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che rileva come ormai questi fenomeni di violenza costituiscano dei segnali di una "crisi di civiltà" su cui la politica è chiamata a riflettere.

Gli interventi dei parlamentari di maggioranza e opposizione, sono tutti improntati ad una ferma condanna sull’accaduto e all' apprezzamento della decisione di sospendere tutti i campionati.

"Così non si può continuare, bisogna fermarsi e riflettere", dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani.

Il ministro dello Sport, la diessina Giovanna Melandri chiarisce che "il Governo non tollererà più che ogni giornata di campionato siano dispiegati migliaia di agenti delle forze dell' ordine (ed a Catania ce n’erano 1500 ndr) se a rischio rimane la loro incolumità e quella dei cittadini". "D' accordo con il ministro dell' Interno, Giuliano Amato - dice, tra l' altro, il ministro - riteniamo che la sospensione della prossima giornata dei campionati decisa dalla Figc sia una decisione quanto mai opportuna. E il Governo e il mondo dello sport nelle prossime ore dovranno far sì che il campionato riparta in maniera totalmente diversa" 

                                      * * *

“Scusateci ma ci sembra veramente
assurdo scrivere di calcio
in questi momenti.
Il nostro pensiero è rivolto
esclusivamente ai familiari dell’ispettore Raciti
che ha perso la vita pergarantire l’ordine pubblico 
durante una partita” .
Si legge così sui due siti delle squadre del Palermo e del Messina. 
Non cé tempo per discutere di calcio dinanzi a tanta violenza. Il calcio italiano si ferma a tempo indeterminato. Si ferma anche la Nazionale campione del mondo.
Il derby di sangue tra Catania e Palermo ha scosso immediatamente il mondo del calcio.  Luca Pancalli in un vertice straordinario in notturna in Federcalcio ha fatto decidere l' immediato blocco del prossimo turno in programma nel week end di tutte le serie.
 
Mai l'Italia aveva preso una decisione così drastica. L'unico precedente, per la morte di Vincenzo Spagnuolo, il tifoso del Genoa accoltellato prima di un Genoa-Milan: ma quello del 5 febbraio 1995 fu una sospensione simbolica e di una sola giornata.
Stavolta, si ferma anche la Nazionale e non si riprende - avverte Pancalli - finché non si inverte la rotta.
Il blocco deciso in serata da Pancalli, dopo un consulto telefonico con il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che aveva avallato qualsiasi decisione dei vertici federali, e i contatti con il ministro Giovanna Melandri, non sarà certamente circoscritto ad una sola giornata. "Così io non vado più avanti ha detto il commissario straordinario della Federcalcio. La prima decisione l' abbiamo presa all' istante appena saputa la tragica scomparsa dell' agente. Seguiranno gli approfondimenti del caso e il ministro Melandri mi ha detto che si aprirà un tavolo d' emergenza, lei che aveva già parlato con il ministro Amato e con Prodi".

Si tratta di uno stop a tempo indeterminato: "Non si ripartirà fino a quando non verranno fermati i facinorosi. Si tratta di delinquenza e come tale va combattuta".
Ed in via Allegri è stato convocato, nel cuore della notte,  anche il vice commissario addetto alle Nazionali Gigi Riva. Pancalli ha infatti deciso anche di non far giocare le partite delle due Nazionali: quella dell' Under 21 a Chieti e l' impegno degli azzurri campioni del mondo a Siena con la Romania.

Un segnale fortissimo come ha voluto sottolineare il commissario Pancalli ai microfoni di TV7 che questa volta con il direttore Gianni Riotta in studio ha realizzato una trasmissione, tutta in diretta, di un paio d’ore sulla tragedia di Catania.

Pancalli nelle sue dichiarazioni ha anche aggiunto che quella trascorsa è "una settimana che non ha nulla a che fare con lo sport". E anche Riva ha definito "inaccettabile" quanto accaduto a Catania. E poi c'é anche l'altro morto, quello della settimana scorsa. Il dirigente calabrese ucciso in campo da un infarto in seguito ad una rissa ed alle violenze subite. 
 "Il segnale più forte lo darà proprio la Nazionale campione del mondo - ha insistito Riva - perché gli azzurri si fermano e protestano contro la violenza. Questa certo è una pesante sconfitta per il calcio, ma era inaccettabile che una volta fermati i campionati si dessero i convocati e si giocassero le due partite delle Nazionali". beppe nisa


LE ALTRE DICHIARAZIONI A CALDO
SERGIO CAMPANA (presidente dell'Assocalciatori): "Pancalli mi ha chiamato mezz'ora fa ed ero totalmente d'accordo ma vorrei che fosse presa seriamente in considerazione questa mia proposta, il calcio dovrebbe fermarsi un anno per far riflettere su tutti i mali che mostra. Nel momento in cui il calcio sta recuperando faticosamente un po' di credibilità cadono le braccia di fronte a queste", ha dichiarato il presidente dell'Assocalciatori, Sergio Campana.
ANTONIO MATARRESE (presidente Lega Calcio): "Per tutti noi è un momento terribile, piangiamo la scomparsa di questo giovane agente, siamo vicini alla sua famiglia e a tutte le forze dell'ordine. Mai come in questo momento il calcio deve interrogarsi e riflettere sul proprio futuro".
NINO PULVIRENTI (presidente del Catania): "Di fronte a questa tragedia mi sento ridicolo per avere commentato, al termine della gara, gli eventuali errori arbitrali o gli episodi che hanno caratterizzato la partita. A Catania non ci sono le condizioni per fare calcio". Lo ha detto il presidente del Catania calcio, Antonino Pulvirenti, uscendo dal pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi, dove si è recato per avere notizie sulle condizioni dei feriti.
MAURIZIO ZAMPARINI (presidente Palermo): "Considero dei delinquenti chi va allo stadio a fare a botte. Io personalmente l'ho sempre detto fin da quando sono arrivato a Palermo che, nel caso di gravi incidenti nel nostro stadio, sarei andato via subito. In questo momento penso solo ai genitori di quel povero ragazzo che era allo stadio per lavorare. Stasera nessuno ha vinto, ma abbiamo perso tutti - prosegue -. Questi non sono tifosi, sono delinquenti che in altro Paesi come l'Inghilterra sono stati arrestati e puniti severamente. Il lassismo italiano, invece, permette che ancora accadano queste cose. È inutile che si pensi siano le società a risolvere il problema della violenza negli stadi. Cosa dovremmo fare? Ci limitiamo agli appelli, ma non basta: ci vogliono leggi severissime".
FRANCESCO GUIDOLIN (allenatore Palermo):"Sono molto deluso, non si può andare avanti così". Il tecnico del Palermo, Francesco Guidolin, commenta così. "Noi non sapevamo niente - spiega Guidolin -, eravamo in attesa di notizie, siamo rientrati perché non si riusciva più a respirare. Se non ci mettiamo in testa che il calcio è uno sport, non si respira più nel mondo del calcio. Quello che è successo stasera offende lo sport e una città bella e civile come Catania. Non può durare così. Se non recuperiamo certi valori, non può durare".
(Italia Estera) -



 
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