Critiche dalla Cdl e anche dall`Unione
ROMA, 16 AGO. (Italia Estera) - Il ministro degli esteri Massimo D`Alema nel corso della sua visita a Beirut è stato fotografato a braccetto con il deputato Hezbollah Hussein Haji Hassan.(foto). La cosa non è passata sotto silenzio ed ha scatenato dure polemiche non solo da parte dei partiti della Cdl, ma soprattutto da parte della comunità ebraica di Roma e persino di qualche esponente dell`Unione.
L’immagine, pubblicata dai quotidiani italiani con grande evidenza, non piace a molti.
Le critiche vanno ben oltre la passeggiata di D`Alema e, in realtà, investono la politica estera del governo Prodi accusato di essere troppo sbilanciato a favore dei miliziani libanesi.
Gli ebrei, dice chiaro e tondo Riccardo Pacifici, portavoce e vicepresidente della Comunità ebraica romana, provano "preoccupazione" certo, ma anche "indignazione" per "le dichiarazioni dal Medioriente di D`Alema", che, secondo l'accusa, sulla questione mediorientale adotterebbe due pesi e due misure.
A Pacifici si unisce il centrodestra, con Forza Italia An e Udc in prima linea, ma qualche critica arriva anche da alcuni esponenti della maggioranza.
Gli ebrei, dice chiaro e tondo il portavoce della comunità romana, provano "preoccupazione" certo ma anche "indignazione" per "le dichiarazioni dal Medioriente di D'Alema". Il ministro degli Esteri, infatti, "non ha mai messo in evidenza - va giù duro Pacifici - che il nemico dei popoli amanti della liberta e della democrazia è Nasrallah".
Pacifici rimprovera poi al vicepremier di non essere né equidistante né equivicino e si chiede perché "non ha avuto la stessa solerzia, durante il suo viaggio nello stato ebraico, di andare a verificare di persona gli effetti dei missili di Nasrallah nel nord di Israele". Parole, quelle del vicepresidente della Comunità ebraica della capitale, che non si fermano solo a una critica ad personam.
La "sinistra radicale" italiana, aggiunge, "continua a tifare per Hezbollah" e dunque lancia un appello affinché la decisione del Consiglio dei ministri di venerdì in vista della partecipazione dei nostri soldati alla missione Onu in Libano sia fatta senza "ambiguita’" e tenendo conto che la risoluzione del Palazzo di vetro "contempla il disarmo della forza terroristica di Hezbollah".
Anche Fabrizio Cicchitto va giù duro e dice che "l'atteggiamento antisraeliano" di D'Alema rischia di rendere l'azione del governo "equivoca" e "problematica", mentre parla di "intermittenza accompagnata da qualche ambiguità" e di strane 'asimmetrie' l'azzurro Alfredo Biondi.
Per Gasparri è "molto preoccupante" l'atteggiamento di D'Alema.
L'Udc con Carlo Giovanardi taccia di "sufficienza" il vicepremier e invita il Parlamento a "approfondire bene quale linea il Governo italiano intenda perseguire", prima di dare il via libera alla missione.
Dalla maggioranza, 'contro' si levano le voci dei Radicali e dell'ex direttore del Riformista e senatore della Margherita Antonio Polito che sceglie il sarcasmo: "Sono certo che il ministro D'Alema abbia approfittato della prossimità fisica di cui ha goduto a Beirut con un deputato di Hezbollah per ricordargli quanto l'Onu richiede a quella organizzazione".
E Furio Colombo da New York dice che "se l'avesse vista l'avrebbe interpretata con grande sorpresa, perché il Libano non è sicuramente la Svizzera".
A D'Alema arriva anche la critica di Francesco Cossiga che dopo averlo soprannominato 'il piccolo Crispi'' lo definisce senza mezzi termini 'antiebreo', come "massima parte della sinistra". "Se si è trattato di una svista - aggiunge Cossiga - consiglio con amicizia e preoccupazione il ministro degli esteri D'Alema a scusarsi pubblicamente con gli ebrei italiani. E meglio ancora sarebbe se trovasse il tempo di recarsi ad Auschwitz, a onorare i milioni di ebrei tedeschi, italiani, polacchi, russi, d ogni contrada che insieme a rom, cattolici, protestanti e ortodossi furono colà sterminati. La sua sola presenza - sottolinea Cossiga - avrà il valore di una richiesta di perdono e di una preghiera a Dio, Allah o Yeova è lo stesso, per la pace nella giustizia. Battezzato o non battezzato, circonciso o non circonciso, creda o creda di non credere, essendo Massimo un uomo retto, un buon marito e un buon padre di famiglia, Iddio gli leggerà nel cuore,accetterà la sua richiesta di perdono e ascolterà la sua preghiera, certo molto di più che quella...del Patriarca Latino di Gerusalemme!
Critiche sì, ma anche qualche difesa: Franco Monaco dell'Ulivo si fa carico di rispondere al fuoco di fila e dice che si tratta di "accuse incomprensibili", dal momento che quella di D'Alema è una "posizione di grande equilibrio ed è comunque quella del governo italiano".
La risposta della Farnesina
In una nota precisa che “quanto alle ventilate disparità di trattamento usate ai libanesi e agli israeliani nella sua visita in Medio Oriente, la Farnesina si è vista costretta a precisare che “il ministro degli esteri italiano ha visitato i quartieri meridionali di Beirut dove hanno trovato la morte molte decine di civili, con l’intento di esprimere la solidarietà del popolo italiano per le vittime civili del conflitto, con lo stesso spirito con cui aveva incontrato a Gerusalemme i familiari dei soldati israeliani rapiti e i rappresentanti della comunità italiana in Israele residenti nei luoghi più colpiti nel nord del Paese, nella certezza di interpretare i sentimenti dell’opinione pubblica italiana dinanzi alle dolorose conseguenze delle ostilità.
La politica italiana sul conflitto, che sembra ora incamminato verso una positiva soluzione, – conclude la nota della Farnesina - è quella nota di condivisione dei contenuti della Risoluzione 1701 e di piena disponibilità a contribuire alla sua rapida attuazione a difesa della sovranità e della integrità territoriale del Libano e della sicurezza di Israele. Polemiche strumentali costruite in merito alla recente visita del ministro D Alema in Medio Oriente suscitano soltanto sconcerto e risultano palesemente infondate e fuorvianti”.
Beppe Nisa/Italia Estera